Lunedì, 30 Ottobre 2017 19:36

Univaq, inaugurato nuovo anno accademico. Inverardi: "Migliorare offerta formativa. Ben vengano le critiche ma vogliamo rispetto". La rettrice ricorda Vincenzo Rivera

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"Sull'offerta formativa, in questi anni, abbiamo fatto molto con risorse limitate. Ma non basta, dobbiamo fare di più".

E' uno dei passaggi del discorso con cui la rettrice dell'Università dell'Aquila Paola Inverardi ha inaugurato l'anno accademico 2017/18. La cerimonia si è tenuta nell'aula magna del Dipartimento di Scienze Umane, alla presenza dei rappresentanti istituzionali locali e del Senato Accademico. Assenti, invece, alte cariche dello Stato, a differenza degli ultimi due anni (nel 2015 era venuto il capo dello Stato Mattarella e nel 2016 il ministro della Giustizia Andrea Orlando).

Il discorso della rettrice con un tributo rivolto a Vincenzo Rivera, fondatore dell'ateneo aquilano di cui quest'anno ricorre il 50° anniversario della morte. Rivera, botanico, professore prima a Perugia e poi a Roma, ebbe l'intuizione di far svolgere all'Aquila, nel 1949, alcuni corsi estivi dell'Università di Roma. Dato il successo ottenuto, l'esperimento venne replicato anche negli anni successivi, fino a che, nel 1952, ci fu la decisione di costituite l'Istituto Universitario di Magistero.

senato accademico

Gli indicatori: iscritti e immatricolazioni

Nell'ultimo anno accademico, ha mostrato, grafici alla mano, Paola Inverardi, l'Università dell'Aquila ha avuto 18512 iscritti e 5177 immatricolazioni.

Numeri nettamente più bassi rispetto al pre-sisma (nel 2007/2008 gli iscritti erano 24392 e gli immatricolati 7362) ma anche rispetto al 2013/2014, l'anno in cui questi due indicatori hanno raggiunto il picco (26422 iscritti e 8383 immatricolati).

Il trend ha iniziato a invertirsi l'anno successivo, fino al netto calo registrato nel 2015/2016, quando gli iscritti sono scesi a 19483 e le immatricolazioni a 4623. "Colpa", naturalmente, della reintroduzione delle tasse, sospese per 6 anni in virtù dell'accordo di programma stipulato tra ateneo e Miur all'indomani del terremoto.

La Inverardi ha ricordato la difficile transizione dal sistema della totale esenzione alla nuova tassazione, in un quadro economico difficile, contrassegnato dai tagli alla ricerca e al FFO (fondo di funzionamento ordinario), dalle sforbiciate al diritto allo studio e dal blocco del turnover.

Nonostante tutto, ha osservato la rettrice, l'Università dell'Aquila ha saputo comunque raggiungere risultati importanti nel reclutamento e nella qualità della produzione scientifica.

Sapendo di poter contare su risorse limitate, la governance di Univaq ha fatto delle scelte ben precise puntando molto sull'internazionalizzazione (reclutamento di docenti stranieri), raddoppiando gli investimenti sui dottorati e gli assegni di ricerca, acquistando strumentazione all'avanguardia (come un microscopio elettronico a scansione di ultima generazione, l'unico attualmente presente in Italia).

Sempre nell'ottica e nella consapevolezza di agire e competere in un contesto globale, ha affermato la Inverardi, sono stati creati 8 corsi di laurea internazionali a mobilità strutturata, sono stati implementati i programmi Erasmus con l'Erasmus Mundus e altri progetti, sono stati accolti quasi 700 studenti stranieri. Univaq ha aumentato i fondi totali destinati al sostegno della mobilità degli studenti all'estero, passati dai 2 milioni del 2015 ai 4 milioni del 2017.

Rapporti con il territorio e progetti di ricerca

Una delle politiche perseguite maggiormente dall'ateneo aquilano negli ultimi anni, ha sottolineato la rettrice, è stata la tessitura di rapporti e legami con il territorio, sia con altri istituti e enti di ricerca (Gssi, Infn) sia con gli altri atenei abruzzesi (l'accordo appena siglato con l'università di Pescara sulle scuole di specializzazione di Medicina).

