Botta e risposta tra il presidente dell'associazione Lavoriamo per L'Aquila Venanzio Cretarola e i sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil sui lavoratori del contact center Inps dell'Aquila.
Pochi giorni fa si sono aperte le buste della nuova gara di appalto per l'affidamento del servizio. I sindacati, in una conferenza stampa, hanno chiesto di estendere il contratto delle telecomunicazioni a tutti i dipendenti del contact center, anche a quelli assunti da cooperative e agenzie interinali, in modo da far valere per tutti la clausola sociale prevista dal bando di gara.
"I sindacati mentono sapendo di mentire" attaca Cretarola, secondo il quale già era previsto che la clausola sio applicasse anche i lavoratori di cooperative e agenzie interinali.
"Cretarola va in confusione" è la risposta di Marilena Scimia e Francesco Marrelli (Cgil), Piero Francazio (Uil), Antonio De Simone (Cisl) "il giorno dopo ci si dimentica quel che si è fatto il giorno prima".
Di seguito, la nota di Cretarola e la risposta dei sindacati.
Cretarola: "Chi difende veramente i lavoratori?"
Cgil, Cisl e Uil dell'Aquila, dopo mesi di latitanza, hanno di nuovo affermato che ai 250 lavoratori di Lavorabile, dipendenti delle cooperative sociali, non si applica la Clausola Sociale che dovrebbe garantire la continuità occupazionale con il nuovo gestore della commessa.
Mentono sapendo di mentire.
Grazie alle battaglie portate avanti solo dall'Associazione Lavoriamo per L'Aquila anche l'Inps ha chiarito formalmente che la clausola riguarda non solo le cooperative ma anche i circa 60 interinali. Cgil, Cisl e Uil avevano anche sostenuto per mesi che i subappalti erano esclusi dalla clausola, ma sono stati smentiti anche su questo.
I tre sindacati hanno sostanzialmente incitato le aziende aggiudicatarie della commessa Inps a licenziare i lavoratori delle cooperative e gli interinali. Fortunatamente hanno torto, ma ciò che dicono quindi è ancora più grave.
Il vero problema è che i tre sindacati in un anno non hanno mai nemmeno chiesto all'Inps di inserire nel bando di gara in corso la corretta applicazione della legge sulla clausola prevedendo esattamente la stessa cosa prevista nel settore dei trasporti pubblici: nei bandi va chiarito che, nei cambi di gestione degli appalti, i contratti di lavoro del personale non cessano ma continuano con il nuovo gestore.
Oggi va chiesta la stessa cosa al Ministro del Lavoro e all'Inps. Solo così si garantisce sia il mantenimento dell'attuale sede di lavoro che la tutela del trattamento normativo ed economico.
Cgil, Cisl e Uil di questo si rifiutano anche solo di parlare: si limitano a fare l'elenco dei problemi, senza mai fare una proposta concreta di soluzione.
Cgil, Cisl e Uil non si sono nemmeno opposti alla scellerata scelta dell'Inps di non applicare il codice appalti che limita il punteggio della parte economica al 30%, emanando il Bando di Gara 3 giorni prima della sua entrata in vigore (ed era noto da mesi).
Cgil, Cisl e Uil non ricordano che il loro accordo nazionale di maggio 2016 ha consentito ai nuovi gestori di ridurre pesantemente stipendi, scatti di anzianità e TFR dei lavoratori, usufruendo contemporaneamente di notevoli agevolazioni - dalla stessa Inps - per la riassunzione delle medesime persone che lavoravano fino al giorno prima.
Praticamente i lavoratori aquilani sono costretti a "difendendersi" da quell'accordo, purtroppo applicato nell'ultimo anno in tutta Italia (e anche a L'Aquila).
Oggi Cgil, Cisl e Ui,fanno finta di accorgersi, dopo 7 anni, che in Lavorabile esistono due Contratti nazionali e fanno finta, solo finta, di chiedere il passaggio al contratto nazionale telecomunicazioni con un aumento del 5 % per poi ridurre lo stipendio del 20 %.
Ma che storia è questa?
Poiché i lavoratori hanno ormai capito che da questi sindacati bisogna difendersi, piuttosto che essere difesi, hanno promosso l'adesione ad un diverso sindacato riconosciuto a livello nazionale, la Cisal comunicazione, che in pochi giorni ha superato 170 iscritti, cioè più degli altri 3 messi insieme.
L'unica risposta di Cgil, Cisl e Uil è stata una campagna di calunnia e terrorismo parolaio continuando ad evitare, da mesi, ogni confronto pubblico con chi la pensa diversamente, non avendo più il monopolio della rappresentanza dei lavoratori.
