Giovedì, 19 Ottobre 2017 09:32

Gran Sasso, esperimento con sorgente radioattiva. Galletti: "Non esiste alcun rischio dispersione". De Sanctis: "Difende l'indifendibile"

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E' ancora scontro sull'esperimento 'Sox' previsto dall'aprile 2018 nei Laboratori di Fisica nucleare del Gran Sasso e che implicherà l'uso di una potente sorgente radioattiva di Cerio 144 proveniente da un combustibile radioattivo di un reattore russo.

Il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti, in risposta ad una interrogazione del deputato di Abruzzo Civico Giulio Cesare Sottanelli, ha ribadito che "non esiste alcun rischio di dispersione di Cerio-144 e, dunque, di contaminazione anche minima dell'ambiente circostante, del laboratorio ed in particolare delle acque del bacino del Gran Sasso, come evidenziato e dimostrato con studi tecnici completi". 

Sottanelli si è detto soddisfatto: "I cittadini abruzzesi hanno il diritto di essere informati in maniera completa ed esaustiva sull'esperimento e sulle precauzioni di sicurezza adottate - ha sottolineato - I laboratori del Gran Sasso sono una eccellenza internazionale e la loro attività va sostenuta. Il ministro ha chiarito nei dettagli tutte le precauzioni che saranno adottate e che finora non erano state comunicate con efficacia alla popolazione, suscitando giustamente preoccupazione. Ho chiesto al governo di mantenere alta l'attenzione e di fare in modo che possa essere risolta in maniera definitiva la messa in sicurezza del nostro patrimonio idrico e la compartimentazione delle tre infrastrutture che convivono nel Gran Sasso, ovvero i laboratori, l'autostrada e i punti di captazione della nostra acqua".

Nella risposta all'interrogazione, Galletti ha chiarito come l'Istituto abbia precisato che "il generatore di neutrini è progettato per garantire massima sicurezza anche in caso di eventi incidentali. In particolare, il Cerio-144 è sotto forma di polvere solida, è sigillato in modo permanente e sicuro all'interno di una doppia capsula in acciaio saldata. La combinazione della doppia capsula in acciaio e del contenitore sigillato di tungsteno rende impossibile la dispersione del materiale, anche in quantità minime e anche in caso di eventi incidentali indipendenti quali terremoti, incendi o allagamenti del sito dell'esperimento, scenari valutati attentamente nella fase di progetto".

Dunque, Galletti ha aggiunto che questa configurazione "rimarrà invariata per tutta la durata dell'esperimento, che sarà di circa 18 mesi. Al termine dell'esperimento, la sorgente ritornerà in Francia, presso l'istituto che ne detiene la proprietà. Al riguardo, anche l'Ispra ha evidenziato che per le caratteristiche fin qui esposte si esclude che, a seguito dell'impiego della sorgente, possano derivare rilasci di sostanze radioattive nell'ambiente ed eventuali contaminazioni delle falde acquifere. Ricordo inoltre che in sede di autorizzazione, l'Ispra ha fissato specifiche prescrizioni circa le prove da effettuare preliminarmente all'installazione e al successivo impiego della sorgente".

L'Istituto effettuerà la propria attività di vigilanza sull'esecuzione delle prove, così come rilascerà il previsto specifico attestato di sicurezza, per quanto riguarda le operazioni di trasporto. "Con riferimento alle operazioni di trasporto è altresì previsto che venga rilasciato specifico attestato di sicurezza da parte del Centro Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione", ha concluso il ministro.

Le sue parole, però, non hanno convinto affatto gli ambientalisti. "Galletti, avendo già autorizzato l'esperimento senza alcuna trasparenza e partecipazione del pubblico in pieno contrasto con la Convenzione di Aarhus che dovrebbe per primo far rispettare, ha difeso l'indifendibile visto che il Testo Unico dell'Ambiente vieta senza se e senza ma lo stoccaggio di sostanze radioattive vicino alle captazioni, anche sorgenti schermate", la replica di Augusto De Sanctis, responsabile del Forum H2O. "Su quest'ultimo aspetto vogliamo evidenziare che i governanti hanno il riflesso condizionato nel negare problemi di sicurezza. Anche a Fukushima sostenevano che erano impossibili problemi, i reattori erano schermati: sappiamo come è andata a finire". Dunque, l'affondo: "Galletti è lo stesso ministro che garantiva sul petrolio, laddove c'è stato il gravissimo incidente al Centro Oli di Viggiano con la perdita di centinaia di tonnellate di petrolio".

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