"Una ricostruzione dei fatti scorretta e piena d'omissioni".
Ad Enrico Perilli, già presidente della Commissione territorio, responsabile regionale 'ambiente e territorio' del Partito della Rifondazione comunista, non è andato affatto giù la presa di posizione dell'associazione 'Progetto Montagna' [leggi qui] che, nei giorni scorsi, ha denunciato la "pessima" gestione del Ctgs relativamente al progetto di sostituzione della seggiovia delle Fontari. "Chi ha causato il ritardo, grida ora allo scandalo", l'affondo di Perilli.
Che ricostruisce la vicenda ai microfoni di NewsTown. Nell'estate 2015, viene rigettato dagli uffici dell'Ente Parco Gran Sasso il progetto di sostituzione della seggiovia con un nuovo tragitto, "più sicuro e razionale" ha sempre ribadito 'Progetto Montagna'; un percorso più lungo, che avrebbe messo in collegamento la zona Scindarella con l’imbarco della funivia "evitando inutili e rischiose passeggiate, specialmente senza sci e in caso di maltempo, al riparo da una zona ventosa sin dai tempi della nascita di Eolo. Una scelta dettata da motivi di sicurezza, non certo dalla stoltezza umana, come qualcuno ha preferito credere", l'assunto dell'associazione.
In realtà, "il progetto nasce male proprio per la volontà dell'allora sindaco Cialente e del direttore tecnico Cordeschi, sostenuti dagli 'sviluppisti', di procedere con la realizzazione di un nuovo impianto invece che con la sostituzione", sostiene Perilli; "arrivarono persino a farsi fare un parere che sosteneva come il nuovo impianto potesse configurarsi comunque come una sostituzione. Ribadimmo che, così, il progetto sarebbe stato respinto e si sarebbe perso tempo. Niente, tirarono dritto".
Perilli ricorda che la necessità di realizzare un nuovo tragitto era giustificata con il presunto scarrucolamento delle Fontari in cresta: "sul progetto che presentarono era prevista una stazione di monte più alta di 30 metri, sostenendo ci sarebbe stata meno ventosità: una tesi che andava suffrogata dai fatti, però. In effetti, la Commissione Via produsse tre osservazioni e, tra le altre, chiese proprio i dati sulla ventosità. Andava istallato un anemometro che avrebbe dovuto misurarla per almeno due anni. Si sarebbe andati oltre il 31 dicembre 2015, col rischio di perdere i fondi Par Fsc e, ad oggi, staremmo ancora a produrre rilevazioni. Per questo, l'allora amministratore unico Giuliani decise di imporre la linea Lolli, mettendo nel cassetto il progetto Cialente, e venne firmato il documento sottoscritto dalle forze di centrosinistra per procedere con la reale sostituzione [leggi qui]".
In altre parole, stando a Perilli non è vero che il nuovo progetto fu ritirato da Giuliani prima che potesse andare in discussione alla Commissione di Valutazione di Impatto Ambientale che avrebbe potuto - così sostiene 'Progetto Montagna' - rivedere, scavalcare o mediare il parere degli uffici tecnici del Parco. "La Commissione produsse osservazioni precise sul progetto e, dunque, per ripresentarlo il Ctgs avrebbe dovuto rispondere nel merito, depositando, tra le altre cose, i dati sulla ventosità che, come detto, avrebbero allungato ulteriormente i tempi".
I ritardi accumulati, "chiamano in causa l'allora sindaco, il direttore tecnico e il comitato dei riperimetratori che sposò il progetto, non certo l'amministratore unico cui va la mia solidarietà", le parole di Perilli a NewsTown. "E' insopportabile che, quasi tre anni dopo, chi causò i ritardi si scagli avverso Giuliani, l'ultimo dei responsabili: in realtà, l'impasse fu dovuta ad un progetto che non aveva alcuna possibilità di essere accolto", e c'è chi provò ad avvertire che sarebbe andata così.
