"Per quanto riguarda la Solvay, abbiamo risolto il problema con grande successo: si è installata una ditta, la Chimica Bussi, che ha riassunto tutti i dipendenti e ha presentato un piano industriale attualmente al vaglio di Invitalia per un ulteriore sviluppo. Un progetto da 25 milioni che porterà a una nuova crescita occupazionale".
Parole di Giovanni Lolli che, in una intervista rilasciata al Messaggero sulle crisi industriali in Regione, ha rivendicato l'insediamento della società, la prima che si è insediata a Bussi dopo la scoperta della mega discarica dei veleni. Parole che hanno scatenato la reazione rabbiosa del sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta. "Lolli parla come Solvay oppure parla come Chimica Bussi?", si è domandato; "se invece parla come vice presidente della Regione, dovrebbe riflettere prima di farlo", l'affondo. "Solvay e Chimica Bussi sono due società che hanno fatto 'legittimamente' un accordo tra privati. La Regione e il Comune, invece, avevano individuato un altro percorso: un accordo di programma che oltre alla reindustrializzazione prevedesse anche opere di bonifica e messa in sicurezza. Tutto è saltato ed oggi sappiamo perché".
Dichiara sempre Lolli che la società Chimica Bussi ha presentato un progetto di 25 milioni che porterà nuova occupazione. "Se Lolli si riferisce al clorito, sappia che per aprire questo impianto a Bussi bisogna chiudere quello di Brescia", ha inteso sottolineare Lagatta; "faccio fatica ad immaginare un Ministero dello Sviluppo impegnato a finanziare un progetto che come 'atto propedeutico' prevede il licenziamento di oltre 50 lavoratori. Il vice presidente Lolli, tra l’altro, contraddice se stesso, visto che alcuni giorni fam a proposito della Intecs Spa, ha dichiarato che non è possibile dare finanziamenti pubblici a chi licenzia".
Una polemica esplosa nei minuti in cui il Forum abruzzese dei Movimenti per l'acqua diffondeva la notizia del secondo ricorso perso al TAR dalla Toto Holding spa in merito al bando di gara per la bonifica delle discariche 2A e 2B. Ricorso dichiarato irricevibile; resta pendente il giudizio al Consiglio di Stato sul primo. "I giudici non sono entrati nel merito dei motivi del ricorso - spiega il Foro - giudicandolo irricevibile per tardività nella sua promozione rispetto ai termini di legge. Si legge nella sentenza: 'sulla base dei principi già enunciati nella sentenza n. 3700 del 2017 e, comunque, tenuto conto dei rilievi in essa formulati, la presente impugnativa non può che essere riconosciuta - al pari della precedente - come tardivamente proposta e, dunque, deve essere dichiarata irricevibile, ai sensi dell'art. 35 c.pr.amm.'".
Bonifica che ancora non è stata avviata, come noto, sebbene ci siano 50 milioni in cassa e sia stata già indicata, in via preliminare, l'impresa che dovrebbe occuparsene, la belga Dec-Deme, che attende l'affidamento definitivo.