Martedì, 12 Novembre 2013 09:44

Regione, arrestato De Fanis. Lunedì interrogatori di garanzia

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Con le accuse di concussione, truffa aggravata e peculato, il Corpo forestale dello Stato di Pescara, L’Aquila e Chieti, ha arrestato stamane l’assessore alla Cultura della Regione Abruzzo, Luigi De Fanis, eletto nelle liste del Popolo delle Libertà. Quattro giorni fa, ironia della sorte, aveva partecipato alla presentazione della prima carta dei servizi sanitari per detenuti realizzata dalla Asl di Chieti.

L’operazione, denominata “Il Vate” (perché interessa iniziative per il 150esimo della nascita di Gabriele D’Annunzio), è stata coordinata dal Procuratore capo di Pescara, Federico De Siervo e dal sostituto Giuseppe Bellelli, già protagonista del processo 'Sanitopoli' che ha in seguito portato alla condanna dell’ex governatore abruzzese Ottaviano Del Turco a nove anni e sei mesi. Agli arresti domiciliari anche la segretaria particolare di De Fanis, Lucia Zingariello. Obbligo di dimora, invece, per Rosa Giammarco, responsabile dell'Agenzia per la Promozione culturale di Sulmona/Castel di Sangro e per un imprenditore di Vasto, Ermanno Falone, rappresentante legale dell'associazione "Abruzzo Antico" che, si legge nell'ordinanza del gip, era "sostanzialmente gestita dall'assessore De Fanis ed utilizzata quale filtro attraverso cui far transitare le erogazioni dei contributi regionali per gli eventi culturali". Inoltre, sempre secondo il gip, "Falone, legale rappresentante di Abruzzo Antico ed in questa veste, prestanome del De Fanis, risulta, dedito sistematicamente a concorrere con quest'ultimo nelle condotte illecite".

L'indagine della magistratura mira a far luce sulle modalità di erogazione dei contributi in base alla legge regionale n.43/73 che disciplina organizzazione, adesione e partecipazione a convegni e altre manifestazioni culturali. Ha preso il via, riferiscono dalla Forestale, dalla denuncia di un imprenditore, Andrea Mascitti, che si è rivolto al Corpo dopo le continue richieste di denaro ricevute da parte dell'assessore De Fanis in cambio della erogazione di fondi per l'organizzazione di manifestazioni culturali. In particolare, come detto, per gli eventi celebrativi dell'anniversario dei 150 anni della nascita di Gabriele d'Annunzio. "Spero che la mia denuncia sia d'esempio", ha sottolineato l'imprenditore ai microfoni dell'Agi. "Sulle indagini, ancora in corso - dice - non posso dire proprio nulla, più in là, magari, avrei invece desiderio di parlare. Ringrazio la magistratura e il Corpo forestale dello Stato per quello che stanno facendo. E' una cosa importante. Sono felice. Per fortuna - aggiunge - ci sono persone meravigliose. Spero che il mio gesto serva ad esempio. Mi auguro che certe cose non accadano più".

Nel corso delle attività sono emerse anche ipotesi di peculato d'uso di beni e risorse della Regione Abruzzo per interessi privati. L’assessore, secondo l’accusa, avrebbe usato in più occasioni come un 'bancomat' i fondi regionali destinati alla cultura, peraltro già molto scarsi. Soldi per gli alberghi, soldi per lo champagne, e anche per le amiche della segretaria Lucia Zingariello: le risorse a disposizione dell'assessorato venivano utilizzate per tutto, tranne che per la cultura. E così, se da una parte la Regione piangeva miseria e respingeva le richieste di finanziamento di centinaia di associazioni culturali (tra cui anche quella della scrittrice Dacia Maraini), dall'altra l'assessore aveva messo in piedi un sistema per mettersi in tasca i fondi pubblici. Già, perché a quei pochi imprenditori della cultura ai quali l'ente concedeva soldi, De Fanis chiedeva tangenti, micro-tangenti, come microscopici erano i fondi di cui disponeva.

Lunedì sono previsti gli interrogatori di garanzia. Si tratta senza dubbio di un brutto colpo per la Giunta del presidente Gianni Chiodi, a pochi mesi dalle elezioni regionali.

 

 

Chi è Luigi De Fanis


Specializzato in Ortopedia e dal 1993 aiuto ortopedico all’ospedale di Atessa. Ha iniziato l’attività politica nella Democrazia Cristiana, nel 2001 è passato in Alleanza Nazionale, partito del quale è stato membro del direttivo provinciale, e quindi nel Pdl. È stato sindaco di Montazzoli dal 1990 al 1995 e assessore della Comunità Montana Alto Vastese dal 1995 al 2000. Nel 2007, dopo essere stato eletto consigliere comunale di Atessa, è stato nominato assessore dal sindaco Nicola Cicchitti (Udc). È stato eletto consigliere regionale nel dicembre 2009 con 5.746 preferenze (in provincia di Chieti, il secondo più votato) mentre le deleghe da assessore gli sono state affidate a gennaio del 2011 e riguardano Beni culturali, Politiche culturali, editoriali e dello spettacolo, Sanità veterinaria e sicurezza alimentare, Prevenzione collettiva. De Fanis è sposato ed ha una figlia. È volontario della protezione civile e, dopo la morte del figlio Orazio, avvenuta a novembre del 2007, collabora con l’Associazione vittime della strada.

