Venerdì, 06 Ottobre 2017 03:52

Ex biblioteche provinciali, crisi senza fine: mancano soldi e personale

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E' una crisi senza fine quella che stanno vivendo le ex biblioteche provinciali abruzzesi, passate, da un anno a questa parte, sotto la giurisdizione della Regione per effetto della legge Delrio.

Senza soldi e con il personale ridotto all'osso, le quattro biblioteche - la De Meis di Chieti, la Tommasi dell'Aquila, la Melchiorre-Delfico di Teramo e la D'Annunzio di Pescara - sono state dimenticate anche dalla politica, finendo sul fondo della lista delle preoccupazioni e delle priorità dell'attuale governo regionale, malgrado gli annunci e le promesse, che avevano suscitato diverse aspettative sul rilancio dell'intero sistema.

E' una situazione nota, che NewsTown ha raccontato più volte, l'ultima delle quali l'inverno scorso.

Da allora, tuttavia, poco o nulla è cambiato, se non in peggio.

Un nuovo grido d'allarme arriva dalla Deputazione di Storia Patria, che qualche giorno fa, attraverso un comunicato dai toni molti preoccupati, ha denunciato lo stato di "sostanziale immobilismo" in cui versano i quattro istituti, annunciando anche di aver scritto al presidente D'Alfonso

La Deputazione ha segnalato "i numerosi e crescenti problemi", "le pesanti riduzioni di personale qualificato", i "carenti aggiornamenti del patrimonio librario", i "mancati rinnovi di abbonamenti ai periodici", "le riduzioni di orari di apertura, con conseguenti e crescenti disagi per l’utenza pubblica".

All'origine delle carenze di organico ci sono più cause. Nel trasferimento di competenze tra enti, si è lasciato, al personale della Provincia che andava ricollocato, la libertà di scegliere la propria destinazione, e quasi nessuno ha scelto le biblioteche. La Regione Abruzzo, a quel punto, ha predisposto un piano per trasferire personale interno ma quando sembrava che tutto si fosse risolto è arrivata la stangata dei 163 pensionamenti anticipati voluti dalla giunta D'Alfonso. Dall'oggi al domani, il settore Cultura, dal quale le biblioteche dipendono, si è ritrovata con cinque dipendenti, a fronte dei 29 che c'erano prima.

Altro personale da mandare, per il momento, non c'è, come conferma il dirigente Giancarlo Zappacosta, anche perché la Corte dei conti, oltre a impedire alla regione la possibilità di fare nuove assunzioni per i noti problemi di bilancio, le ha posto uno stop anche per i distacchi e per il ricorso a eventuali esternalizzazioni.

La sensazione è quella di essere finiti in un vicolo cieco: "L'unica soluzione sarebbe stipulare delle convenzioni con qualche associazione no profit" afferma Zappacosta "ma francamente non possiamo lasciare tutto nelle mani del volontariato, l'istituzione deve esserci". E poi servirebbe personale già qualificato, formato e motivato.

Per dare un'idea di quanto il passaggio dalle province alla regione sia avvenuto, come dice Zappacosta, "a freddo e non a caldo", basti pensare che, dopo un anno, non è ancora stato completato il trasferimento delle utenze. Come se non bastasse, la Regione si è ritrovata sul groppone anche diverse morosità al cui pagamento le province non avevano dato adempimento.

L'emergenza è trasversale e estesa a tutte le quattro biblioteche ma i casi più gravi sono due, L'Aquila e Chieti. Qui i disagi sono amplificati anche dalla localizzazione. Sia la Tommasi che la De Meis sono state dislocate, seppur per motivi diversi, in piena periferia, lontano dai centri storici: la Tommasi a causa del terremoto del 2009, che ha distrutto la storica sede di piazza Palazzo; la De Meis per il crollo di un'ala della sede centrale, avvenuta nel lontano 2005.

La biblioteca Salvatore Tommasi ha un organico attualmente composto da 4 persone (di cui una assunta part-time) ed è sprovvista di un direttore/dirigente. L’utenza, per effetto sia della contrazione degli orari sia, soprattutto, della sede decentrata e mal collegata, è crollata, passando dalle 200 presenze giornaliere pre-sisma alle (scarse) 30 attuali.