Il radicamento territoriale passa anche attraverso le iniziative culturali promosse dentro e fuori l'università (Street science, I mercoledì della cultura e I quarti d'ora accademici organizzati in collaborazione con Officina musicale), gli accordi e i protocolli d'intesa stipulati con associazioni di categoria e enti locali, la riprogrammazione delle sedi, con il ritorno del rettorato in centro, a Palazzo Campneschi e Ciavoli-Cortelli, e l'inserimento dei progetti per la ristrutturazione di Palazzo Carli, ex San Salvatore, via Assetgi e ex convento di Roio nel piano pluriennale in approvazione per il prossimo Cipe.

Per quanto riguarda i progetti di ricerca in cui Univaq ricoprirà un ruolo da protagonista, la Inverardi ha voluto ricordare la sperimentazione sul 5G; il progetto Emerge, che vede coinvolti anche FCA, polo automotive, Telespazio, Leonardo; l'apertura del centro di ricerca di ZTE.

Le risorse e l'offerta formativa: mancano i docenti

Le risorse umane (personale docente) e le lacune dell'offerta formativa sono due dei punti dolenti richiamati dalla Inverardi nel suo report.

Negli ultimi dieci anni è dimunuito il numero dei corsi di laurea, sia quello dei corsi triennali (passati dai 49 del 2007/2008 ai 33 attuali) che quello dei corsi specialistici (scesi da 41 a 31 nel medesimo arco temporale).

L'Università dell'Aquila, ha ricordato la rettrice, ha evidenti problemi di organico - il numero dei docenti è passato dai 618 del 2003 ai 508 attuali (ma nel conto non vengono considerati ricercatori, dottorandi e assegnisti di ricerca) e quello del personale tecnico-amministrativo, nello stesso lasso di tempo, è sceso da 510 a 476 - e i suoi dipendenti hanno un'età media abbastanza alta: 55 anni per i docenti e 53 per gli amministrativi.

Le carenze di organico fanno sì che il rapporto studenti/docenti sia ancora troppo alto rispetto ad altri atenei: al momento Univaq ha un professore ogni 33 studenti mentre il rapporto delle altre università con meno di 30 mila iscritti è in media di 1 a 30.

Nel 2017, tuttavia, sono stati fatti piccoli passi avanti: si sono registrate 4 assunzioni tra il personale tecnico/amministrativo, 22 progressioni di carriera per ordinari e associati, l'assunzione di 10 docenti esterni e di 30 ricercatori.

"E' ancora troppo poco" ha detto la Inverardi "Pur consapevoli di essere riusciti a reggere l'urto in un quadro nazionale di tagli e di scarsità di risorse, dobbiamo migliorare l'offerta formativa, andando anche al di là dei nostri limiti. Ben vengano le critiche però pretendiamo che nei nostri confronti ci sia rispetto, il rispetto che si deve a un'istituzione come l'università. Si deve capire che avere un'università nel proprio territorio è un enorme privilegio. Non possiamo essere oggetto di speculazioni e lotte politiche".

Gli altri problemi

"All'Aquila, nonostante il trend delle immatricolazioni degli ultimi anni sia stato in netto calo, anche quest'anno l'ateneo ha deciso di riconfermare ciecamente i numeri programmati, senza voler provare a trovare una soluzione alternativa".

Ad affermarlo è stato Marco Bosica, presidente del consiglio studentesco.

La riconferma dell'accesso programmato in alcuni corsi di laurea (Biologia, Scienze motorie, Psicologia e Biotecnologie) continua a essere criticato dalle organizzazioni studentesche, che chiedono alla Inverardi di agire per eliminarlo: "Da tre anni tutti i numeri programmati locali nei corsi di laurea triennale hanno provocato il mancato raggiungimento persino del contingente fissato, tanto da costringere l'ateneo a riaprire i termini di iscrizione nel mese di ottobre, quando la gran parte degli studenti ha già scelto dove andare. Se la rettrice vuole cancellare questa brutta pagina deve farlo ora".

Quello del numero chiuso non è il solo problema evidenziato dagli studenti, che lamentano anche carenza di servizi e spazi come le aule studio e la mensa (che riguarda soprattutto Scienze Umane e Economia), la mancata stipula, da parte dell'università, di convenzioni con le strutture sportive per l'applicazione di tariffe agevolate, un sistema dei trasporti urbani in inefficiente, scarso coinvolgimento degli studenti, da parte delle istituzioni locali, e del comune in particolare, nelle scelte e nelle decisioni riguardanti alcuni temi, come la vivibilità del centro storico o la mobilità urbana.

Ultima modifica il Lunedì, 30 Ottobre 2017 22:03

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