Perilli ha poi inteso sottolineare "un altro paradosso della storia: in questi anni, il Ctgs è stato mantenuto in vita per non licenziare i lavoratori assunti dall'amministrazione Tempesta; il centrosinistra ha ereditato un'azienda sovradimensionata e ha fatto i salti mortali per non mandare a casa i dipendenti. Ora, chi ha causato i problemi - e ha invitato più volte a portare i libri in Tribunale - si scandalizza per la situazione economica del Centro turistico. E' un paradosso, se è vero che, tra l'altro, alcuni degli attuali assessori e consiglieri erano in maggioranza già negli anni dell'amministrazione Tempesta".
Dunque, un ultimo affondo: "In questi anni, siamo stati accusati di immobilismo; in realtà, volessimo davvero evitare ogni tipo d'intervento sul Gran Sasso dovremmo limitarci a seguire 'Save Gran Sasso': le azioni conflittuali messe in campo in questi anni, non hanno prodotto altro risultato".
La replica di Progetto Montagna
"Finalmente, a distanza di due anni, grazie all’intervento del conservatorista Enrico Perilli che da ex consigliere comunale ed ex presidente della commissione territorio va al contrattacco sulla questione Fontari, si scoprono gli altarini che stanno dietro alla mancata realizzazione della nuova seggiovia Fontari (percorso spostato), funzionale - per non essere troppo di parte - almeno alla questione vento".
Si legge in una nota dell'associazione 'Progetto Montagna' che replica, così, alle parole di Perilli. "La decisione di abbandonare il progetto del nuovo percorso e ritirarlo in sede di Comitato VIA Regione Abruzzo del 3 dicembre 2015, Giudizio 2588, è dovuta esclusivamente ad una questione politica", l'affondo; "con l’unico scopo di sorreggere l’allora traballante maggioranza al Comune dell’Aquila, si arrivò all’accordo con le associazioni ambientaliste ed il conservatorista Perilli per abbandonare il progetto, nonostante avesse la Valutazione d’Incidenza Ambientale favorevole redatta dall’Ente Amministrativo competente, e cioè il Comune dell’Aquila (Det. Dir. 136 del 24 luglio 2015 e nota esplicativa n. 88317 del 5 ottobre 2015)".
Sul sito [qui], l'associazione pubblica lo stralcio dei riferimenti amministrativi "e dell’osservazione fatta, a termini scaduti, dal conservatorista Perilli. Rientrava nell’accordo, probabilmente, anche l’affossamento dei quesiti referendari di modifica dei confini, poi sostituiti, con enorme successo, dalla raccolta firme della Petizione del Gran Sasso. E’ inutile che adesso il conservatorista Perilli si affanni ad attribuire ad altri la colpa dei ritardi di realizzazione della Seggiovia Fontari, confondendo i fatti e le situazioni, perché tale ritardo è da imputare, senza ombre di dubbio, alla gestione del Centro Turistico del Gran Sasso che, improvvidamente, pur in possesso delle progettazioni pronte dall’autunno del 2016 (un anno dopo il Comitato VIA della Regione), ha consegnato una copia brevi mani ai vertici del Parco Nazionale del Gran Sasso in una riunione svoltasi a Palazzo Fibbioni il giorno 14 marzo 2017 cui erano presenti anche il Sindaco Massimo Cialente, la nostra associazione ed il rappresentante degli albergatori del Gran Sasso".
Per ultimo, e non per importanza, 'Progetto Montagna' aggiunge che "la richiesta di riattivazione della procedura di VIA presso la Regione Abruzzo è stata inviata dal Centro Turistico del Gran Sasso in data 22 marzo 2017. Saremo pure sviluppisti, simpatico nomignolo attribuitoci, ma noi teniamo realmente allo sviluppo economico della valle ed alla creazione di nuovi posti di lavoro. Il Gran Sasso rappresenta una grossa occasione che stiamo perdendo, per questo continueremo ad urlare malgrado lo stupore dei conservazionisti".