Lunedì, 04 Settembre 2017 00:27

Palazzo Margherita, via al cantiere di consolidamento e restauro. Le foto

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Stavolta è vero.

Otto anni e mezzo dopo il terremoto, a 10 mesi dalla consegna del cantiere con tanto di taglio del nastro alla presenza delle Istituzioni, hanno preso il via i lavori di restauro di Palazzo Margherita in piazza Palazzo, a L'Aquila, la sede comunale, perno della vita politica, culturale e civile della città che, per la sua valenza simbolica, avrebbe dovuto essere uno dei primi edifici pubblici a risorgere. Finalmente, l'associazione temporanea di imprese composta da Samoa, azienda mandataria, Sepe Costruzioni e dall'aquilana Digimastri Costruzioni, che si è aggiudicata la gara da 11.7 milioni con un ribasso del 26%, ha potuto avviare le opere di consolidamento e restauro. 

Se tutto andrà bene, i lavori dureranno circa due anni.

L'intervento è finanziato in parte dalla Bcc di Roma (un milione e 500 mila euro) e in parte dal sistema delle Bcc italiane (5 milioni). I restanti finanziamenti sono compresi nel decreto 24 del 2010 del Commissario delegato alla ricostruzione. A dire che i fondi sono nel cassetto da 7 anni; tant'è vero che a novembre, allo 'sfortunato' taglio del nastro, l'allora sindaco Massimo Cialente aveva ammesso "il grave ritardo", sottolineando, però, come fosse dovuto "al sistema degli appalti pubblici vigente in Italia", un labirinto di norme e commi, spesso anche contraddittori tra loro, che, aggiunse il primo cittadino, "non funziona più" e sta condannando a una "lentezza esasperante" tutta la ricostruzione pubblica, da quella delle scuole a quella delle sedi istituzionali e di rappresentanza.

"Questo palazzo è un punto di riferimento importante per la città: ci auguriamo che i lavori possano avere una tempistica tale da restituirlo al più presto a questo centro storico", le parole di Silvia Mantini, professoressa di Storia moderna all'Università dell'Aquila e autrice di diversi lavori accademici sulla figura di Margherita d'Austria, la figlia dell'imperatore di Spagna Carlo V che fu governatrice dell'Aquila tra il 1572 e il 1586, colei a cui il palazzo deve il suo nome. "Questo è un palazzo dalla storia straordinaria, che, tra il 1572 e il 1586, rappresentò la sede di una piccola ma importante corte rinascimentale dove si parlavano quattro lingue. In questo periodo all'Aquila ci furono ingressi trionfali e visite di personaggi importanti, ci fu il recupero di un prestigio che la città aveva smarrito con la dominazione spagnola. Margherita conservò molte collezioni e un patrimonio artistico straordinario, il cui inventario è custodito nell'Archivio di Stato di Parma e Piacenza. Da quei documenti abbiamo potuto evincere gli oggetti, le abitudini e le sensibilità di Margherita, come quella per la musica, e ricostruire le visite di personaggi venuti all'Aquila da tutte le parti d'Europa".

Ma a cosa sono dovuti i ritardi, e come mai i lavori vengono avviati soltanto 10 mesi dopo il taglio del nastro? "Il primo inconveniente è stato rappresentato dalla realizzazione a raso del palazzo del tunnel dei sottoservizi, da cui è conseguita la necessità di un adeguamento del progetto", ha spiegato Pietro Di Stefano, assessore alla ricostruzione fino al giugno scorso. Dunque, "è slittata alla fine di febbraio l'autorizzazione del Genio Civile". A quel punto, l'iter burocratico ha imposto "la verifica del progetto esecutivo da parte della società esterna scelta dal Comune, la validazione da parte del Rup, la convenzione col Provveditorato alle Opere pubbliche per la direzione lavori (che ha anche portato a risparmiare tempo e soldi al Comune) e infine l'approvazione del progetto (dove sin da subito rilevai una grande criticità che immediatamente comunicai al responsabile unico del procedimento perché la risolvesse prima dell'approvazione) col consueto rosario di richieste e modifiche da parte della Ragioneria del Comune che ha obiettato futili motivi di regoralità economica come definiti in determina". Insomma, è stata necessaria una nuova determina, "col rosario a seguire" e soltando dopo è arrivata la sospirata esecutività del progetto. Sta di fatto che Palazzo Margherita "è una delle poche opere pubbliche a partire - ha rivendicato Di Stefano - "non ha subìto alcun ricorso e gode del concorso di importanti uffici pubblici. Aver consegnato il cantiere e avviato tutto ciò che era possibile in anticipo, aiuta a cogliere l'obiettivo nei tempi dovuti", ha ribadito, rispondendo così alle polemiche sui ritardi.

 

Le foto: dentro 'la storia' di Palazzo Margherita

L'edificio (chiamato nel passato anche Palazzo di Madama Margherita o, più semplicemente, Palazzo Madama) si trova nella centralissima piazza del Palazzo. Edificato nel XIII secolo come Regia Curia del Capitano; venne profondamente restaurato nel XVI secolo per divenire residenza della governatrice Margherita d'Austria, a cui deve il suo nome.

L'area di piazza del Palazzo costituiva sin dalla fondazione dell'Aquila il centro civico della città. Essa ospitava, in un grande complesso sul luogo dell'odierno Palazzo Margherita e la cui edificazione risale grossomodo al 1294, il Palazzo del Comune, il Palazzo della Camera e la residenza del Capitano di Giustizia. Questa polarità civile era stata studiata per bilanciare l'altra grande piazza, piazza del Duomo con la Cattedrale, cuore dell'autorità religiosa, e si inseriva dunque nell'ambito della storica lotta tra i due poteri, guelfo e ghibellino, che ambivano al controllo della città. 

In realtà l'equilibrio non fu mai raggiunto sia perché il Duomo continuò ad essere il luogo prediletto dal mercato e dai traffici commerciali, sia perché, con l'ingresso degli ordini religiosi in città, le autorità civili non riuscirono a mantenere la propria autonomia e dovettero confrontarsi con il complesso dei Francescani che si andava costruendo sull'altro capo della piazza, nel luogo dove oggi sorge il Palazzo del Convitto*.

Palazzo Margher...
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*tratto da L'Aquila, Alessandro Clementi e Elio Piroddi (Bari, Laterza, 1986)

Ultima modifica il Martedì, 05 Settembre 2017 04:45

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