Dalla scorsa primavera sono tornate le aperture pomeridiane ma è cambiato poco. E il piano di rilancio annunciato qualche mese fa dal dirigente del Servizio Beni e Attività Culturali della Regione, Francesco Tentarelli, e dal consigliere regionale delegato alla Cultura Luciano Monticelli - nel quale avrebbe dovuto trovare posto anche un ricco calendario di eventi - non è mai partito.

La Regione si era anche impegnata - in attesa che inizino, benché non si sappia ancora quando, i lavori nella sede di piazza Palazzo - a cercare altri locali di proprietà pubblica, agibili e situati in centro o nelle immediate vicinanze, dove ricollocare temporaneamente se non tutta almeno una parte della Tommasiana. Un riavvicinamento dettato non solo dal buon senso - le biblioteche pubbliche vivono se si mettono in rete con il resto della città, se mantengono una vicinanza fisica con le scuole, le università, i musei - ma anche dal bilancio, visto che l'affitto della sede di Bazzano costa 164 mila euro l'anno.  

Anche questi propositi, tuttavia, sono rimasti lettera morta.

 

Biblioteche audio: al via proposta innovativa

Realizzare nel comprensorio aquilano una sala insonorizzta per registrare il contenuto dei libri, incentivare le 'biblioteche audio' affinché siano fruibili da chiunque; creare un server per fare un formato digitalizzato delle copie dei volumi; inserire nella didascalia la denominazione Unione Italiana Cechi ed Ipovedenti (UICI), incentivare il gruppo di lettori, anche con un corso di dizione.

A due anni di distanza dalla presentazione di 'Abruzzo in audio', sinergia tra Regione – Dipartimento Cultura e Turismo – e Associazione Ciechi e Ipovedenti d'Abruzzo, Associazione Italiana Maestri Cattolici sezione Abruzzo e volontari 'Donatori di voce' (gruppo di Sulmona) la proposta arriva da Americo Montanaro, ipovedente, membro del Consiglio Provinciale Uici Aq e Vice Presidente Regionale dell'associazione per facilitare la registrazione del contenuto – in camera insonorizzata – e la fruizione dei libri a tutti indistintamente.

Viene accolta, inoltre, positivamente dal Direttore del Dipartimento, Giancarlo Zappacosta: "Un segnale di crescita civile – per il direttore Zappacosta - non solo culturale e non solo mirato alla valorizzazione turistica e paesaggistica del territorio'. I volontari, sinora, registrano l'audio nelle proprie abitazioni ove i suoni delle attività esterne possano creare disturbo all’ascolto.

"Un segnale di crescita civile – per il Direttore Zappacosta - non solo culturale e non solo mirato alla valorizzazione turistica e paesaggistica del territorio".

'Abruzzo in audio' consente ad ogni Sindaco abruzzese di offrire, ai partner del progetto, un testo sulla cultura del proprio paese, da inserire in file audio raccolti in cofanetti. Hanno aderito sinora il Comune di Avezzano e la locale Associazione Antiqua, i Comuni di: Gioia, Pescina, Tagliacozzo, Ortucchio, Trasacco, San benedetto dei Marsi, Canistro, Castellafiume, Cappadocia, Oricola, Rocca di Botte, Luco dei Marsi, Lecce nei Marsi, Collelongo, Collarmele. La storia è nata 10 anni fa quando la sezione UICI del capoluogo propose, all'ufficio di rappresentanza di Sulmona, un corso di lettura, fatto da attori professionisti a cui gradualmente si sono iscritti lettori volontari. Ora sono 15 i lettori volontari che prestano la loro voce per chi non può vedere.

Sono 3 le sedi del comprensorio aquilano: la sede Intercomunale di Avezzano, l'ufficio di rappresentanza di Sulmona, L'Aquila sede del Consiglio Provinciale. Ad Avezzano la sede comprende 35 Comuni. Preziosa è stata nella Marsica la collaborazione di Antiqua che ha fornito alla sezione UICII del capoluogo marsicano i testi storici provenienti dai Comuni limitrofi che ora non si stampano più. L'attività è finalizzata alla salvaguardia di opere di artisti locali o inerenti la storiografia del posto

 

Ultima modifica il Venerdì, 06 Ottobre 2017 14:37

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