Nei prossimi giorni i lavoratori di Lavorabile per la prima volta eleggeranno direttamente i loro rappresentanti sindacali – mai fatto da Cgil, Cisl e Uil da anni - e riattiveranno iniziative forti per la loro tutela.
La replica dei sindacati
Arriviamo alla nota vicenda del call center Lavorabile. Il signor Venanzio Cretarola, già sindacalista nella Cisl, già Presidente del Consorzio Lavorabile, già Presidente dell’associazione lavoriamo per L’Aquila, già candidato al consiglio comunale del comune dell’Aquila, oggi sindacalista della Cisal, continua a confondere le idee ai lavoratori, nella totale assenza di assunzione di responsabilità per quanto sta accadendo all’interno del consorzio lavorabile.
Infatti, lo stesso Cretarola fu artefice dell’applicazione del contratto nazionale delle cooperative sociali, con tutte le conseguenze in termini economici e normativi. Le organizzazioni sindacali già dal mese di gennaio 2011 chiedevano la trasformazione del contratto delle cooperative sociali nel contratto nazionale delle telecomunicazioni, con risposta di diniego dall’allora presidente del Consorzio, ossia Venanzio Cretarola.
In questi mesi lo stesso ha distratto l’attenzione dei lavoratori affrontando vicende che nulla hanno in comune con il cambio di appalto della commessa Inps-Inail-Equitalia, rinviando continuamente ad altre questioni, prima l’appalto RAI e poi gli accordi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali del settore trasporti.
Il signor Cretarola nulla dice sulle norme di riferimento del settore call-center - telecomunicazioni, continuando però a fare riferimento all’art. 1, comma 10 della legge 11/2016. La predetta norma recita testualmente che: “In caso di successione di imprese nel contratto di appalto con il medesimo committente e per la medesima attività di call center, il rapporto di lavoro continua con l’appaltatore subentrante, secondo le modalità e le condizioni previste dai contratti collettivi nazionali di lavoro applicati e vigenti alla data del trasferimento, stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative sul piano nazionale”. Si traggano le dovute conclusioni.
Le organizzazionio sindacali in tutte le sedi hanno continuato a ribadire la necessità di garantire la continuità del rapporto di lavoro e l’applicazione dell’elemento della territorialità.
Bisogna altresì rammentare che le sigle sindacali congiuntamente alle rappresentanze datoriali settore telecomunicazioni, hanno sottoscritto nel mese di maggio 2016 un verbale di accordo per la gestione delle attività di call center. Tale accordo, disciplina, in caso di successione di imprese nel cambio di appalto le modalità e le condizioni di passaggio dei lavoratori dalla società cedente alla società subentrante. Lo stesso accordo disciplina i due elementi tanto cari anche al signor Cretarola: come l’effettiva garanzia dell’applicazione della continuità del rapporto di lavoro e dell’ambito “territoriale in cui opera il personale”.
Lo stesso Cretarola continua però ad affermare che bisognava intervenire sul Ministero del Lavoro, sul Presidente dell’Inps, sulle varie commissioni parlamentari e, financo, ricorrendo anche alla Corte di Strasburgo, nonché al Tribunale dell’AIA, eppure è tanto semplice ammettere che le clausole di salvaguardia della continuità del rapporto di lavoro e dell’ambito territoriale sono già scritte in accordi e norme di legge che riguardano specificatamente il settore delle telecomunicazioni.
Non vorremmo che il signor Cretarola, “nella logica che la miglior difesa e l’attacco” , si appresti a sperimentare la “supercazzola”, in tal caso gli consigliamo di indirizzala verso la Corea del Nord, riceverà sicuramente pronta risposta.
La risposta di Cretarola: "Dai sindacati ancora bugie"
Cgil, Cisl e Uil delle Telecomunicazioni e Cgil Funzione Pubblica dell’Aquila insistono inspiegabilmente in una evidente battaglia personale verso la mia persona invece di occuparsi dei problemi dei lavoratori.
Siccome (chissà perché) nel loro comunicato si sono premurati di elencare solo alcune delle mie tante esperienze professionali pregresse, sono disposto - se lo chiedono - ad inviargli il mio Curriculum completo. Potranno così verificare le numerose iniziative da me portate avanti per il lavoro e l’occupazione, non solo a L’Aquila.
Loro cosa hanno fatto? Quanti posti di lavoro hanno promosso?
Continuano a guardare all’indietro gettando fumo negli occhi sul contratto delle Cooperative sapendo bene che tutti i controlli degli organi competenti, fra cui Ispettorato del lavoro e la stessa Inps, hanno sancito la perfetta legittimità delle condizioni contrattuali in Lavorabile per tutto il periodo in cui ne sono stato responsabile.
