Poco meno di 8 ore per approvare a larga maggioranza - 28 voti favorevoli, 1 astenuto (Carla Cimoroni) e 1 contrario (Angelo Mancini) - un provvedimento che né il centrosinistra all'opposizione né il centrodestra al governo della città potevano bocciare: in Consiglio comunale, è arrivato il via libera al piano d'ambito sociale che, per il prossimo biennio, impegnerà 6 milioni e mezzo di euro.
Un documento istruito dalla passata amministrazione, a seguito di un lavoro lungo 8 mesi portato avanti dall'allora assessora Emanuela Di Giovambattista, e portato in Consiglio dal successore Francesco Bignotti che, in poche settimane, non ha potuto mettere mano al piano, sebbene abbia rivendicato di aver potenziato alcune azioni in favore delle famiglie e dei micro-contesti urbani [Leggi qui l'approfondimento].
Per questo, la discussione in aula si è fatta presto sterile, con i consiglieri di minoranza a mettere in evidenza la bontà del lavoro svolto dall'amministrazione uscente e i colleghi di maggioranza, d'altra parte, a sottolineare che il provvedimento, l'anno che verrà, sarà riveduto e corretto; un dibattito che si è incentrato, per lo più, sulle diverse visioni politiche di centrodestra e centrosinistra, mancando di approfondire, come ci si sarebbe potuto aspettare, le difficoltà che minano il tessuto sociale della città. Se il consigliere di 'Noi con Salvini' Francesco De Santis ha inteso ribadire come sia una "vergogna" che, su una base di 4 milioni di euro destinati dal Comune all'ambito distrettuale sociale, "ben 1.5 siano assicurati alla gestione di 100 minori stranieri", Giustino Masciocco (Articolo 1) ha sottolineato come sia mancata una discussione "nel merito del provvedimento, per capire quali somme del bilancio comunale fossero a disposizione e quali progetti sociali potranno essere finanziati. Ci hanno costretto a discutere solo dell'involucro esterno di un provvedimento, che rappresenta l'ossatura sociale dell'assistenza di un'amministrazione comunale, ma non della sua anima. I principi che sono alla base del piano redatto dalla precedente amministrazione - ha aggiunto - sono equità, ossia impegno di tutti gli operatori a svolgere la loro attività in modo imparziale, uguaglianza (a parità di bisogno i servizi sono erogati senza distinzioni di razza, sesso, nazionalità, religione e opinione politica), attenzione alla persona nella sua globalità, con pieno rispetto della sua dignità, qualunque siano le sue condizioni fisiche o mentali, culturali o sociali. Risulta quindi complicato cercare di capire come alcuni gruppi consiliari di maggioranza possano aver votato un provvedimento in aperto contrasto con le loro convinzioni e con la veemente propaganda contro gli stranieri che mettono in atto costantemente".
Sta di fatto che è mancata un'analisi compiuta dello spaccato sociale, pur drammatico, che emerge dal piano distrettuale.
A leggerlo, si evince come si sia innalzata l'età media dei cittadini aquilani; continua ad essere negativo il saldo della popolazione e così il trend relativo allo spopolamento. Il nucleo familiare medio è di 2.4 componenti, mezzo punto in meno rispetto al 2009.
Pesante il dato sull'indigenza delle famiglie: il 42% dei nuclei con figli di età compresa fra zero e 2 anni ha un Isee inferiore a 8 mila euro; il 50% degli stessi ha un Isee inferiore a 4 mila euro. Si contano, dunque, oltre mille famiglie in situazione di totale indigenza. Un dato che emerge anche dalle domande pervenute per l'accesso al bonus economico del 2015, quando a presentare l'istanza furono 537 nuclei familiari con Isee inferiore a 4 mila euro pari a 1.700 cittadini; ben 209 persone hanno dichiarato redditi pari a zero.
Critica anche la situazione abitativa: l'assessore Bignotti ha riferito della presentazione di 300 richieste per alloggi di edilizia popolare. Sono state 1.160 le domande per gli alloggi del progetto Case e Map. Dal piano si evince, inoltre, che sono 2.760 le persone non autosufficienti che beneficiano di indennità d'accompagnamento, pari al 4% della popolazione aquilana. Il Comune ha preso in carico circa 350 nuclei familiari.
Ancora: i minori non accompagnati sono cento, cui si aggiungono 30 minorenni residenti in case famiglia; il flusso è triplicato negli ultimi anni con bambini provenienti soprattutto dall'Est Europa. Circa il 7% degli alunni delle scuole aquilane mostra un disagio socio-ambientale e forme di povertà; sono in aumento i casi di bullismo e alcolismo fra gli studenti e si registra, come non bastasse, un aumento delle forme di aggressività nelle scuole primarie.
In Consiglio comunale, però, si è preferito parlare d'altro. Per quasi 8 ore.