Martedì, 07 Novembre 2017 13:27

L'Aquila, legge su vani accessori: ecco cosa si potrà fare (e cosa no)

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"Si è discusso della legge regionale 40/2017 [leggi qui], delle modifiche che l'amministrazione comunale ha ritenuto di apportare [qui]; abbiamo ritenuto importante, però, convocare la conferenza stampa per spiegare bene agli aquilani cosa possono fare".

Parole dell'assessore all'urbanistica Luigi D'Eramo (Noi con Salvini) che, stamane, ha convocato la stampa per fare il punto sull'adozione della norma, all'indomani del Consiglio comunale; accanto a lui, il presidente della Commissione territorio Raffaele Daniele, la consigliera di Fratelli d'Italia Ersilia Lancia, il capogruppo di Forza Italia Roberto Jr Silveri, il capogruppo di Benvenuto Presente Daniele D'Angelo, il consigliere Luca Rocci di L'Aquila futura, il consigliere e compagno di partito Luigi Di Luzio e l'assessore Emanuele Imprudente, responsabile provinciale di NcS.

"Ci sono motivazioni tecniche e politiche che spiegano l'adozione della legge regionale così come avvenuta, e cioé con una serie di limitazioni che ne riducono, e di molto, gli effetti", ha sottolineato D'Eramo; politiche, innanzitutto: "abbiamo inteso ribadire il primato dell'amministrazione nella pianificazione del territorio, in particolare in una città in fase di ricostruzione e che si appresta ad adottare nel giro di 13-14 mesi il nuovo Piano regolatore generale, primo passo verso la definitiva approvazione". E in questo senso - ha aggiunto D'Eramo - "credo che le regole vadano scritte insieme, con un confronto democratico che potrà pure essere aspro ma dovrà strutturarsi nel modo più ampio possibile".

Insomma, la pianificazione spetta all'amministrazione comunale, "non può essere un ente terzo - la Regione, in questo caso - ad occuparsene"; inoltre, "va fatto passare un messaggio chiaro: abbiamo evitato le grandi speculazioni che avrebbero azzoppato le scelte future; i piccoli commercianti, tuttavia, e così i semplici cittadini, potranno intervenire sulle piccole proprietà per migliorare e dare slancio alle loro attività o per migliorare la qualità dell'abitare".

Come spiegato nei giorni scorsi, è consentito il cambio di destinazione d'uso dei locali accessori per un massimo di 40 metri quadrati, "riferimento numerico che è frutto di un ragionamento - ha inteso sottolineare D'Eramo - in effetti, la media delle proprietà immobiliari sul territorio si attesta sui 110-120 mq, e dunque parliamo di un intervento possibile comunque importante. Abbiamo tenuto fuori i garage, gli interrati e i seminterrati", ha aggiunto, "una scelta politica, di nuovo, necessaria in una città che aspira a rappresentare un modello di sicurezza e qualità dell'abitare; inoltre, sono esclusi interventi in aree peep, pap, le lottizzazioni intese come grandi comparti commerciali, direzionali e così via, le zone industriali di completamento".

D'Eramo ha poi tenuto a spiegare anche le considerazioni di carattere tecnico che sottendono alla decisione di adottare la norma regionale con tali limitazioni; "la legge 40 si inserisce in un quadro normativo già complesso, con una sommatoria di deroghe - regionali e comunali - rispetto all'edificato esistente; in particolare, la legge regionale 15 del 2004 consente già il recupero a fini residenziali dei sottotetti, fino ad una altezza di 2 metri e 40, su tutto il territorio comunale e senza limiti di superficie". Inoltre, le legge 16/2009 permette di incrementare le superfici utili residenziali su tutto il territorio - escluse le zone produttive, per attrezzature generali e le zone A dei centri storici di L'Aquila e frazioni - per un massimo del 20% dell'esistente e, comunque, per un massimo di 100 mc per unità immobiliare; la stessa legge consente l'incremento in caso di interventi di demolizione e ricostruzione, nelle stesse zone, e per un massimo del 35%, e comunque fino a 150 mc per unità immobiliare, a patto che ci sia un adeguamento energetico in classe A.

"C'è poi la legge regionale 49/2012, recepita con delibera di Consiglio comunale, che consente la riqualificazione e la riconversione di edifici esistenti attraverso incrementi di volume e superficie utile, residenziale e produttiva, su tutto il territorio comunale eccetto i centri storici, le zone agricole, le zone di rispetto ed ex vincoli decaduti, per un massimo del 20% e fino al 30% in caso di adeguamento energetico (parliamo del residenziale) e per un massimo del 10% e fino al 20% (produttivo). La stessa norma - ha aggiunto D'Eramo - permette il cambio di destinazione d'uso tra le attività compatibili previste dalle legge, ad eccezione dei centri storici, e non sono previste limitazioni di superficie".