Hanno perfino mentito ai lavoratori su cosa si sono detti nei tre incontri con Lavorabile sull’argomento. Lo sanno tutti.
Incredibilmente continuano ancora oggi a sostenere che la Clausola sociale si applica solo ai dipendenti con contratto TLC, anche dopo che la stessa Inps lo ha negato formalmente. E’ una menzogna!!
Perché lo fanno?
Stiano “sereni”: i tempi di Goebbels sono passati.
I lavoratori hanno capito che oggi ripetere spesso bugie non le trasforma in verità.
E’ proprio per questo che in pochi giorni già oltre 170 lavoratori hanno aderito alla Cisal Comunicazione, sindacato formalmente rappresentativo a livello nazionale. Perché hanno capito che c’è bisogno di un sindacato che li rappresenti veramente e che soprattutto lasci decidere a loro stessi del loro futuro.
La Cisal infatti ha immediatamente chiamato tutti gli iscritti ad eleggere direttamente i loro rappresentanti; la triplice non lo ha mai fatto preferendo “nominarli” dall’esterno.
La prima reazione della triplice sindacale è stata la calunnia e il terrorismo parolaio della mail inviata a tutti i lavoratori di Lavorabile, evitando accuratamente di parlare dei problemi concreti dei lavoratori.
A L’Aquila, in questa categoria, c’è oggi un grande problema di democrazia sindacale.
Rinnovo per la sesta volta l’invito a Cgil, Cisl e Uil ad un confronto pubblico sui problemi veri, davanti ai lavoratori e anche alle TV. Ma anche stavolta rifiuteranno.
Preferiscono limitarsi agli insulti, alle insinuazioni e alle bugie sfuggendo sempre al confronto unitario davanti ai lavoratori, “sventolando” un loro presunto diritto esclusivo alla rappresentanza dei lavoratori nelle sedi in cui si firmano gli accordi che li riguardano, senza però nemmeno interpellarli. Diritto che non hanno più.
I 3 sindacati hanno pubblicamente definito “normale” perfino licenziare 300 lavoratori di Almaviva di Roma che il lavoro ce l’avevano proprio sulla commessa Inps, per sostituirli a Napoli, dopo però avergli tolto il 20 % di stipendio (grazie ai loro accordi).
E’ questo che accade nel settore call center da due anni, e anche a L’Aquila: riduzione di stipendi e peggioramento normativo solo sulle spalle dei lavoratori, anche senza alcun oggettivo motivo economico o di mercato. E questo accade proprio applicando il tanto decantato accordo di maggio 2016 (di Cgil. Cisl e Uil) che non contiene nessuna delle garanzie che qui a L’Aquila chiediamo da un anno e che i loro sindacati nazionali di categoria non hanno mai nemmeno chiesto a INPS.
E’ assurdo e inspiegabile che oggi i 3 sindacati si rifiutino anche solo di parlare di ciò che i loro colleghi del settore Trasporti hanno ottenuto dal Ministro a maggio scorso: esattamente ciò che chiediamo da un anno a Inps. Ecco perché dobbiamo immediatamente investire del problema il Ministro del Lavoro, che istituzionalmente vigila e controlla l’INPS e deve esigere la corretta interpretazione della Clausola sociale, esattamente come fatto nei trasporti.
Ma loro tre non vogliono nemmeno tentare: perché?
Cgil, Cisl e Uil aquilani continuano a dichiarare che non c’è nulla da fare fino all’aggiudicazione della gara Inps, quando forse sarà troppo tardi.
Si stanno assumendo una impressionante e pesantissima responsabilità sulla pelle dei lavoratori.
Si limitano nel frattempo ad infantili e volgari battutacce sulle “supercazzole” e sulla Corea del Nord.
L’associazione Lavoriamo per L’Aquila e i suoi 500 aderenti sono stati costretti da quasi un anno a condurre da soli la battaglia per l’affermazione dei diritti dei lavoratori, per il rispetto della legge e per la tutela del servizio pubblico dell’Inps.
Grazie a questa battaglia è stato dimostrato che avevamo ragione su tutti gli aspetti determinanti che sono stati sempre negati da Cgil, Cisl e uil: applicazione della clausola sociale ai subappalti, alle cooperative, agli interinali, ecc. ecc.
Ora basta! Se Cgil, Cisl e Uil non vogliono occuparsi dei diritti dei lavoratori del contact center Inps stiano “sereni” e si facciano da parte. Altrimenti comincino finalmente a farlo, garantendo ai lavoratori il loro diritto a decidere.