 

 

Le accuse

 

L'assessore alla Cultura Luigi De Fanis "risulta dedito a strumentalizzare la propria carica a fini illeciti, predisponendo complesse strategie di procedure amministrative, denotando, pertanto, una pervicace abitualità delittuosa di talché è altamente probabile che compirà altri reati della stessa specie di quelli posti in essere". Lo sottolinea il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara Maria Carla Sacco, motivando le esigenze cautelari a carico degli arrestati.

Per quanto riguarda la segretaria Lucia Zingariello, a detta del gip, "svolge mansioni da intermediaria nell'attività illecita posta in essere da De Fanis stesso; anche per lei appare concreto il pericolo di reiterare condotte delittuose analoghe a quelle già accertate a suo carico".

Ermanno Falone, legale rappresentante di Abruzzo Antico e in questa veste, "prestanome del De Fanis", "risulta dedito sistematicamente a concorrere con quest'ultimo nelle condotte illecite; tuttavia il Falone - prosegue il giudice - ben potrebbe compiere anche autonomamente analoghi reati, portando a ulteriori conseguenze delittuose quelli in itinere, con il collaudato sistema della associazione Abruzzo Antico attraverso la predisposizione di fatture 'gonfiate' finalizzate a ottenere finanziamenti per le attività culturali e concreto, allo stato, appare il pericolo di inquinamento probatorio, non apparendo il Falone occasionale complice, ma concorrente abituale del De Fanis".

Rosa Giammarco, responsabile dell'Agenzia per la Promozione culturale della Regione Abruzzo, viene descritta, invece, come "funzionaria infedele ai propri compiti d'ufficio". "Consapevole del ruolo di De Fanis dietro l'associazione Abruzzo Antico - è scritto nell'ordinanza - si è adoperata per far ottenere i finanziamenti in favore dell'assessore conoscendo le sovrafatturazioni e potrebbe continuare nella condotta e, anche per lei, concreto, allo stato appare il pericolo di inquinamento probatorio, non apparendo la Giammarco occasionale complice, ma concorrente abituale di De Fanis".

 

 

La difesa

 

"In merito alle notizie apparse su alcuni organi di stampa e riguardanti fatti di rilevanza penale contestati al dottor De Fanis, si precisa che mai alcuna tangente o altra illegittima dazione è stata percepita dal mio assistito". Lo scrive il legale di Luigi De Fanis, Domenico Frattura. "Quanto contestato all'assessore è infatti frutto di una non corretta ricostruzione dei fatti che verranno chiariti nelle sedi opportune - scrive il legale - Negli ambienti regionali è noto a tutti con quanta parsimonia e oculatezza il dottor De Fanis abbia amministrato il poco denaro a disposizione del suo assessorato". Così com'è noto, per l'avvocato, "come fosse costume dell'assessore pagare di tasca propria molte delle spese sostenute in relazione allo svolgimento della sua attività istituzionale, senza neppure chiederne il rimborso. In attesa e nella certezza di poter chiarire ogni addebito - conclude l'avvocato - il dottor De Fanis esprime piena fiducia nell'operato della magistratura".

 

 

Le dichiarazioni di Mascitti sono credibili

 

"Le dichiarazioni rese da Andrea Mascitti sono da ritenersi credibili in quanto il suo narrato si palesa logico, coerente, dettagliato, verosimile, reiterato, costante ed univoco, sostenuto da numerosi riscontri esterni di tipo documentale e dal contenuto delle conversazioni". E' uno dei passaggi dell'ordinanza cautelare del gip di Pescara per motivare le esigenze cautelari a carico dei quattro indagati. "L'esposizione dei fatti - prosegue l'ordinanza - e' ricca di dettagli ed e' apparsa significativa della volonta' precisa di fornire una esposizione completa, precisa, e particolareggiata, indice di lealta' e di assenza di qualsiasi sospetto manipolatorio e calunniatorio da parte della parte offesa che spontaneamente ha fornito ogni collaborazione agli inquirenti".

 

 

Chiodi: "Accuse gravi, valuteremo il da farsi"


"Accuse gravi ma al momento non ho elementi per ulteriori valutazioni". Così il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, ha commentato l'arresto dell'assessore Luigi De Fanis in un'intervista al Tg3 regionale. "Spero che si chiarisca tutto - ha aggiunto - . Nelle prossime ore, conosciute le condotte, faremo le nostre valutazioni. Spero che l'assessore possa chiarire la sua posizione. E' stata una sorpresa per tutti".