Infine, è vigente la delibera di Consiglio comunale 109 del 2016 - una variante alle norme tecniche d'attuazione, adottata dall'assise e che, nelle prossime settimane, arriverà a definitiva approvazione - "che è migliore della legge 40, e che consente cambi di destinazione d'uso di superficie utili ricadenti nei centri storici (a L'Aquila solo i piani terra, nelle frazioni anche gli edifici terra cielo) non 'legandole' alle destinazioni d'uso principali dell'edificio, come accade con la recente norma regionale".

Stante le cose, una ulteriore legge avrebbe di fatto creato una gestione amministrativfa ancora più complessa e confusa.

Dunque, l'avvertimento agli aquilani: "Su indicazione del sindaco Biondi, che ha seguito la genesi della delibera passo dopo passo, abbiamo inserito una sorta di norma di salvaguardia: come noto, il Governo ha impugnato 3 dei 9 articoli della legge, e in particolare 2 che rappresentano il cuore dell'impianto normativo; è chiaro che dovessero essere dichiarati incostituzionali, il senso della legge verrebbe meno. Insomma, se è vero che, da domani, la legge è esecutiva e, quindi, si potrà chiedere il cambio di destinazione d'uso di locali accessori, è bene fare attenzione, ed essere prudenti: si dovesse arrivare al pronunciamento di incostituzionalità degli articoli impugnati, coloro che avessero approfittato della norma dovrebbero riportare la condizione dell'immobile ante operam".

A dire che il buon senso consiglierebbe di attendere il pronunciamento della Corte che dovrebbe arrivare nelle prossime settimane.

D'Eramo ha ringraziato chi ha votato a favore della delibera, anche dai banchi dell'opposizione, e pure chi si è astenuto: "il confronto auspicato sulle regole generali che andranno a pianficare lo sviluppo della città c'è stato, ed ha funzionato abbastanza bene, grazie anche al presidente della Commissione territorio, Raffaele Daniele, che ha saputo gestire la fase amministrativa con l'istituzionalità che l'ha sempre contraddistinto".

"Rivendico un piccolo risultato", ha chiarito Daniele; "per la prima volta, abbiamo provato ad 'utilizzare' la Commissione non semplicemente per fornire un parere su un deliberato già confezionato, ma l'abbiamo convocata in una fase precedente, affinché le forze politiche di maggioranza e opposizione potessero fornire eventuali contributi che aiutassero l'assessore e gli uffici ad elaborare la delibera di recepimento della legge regionale. E così è avvenuto, tant'è vero che la proposta in Consiglio comunale è passata col voto della maggioranza e di parte dell'opposizione - penso alla consigliera Cimoroni, alla collega Vicini, a De Santis - e con l'astensione del Pd che, immagino, abbia deciso di astenersi per ragioni squisitamente politiche, considerato che la norma è stata approntata dalla Giunta di centrosinistra in Consiglio regionale".

E se la consigliera Ersilia Lancia ha sottolineato come il rilancio dell'azione amministrativa possa passare proprio dagli strumenti di governo del territorio, il capogruppo di Forza Italia Roberto Jr Silveri ha lanciato una stilettata ai rappresentanti del comprensorio a Palazzo Silone: "la legge 40 è stata pensata sulla costa e fatta apposta per la costa, i nostri amministratori non hanno svolto il loro compito, o non l'hanno saputo svolgere, lasciandoci sul groppone un problema spinoso da risolvere. Ecco il peso che abbiamo in Regione, al momento".

Paolo Romano: “Centrodestra lacerato”

“Che la variante alle norme tecniche d'attuazione n.109 del 2016, varata dalla precedente giunta di centrosinistra sia migliore -per L'Aquila - della Legge regionale n.40 sono parole che il neo assessore all'urbanistica D'Eramo ha con correttezza ripetuto in più occasioni. Che però questa nuova giunta di centrodestra non abbia avuto il coraggio di non adottare, per quelle stesse motivazioni, la L.40 è un dato di fatto che rende inaccettabili le successive polemiche sugli estensori della norma”.

Ad affermarlo, in una nota, è il capogruppo in consiglio comunale Paolo Romano.

“Scagliarsi contro fantomatici interessi pescaresi” scrive Romano “citando a supporto gli articoli 6 e 7 che riguardano la pineta dannunziana e che, successivi al progetto di Legge, nulla c'entrano con lo stesso se non nella gestazione comune, denotano superficialità e scarsa conoscenza degli ingranaggi regionali e rinfocolano solo un campanilismo che non permette la crescita matura dei territori”.

“Leggere, dulcis in fundo” prosegue la nota “le farneticazioni del capogruppo di FI, Silveri jr, che pur di impersonare un'invettiva qualunque, si scaglia anche contro il suo stesso partito in regione accusandolo di aver remato solo per interessi costieri, per poi dichiarare l'inconsistenza politica regionale attuale di FI, lascia intendere una lacerazione più profonda al loro interno di quel che si voglia far vedere”.

“Non si può non essere preoccupati” conclude Romano “da un'attività amministrativa se diretta da una classe politica in grado di spargere solo inesattezze e velenose rivendicazioni”.

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Novembre 2017 12:50

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