Martedì, 12 Settembre 2017 13:53

Univaq, gli indici di vulnerabilità degli edifici non adeguati nel post-sisma

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Nel corso della Conferenza “Oltre gli indici di vulnerabilità sismica. La valutazione degli edifici dell’Università dell’Aquila”, che si è tenuta stamane presso l’Aula magna del Dipartimento di Scienze umane, sono stati presentati i risultati delle valutazioni sulla vulnerabilità sismica di tre edifici di proprietà dell’Ateneo denominati Coppito 1, Coppito 2 e Roio corpo B. Tutti gli altri edifici di proprietà dell’Ateneo sono stati adeguati alla normativa in occasione della progettazione o riprogettazione per il loro ripristino dopo il sisma del 2009.

"I risultati sono molto confortanti", ha sottolineato Paola Inverardi, rettrice dell’Ateneo aquilano. "Nessuno dei tre edifici ha infatti presentato criticità rilevanti e soltanto alcuni blocchi necessitano di interventi di miglioramento sismico per aumentare la resistenza di un numero limitato di elementi strutturali". Nello specifico, nessuno dei blocchi che compongono gli edifici esaminati mostra un indice di vulnerabilità inferiore a 0.3, mentre nella maggior parte dei casi l’indice di vulnerabilità è risultato superiore al valore di 0.6 richiesto dalle normative antisismiche.

Oltre a presentare questi attesi risultati, la Conferenza è stata anche un’occasione per stimolare una più ampia riflessione sulle procedure di valutazione della sicurezza degli edifici, proponendo un approccio interdisciplinare che possa andare oltre – come recita il titolo della Conferenza – le indicazioni sintetiche fornite dagli indici di vulnerabilità per restituire un quadro più approfondito della vulnerabilità sismica degli edifici esistenti, consentendo azioni di prevenzione del rischio più mirate ed efficaci. Oltre a seguire le indicazioni delle normative nazionali, infatti, lo studio presentato oggi – condotto da docenti, ricercatori e laureandi del Dipartimento di Ingegneria civile edile-architettura e ambientale (DICEAA) diretto dal prof. Angelo Luongosi è ispirato alle esperienze maturate a livello internazionale per riuscire a tracciare un quadro analitico completo del comportamento degli edifici in caso di sollecitazione sismica.

"Si è proceduto in maniera molto approfondita prendendo in esame sia il comportamento globale della struttura sia le criticità locali, tenuto conto che gli edifici sono stati realizzati prima che entrasse in vigore la normativa attuale", ha spiegato il professor Dante Galeota, Onorario Università degli Studi dell’Aquila. "È stata eseguita un’accurata analisi di ogni singolo edificio sotto il profilo delle caratteristiche dei materiali (calcestruzzo e acciaio), delle loro proprietà meccaniche e dei particolari costruttivi. Sono state quindi effettuate prove dinamiche delle strutture e l’analisi geologica e geotecnica dei terreni, a cui è seguita una fase relativa alle analisi strutturali e alle verifiche di sicurezza".

Si tratta di un approccio rigoroso che l’Università dell’Aquila intende proporre come modello nelle valutazioni della vulnerabilità sismica a livello nazionale, anche mediante appositi percorsi formativi che forniscano agli esperti chiamati a fare le valutazioni le competenze multidisciplinari necessarie. In questo modo, a parità sostanziale di costi, si potrebbero individuare interventi più mirati ed efficaci per mitigare la vulnerabilità degli edifici e accrescere la sicurezza delle persone al loro interno.

I risultati di questa complessa analisi hanno infine trovato una sintesi nel rapporto tra la capacità (azioni sismiche che la singola struttura è in grado di sopportare allo stato attuale) e la domanda (l’azione sismica prevista dalla normativa per quella struttura in quella zona), che rappresenta il cosiddetto “indice di vulnerabilità” degli edifici (α).

Nella seguente tabella è riassunta la situazione attuale degli edifici esaminati:

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Si noti che, sulla base di quanto generalmente proposto a livello internazionale per quanto riguarda gli edifici esistenti, in via preliminare, si può distinguere tra:

  • Edifici ad alto rischio sismico, caratterizzati da un rapporto capacità/domanda < 0.3 (particolare attenzione deve essere riservata per i rapporti inferiori a 0,15)
  • Edifici a moderato rischio sismico, caratterizzato da un rapporto capacità/domanda da 0,3 e < 0,6
  • Edifici a basso rischio sismico, caratterizzati da un rapporto capacità/domanda oltre 0,6

In base alla bozza delle NTC del 2017 gli edifici ad uso scolastico e dunque anche quelli destinati all’attività universitaria, dovranno presentare un rapporto tra capacità e domanda pari a 0,6. Pertanto sulla base della determinazione degli indici di vulnerabilità e considerando i parametri di sicurezza, l’Ateneo ha deciso di intervenire prevedendo soluzioni per il miglioramento sismico, che, data la natura localizzata degli interventi necessari a garantirne l’esecuzione, non pregiudicheranno il normale utilizzo degli spazi dedicati alle attività didattiche o di ricerca. Ancor prima dell’inizio delle indagini sugli edifici, l’Ateneo ha previsto in bilancio una somma pari a 5 milioni di euro che garantirà ampiamente la copertura dei costi per l’esecuzione degli interventi di miglioramento sismico.

Ultima modifica il Martedì, 12 Settembre 2017 22:14

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