La procura della Repubblica dell'Aquila ha disposto il dissequestro del materiale confiscato lo scorso gennaio a Francesco Baldarelli, membro del cda e direttore generale dello stabilimento Accord Phoenix, l'azienda di recupero e trattamento Raee (rifiuti elettronici) insediatasi in una parte dell'ex polo elettronico di Pile.
Lo riferisce il quotidiano Il Centro.
L'inverno scorso Baldarelli era finito nel registro degli indagati con l'accusa di truffa e si era visto sequestrare, in seguito a una perquisizione, del materiale infromatico (computer, chiavette usb, telefoni cellulari e tablet). Secondo gli inquirenti, Balderelli, in concorso con altri, avrebbe dipinto un quadro "fittizio" per far ottenere a Accord Phoenix, tramite Invitalia, il finanziamento pubblico di 10 milioni di euro - soldi provenienti dal plafond dei fondi per la ricostruzione destinato alle attività produttive - di cui è stata destinataria.
Quello su Baldarelli non è l'unico filone di inchiesta che riguarda Accord Phoenix. Poco più di due mesi fa, a luglio, Ravi Shankar, azionista di maggioranza della società, aveva patteggiato tre mesi e mezzo di arresto nell'ambito del processo in cui era accusato, insieme allo stesso Baldarelli e a Hanes Jorgen Lundo, responsabile della linea produttiva, di reati ambientali. Una vicenda, legata a presunti illeciti nella gestione di rifiuti pericolosi e ad altre irregolarità riguardanti i locali dello stabilimento ex Italtel e Flextronics, per la quale, a dicembre 2016, la guardia di finanza aveva posto sotto sequestro l'impianto e i macchinari, misura poi revocata dalla procura. La posizione di Shankar, che nel frattempo si è dimesso, era stata stralciata in virtù della richiesta di patteggiamento. Baldarelli e Lundo rimangono imputati.