Mercoledì, 25 Ottobre 2017 19:41

Metanodotto Snam, si muove la politica abruzzese: rinviato vertice a Roma

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Abruzzo in mobilitazione avverso la realizzazione del metanodotto Snam nel tratto tra Sulmona e Foligno. Ed è saltata la riunione che la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva convocato per questa mattina.

"Le motivazioni per opporsi sono molteplici e inattaccabili perciò chiediamo con forza che la politica tutta le faccia pesare con il Governo e la Società proponente, con la consapevolezza che è loro preciso dovere difendere la salute dei cittadini, il territorio, l’ambiente", avevano ribadito i comitati cittadini per l'ambiente. E la politica si è mossa: prima, la presa di posizione del sindaco di Sulmona Annamaria Casini che ha espresso "la netta contrarietà della Giunta e del Consiglio comunale alla realizzazione dell'opera"; poi, l'affondo del consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci che, alla prossima seduta consiliare, presenterà una risoluzione che propone di studiare un tracciato in mare: "Il governo e il Partito Democratico non possono continuare a fare finta di nulla, a nascondere la testa sotto la sabbia. Dovranno scegliere se privilegiare le ragioni della convenienza economica e dei grandi operatori energetici oppure, al contrario, fare una scelta di pura e semplice prudenza, che apra la possibilità di una valutazione di un tracciato alternativo, lontano dai territori ad alto rischio sismico, dalla aree interne di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria che, oltre alla morte e alla distruzione degli ultimi anni, non possono e non devono sopportare la spada di Damocle di una infrastruttura che, l’ho detto più volte in passato, rischia di rivelarsi una vera e propria bomba a orologeria".

E ancora, l'assessore Andrea Gerosolimo: "Il nostro sarà sempre e comunque un No". Quindi, il Consiglio comunale dell'Aquila che, riunito in assise il 23 ottobre scorso, ha approvato un ordine del giorno, primo firmatario Lelio De Santis, con il quale si impegnano il sindaco e la giunta "ad assumere atti amministrativi al fine di impedire, d'intesa con Provincia e Regione, la realizzazione del gasdotto"; a votare il documento, i consiglieri di minoranza: la maggioranza di centrodestra ha deciso di astenersi. "Mi chiedo come possa essere ancora sul tavolo l’eventualità di stuprare circa 100 chilometri dell’Appennino centrale per inserirvi proprio un gasdotto. Cento chilometri di territorio in cui il rischio sismico è elevatissimo", si è domandato il consigliere regionale di Sinistra Italiana, Leandro Bracco.

In questi anni le Istituzioni locali a tutti i livelli, dalla Regione e giù, fino ai Comuni, hanno manifestato la loro contrarietà al metanodotto con atti amministrativi che, tuttavia, potrebbero essere cancellati con un colpo di spugna dal Governo: l'esecutivo, infatti, ha avocato a sè la decisione nonostante la Regione, nella Conferenza dei servizi, abbia negato l'intesa. D'altra parte, se è vero che la Costituzione attribuisce alla Regioni un parere decisorio sul consenso alla realizzazione di un’opera di questo genere, è vero anche che il decreto Sblocca Italia - voluto dal Governo Renzi e approvato dal Parlamento nel 2014 - consente alla Presidenza del Consiglio di assumere competenza esclusiva circa la realizzazione di opere d'interesse nazionale che rivestono carattere d’urgenza. 

Ed infatti, la Presidenza aveva fissato per questa mattina un vertice a Roma per forzare i tempi; il governatore Luciano D'Alfonso, però, ha chiesto - e ottenuto - il rinvio della riunione a data da destinarsi per la concomitanza della visita in Abruzzo della sottosegretaria Paola De Micheli. In realtà, è soltanto il primo atto di un braccio di ferro che si preannuncia lungo e complesso. D'Alfonso ha ribadito che "il tema della costruzione del metanodotto Sulmona-Foligno è, per il Governo Regionale e per l’opinione pubblica, di stringente attualità in ragione della previsione progettuale del tracciato della condotta stessa, laddove esso si sviluppa in aree naturalistiche di pregio – ossia all’interno di più Parchi Nazionali – nonché a motivo di faglie sismiche attive che pure ‘intercetta’ lungo l’intera dorsale appenninica". Ha dunque sottolineato che non intende sottrarsi alla discussione per l’importanza della materia da trattare, "ancor più perché nell’ambito del tavolo operativo si è chiamati ad assicurare una posizione ‘vincolante’ dell’Ente di appartenenza". Come a dire che il parere di Regione Abruzzo si proverà a farlo valere.

