'Guido, ti volevo aggiornare. E’ andata molto bene. Sono rimasti tutti molto contenti, Abbiamo insistito che non esistono strumenti per la previsione…'.
A parlare è Franco Barberi, vice presidente della Commissione Grandi Rischi: sta aggiornando al telefono Bertolaso, allora capo della Protezione Civile, sugli esiti della riunione. E' il 31 marzo 2009, una settimana prima del sisma del 6 aprile.
A L'Aquila, ieri pomeriggio, è andato in scena l'incidente probatorio nel processo Grandi Rischi Bis che chiama in causa proprio l'ex capo della Protezione Civile, indagato per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Guido Bertolaso, però, non si è presentato. Erano previste, d'altra parte, le audizioni dei sette esperti che si riunirono il 31 marzo, già condannati in primo grado a sei anni per omicidio colposo, come persone informate sui fatti. Il primo ad essere sentito è stato Franco Barberi che ha negato qualsiasi pressione da parte di Bertolaso prima di lasciare l'aula stizzito dalle parti offese che, a parer suo e dell'avvocato difensore Petrelli, stavano ponendo domande che andavano oltre i limiti indicati con la convocazione dell'udienza.
L'avvocato di parte offesa Angelo Colagrande, comunque, ha ottenuto che nel fascicolo del processo venisse inserito l'articolo pubblicato, proprio ieri, sulle pagine de L'Espresso. Con nuove intercettazioni che dimostrano, sottolinea il giornalista Giuseppe Caporale, che i sette scienziati della Commissione "volevano solo negare l’allarme terremoto. E rassicurare la popolazione".
'Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto...', spiega infatti Barberi al telefono.
"Emerge con chiarezza che i sette scienziati erano andati lì con uno scopo preciso: smentire Giampaolo Giuliani, il tecnico del radon che da giorni soffiava sul fuoco delle paure degli aquilani che ballavano con lo sciame simico in corso, annunciando un evento fatale", scrive Caporale. "E per negare pubblicamente - attraverso una conferenza stampa - l’allarme di Giuliani, gli scienziati finirono per negare il rischio del terremoto".
Secondo alcuni parenti delle vittime, che hanno presentanto denunce contro l'ex capo della Protezione civile, "fu Bertolaso a dare l’ordine ai componenti della commissione di andare lì a smentire Giuliani, come rivela anche un’altra intercettazione già agli atti del processo", incalza Caporale.
"Una telefonata avvenuta il giorno prima della riunione con l’ex assessore regionale alla Protezione Civile dell’Abruzzo Daniela Stati. E che è costata a Bertolaso l'iscrizione nel registro degli indagati: 'Comunque questa cosa (gli allarmi di Giuliani, ndr) la sistemiamo - diceva Bertolaso alla Stati - La cosa importante è che adesso De Bernardinis ti chiama per dirti dove volete fare la riunione. Io non vengo, ma vengono Zamberletti, Barberi, Boschi, quindi i luminari del terremoto d’Italia. Li faccio venire all’Aquila o da te o in prefettura, decidete voi, a me non frega niente, di modo che è più un’operazione mediatica, hai capito?'.
Nell'udienza di ieri, purtroppo, non è stato possibile raccogliere molte informazioni. Dopo la fuga di Barberi, infatti, Enzo Boschi, Mauro Dolce e Bernardo De Bernardinis si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Era stato convocato anche il predecessore di Bertolaso, Giuseppe Zamberletti: il giudice Giuseppe Romano Gargarella, però, su richiesta dell'avvocato dell'uomo nuovo di Forza Italia, ha ritenuto di revocare l'ammissione come testimone di Zamberletti, sulla base di una interpretazione restrittiva dell'articolo 392 del codice di procedura penale.
Gli atti del processo tornano, ora, nelle mani dei pm Fabio Picuti e Roberta D'Avolio, che avevano chiesto l'archiviazione di Bertolaso. E' assolutamente probabile che reiterino la richiesta, con una altrettanto probabile opposizione delle parti offese. A meno che non dispongano nuove indagini.