Insomma, D'Alfonso pare volersi opporre alla volontà manifesta del Governo. Se basterà, lo scopriremo nei prossimi mesi. Intanto, la senatrice Stefania Pezzopane ha annunciato in serata di aver presentato un'interrogazione per chiedere al governo, nuovamente, che venga riconsiderato il tracciato del gasdotto, così da evitare che ricada in gran parte in zone sismiche. "La vicenda del gasdotto della Snam Rete Adriatica è antica - ha ricordato Pezzopane - il tracciato originario non ricadeva nella fascia appenninica, che nel frattempo è stata colpita dagli eventi sismici di agosto 2016 e gennaio 2017. Torno quindi a chiedere che venga rivisto il progetto dell'infrastruttura, perché non ha senso fare proclami sulla prevenzione, quando poi si autorizza la realizzazione di un'opera così potenzialmente pericolosa in zona sismica. L'alternativa esiste, è il progetto originario, su Appennino e aree ad alto rischio sismico ci vuole una svolta nel modello di sviluppo".

 

La vicenda del metanodotto Snam

E' ripartito l'iter procedurale per la realizzazione del metanodotto Snam, 'serpente' di metano' di un metro e venti di diametro che taglierebbe l'Appennino per 168 chilometri, in una zona sismica a massimo rischio, interessata dai terremoti più distruttivi degli ultimi anni: l'aquilano - con lo stesso capoluogo d'Abruzzo e la sua frazione a est, Paganica, attraversata da una faglia sismica attiva - passando per le aree contigue all'amatriciano, colpite dal terremoto dello scorso 24 agosto, e fino alla Valnerina (Norcia) e ai Monti Sibillini (Visso e Ussita), terre dell'epicentro del sisma del 26 ottobre.

Sebbene le Istituzioni locali a tutti i livelli, dalla Regione e giù, fino ai Comuni, si siano espresse avverso il progetto a parole, e con atti amministrativi, il via libera alla realizzazione del metanodotto potrebbe essere imminente. D'altra parte, l'infrastruttura energetica è considerata una priorità, da anni, "perché dobbiamo servire il nostro Paese e l'Europa attraverso le opere di adduzione e di trasporto del gas proveniente dall'est europeo" ribadiva, più di tre anni fa, l'allora sottosegretario Giovanni Legnini, oggi vice presidente del CSM. Non è un caso che la riunione presso la Presidenza del Consiglio - poi rimandata - sia stata convocata a qualche ora dalle dichiarazioni del Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti che ha sottolineato come stiano per partire i lavori di realizzazione del Tap, il gasdotto trans-Adriatico che dovrebbe connettere Italia e Grecia attraverso l'Albania, pensato per portare in Europa gas naturale dalla zona del Caucaso, del Mar Caspio e, chissà, del Medio Oriente, attraverso le coste pugliesi. A Brindisi, il gasdotto dovrebbe allacciarsi con la Rete Adriatica Snam che, per quasi 700 km, porterebbe il gas fino a Minerbio, tagliando, appunto, le aree interne appenniniche.

Come ricordato dalla senatrice Pezzopane, i corridoi di passaggio del gasdotto erano stati individuati lungo la costa. Oggi, il progetto prevede - al contrario - soltanto un tratto di lungomare. Da Biccari (Foggia) in poi, le difficoltà geologiche e un elevato grado di urbanizzazione della costa hanno imposto la scelta di un tracciato più interno. Appunto, sulle montagne molisane fino ad arrivare in Abruzzo e, di qui, su per Foligno fino in provincia di Bologna. Ed i motivi sono anche economici: tra Campochiaro (in provincia di Campobasso) e Sulmona esiste già un tratto del gasdotto Transmed che ha suggerito di sfruttarne il corridoio. Un gasdotto costa circa 2 milioni di euro per ogni chilometro, sfruttare il tunnel abruzzo-molisano vorrebbe dire risparmiare almeno 50 milioni. Ecco perché, per Snam, è cruciale l'Abruzzo interno. Nonostante si tratti di una zona a forte rischio sismico e di grande pregio ambientale. Il metanodotto, infatti, taglierebbe 3 parchi nazionali, un parco regionale e oltre 20 siti di rilevanza comunitaria.

Il governatore Luciano D'Alfonso ha sempre ribadito che la posizione di Regione Abruzzo "non è un no a qualsiasi infrastruttura energetica; la Regione dice no a questa attuale allocazione, ma siamo pronti ad entrare nel merito, con il governo e con la Snam, per cercare di trovare soluzioni alternative che rispettino i beni irripetibili del nostro ambiente e del nostro territorio". Insomma, il progetto si farà e passerà anche dall'Abruzzo, la speranza era di invididuare un percorso altro rispetto a quello disegnato da Snam. Purtroppo, l'accellerazione per la realizzazione della centrale di compressione a Sulmona - l'iter è oramai concluso - non lascia che flebili speranze; per la centrale, l'esecutivo ha avocato a sé la decisione nonostante la Regione, nelle Conferenze dei servizi, abbia sempre negato l'intesa. 

Ultima modifica il Giovedì, 26 Ottobre 2017 11:56

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