 

 

Le reazioni del mondo politico

  • “Il presidente Gianni Chiodi deve dare le dimissioni immediate, non si permetta di prolungare ulteriormente il suo mandato. Questa volta è stato toccato il fondo e l'immagine dell'Abruzzo a livello nazionale è inesorabilmente compromessa”. Lo afferma la presidente della Commissione di Vigilanza e Garanzia del Consiglio provinciale dell’Aquila, Lucia Pandolfi, commentando la notizia dell’arresto dell’assessore regionale Luigi De Fanis, accusato di concussione, truffa aggravata e peculato. “Un fatto gravissimo - dichiara la Pandolfi - esprimo l’indignazione di tutti i cittadini rispetto a questa politica che è diventata ormai un mero strumento di potere, uno sdegno che cresce visto il momento di crisi economica e sociale che stiamo vivendo. Esprimo l’indignazione - prosegue - anche di tutte quelle associazioni che lavorano sui territorio, che affrontano problemi economici e lavorano sempre più spesso solo grazie alle loro forze e volontà, e che se è vero quello che si legge sulla stampa, potrebbero essersi viste rifiutare l’erogazione dei contributi solo perché non entrate in un determinato ‘sistema’. Chiodi deve prendersi le sue responsabilità e dimettersi immediatamente”, conclude poi la Pandolfi.
  • "Chiodi deve dirci se ha revocato l'incarico di assessore a De Fenis e chi intende nominare, io gli propongo di chiedere scusa e pregare Dacia Maraini di essere il nuovo assessore regionale alla cultura in Abruzzo". E' quanto dichiara in una nota il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Camillo D'Alessandro. "Le vicende giudiziarie - prosegue - si chiariranno nelle aule giudiziarie. Il punto e' un altro, non certo di natura giudiziaria o penale dei quali si occupano gli operatori della giustizia e gli avvocati. Io sono arrabbiato, al pari degli abruzzesi, per come sia stata maltratta la cultura in Abruzzo a partire dallo scandalo dell'abbandono della biblioteca De Meis a Chieti, oggi simbolo delle macerie della cultura nella nostra Regione. Io sono arrabbiato perche' la Regione non ha investito un euro e nessuna energia per promuovere L'Aquila quale capitale Europea della cultura. Io sono arrabbiato perche' la cultura e' stata trattata peggio di un torneo di bocce. Troppi sono i casi 'Dacia Maraini' in Abruzzo costretti ad arrendere la propria passione culturale in Abruzzo" La domanda alla quale Chiodi deve rispondere - conclude D'Alessandro - non riguarda la vicenda dei comportamenti di un assessore, ma perche' da presidente della Regione non ha mai avvertito come proprio dovere occuparsi e preoccuparsi della promozione della cultura in Abruzzo".
  • "Questo gravissimo episodio e' l'ennesimo esempio di mala gestio della cosa pubblica da parte della vecchia politica, e' il sintomo di una classe dirigente avulsa dalle reali necessita' del territorio e tesa al mero profitto personale". Cosi' il Movimento 5 Stelle Abruzzo commenta l'arresto dell'assessore Luigi De Fanis. "E' l'ennesimo segnale - prosegue il movimento - che anche in Abruzzo dobbiamo combattere contro il malcostume, la corruzione e l'indifferenza di chi ci governa per riappropriarci delle nostre risorse naturali, paesaggistiche, culturali e turistiche. E' ora di spezzare questa catena, e' tempo di mandarli tutti a casa! Fortunatamente questa occasione e' imminente, le elezioni regionali sono vicine. Cogliamo l'occasione per invitare il presidente Chiodi ad indire le elezioni il piu' presto possibile, altrimenti vi e' il rischio che a maggio non vi saranno piu' assessori 'non indagati o non arrestati'. Mentre le scuole cadono a pezzi, mentre nella Biblioteca regionale di Pescara si raccoglie l'acqua piovana con pentole e catinelle, mentre la Biblioteca provinciale di Chieti attende ancora di essere ricostruita dopo il crollo avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2005, l'assessore regionale alla Cultura viene arrestato per concussione, truffa aggravata e peculato legati all'erogazione dei contributi regionali per l'organizzazione degli eventi. Politico di lungo corso - conclude il Movimento 5 Stelle Abruzzo - De Fanis ricopre anche l'incarico di consigliere comunale ad Atessa, un doppio incarico dunque, in perfetto stile 'casta'. Non vogliamo pensare male, ma gli episodi su cui si dovrebbe fare chiarezza sono diversi e riguardano l'intera attivita' della Giunta regionale".
  • “Un danno gigantesco per l’immagine dell’Abruzzo e per la gestione della cultura”. Commenta così la senatrice Stefania Pezzopane la notizia dell’arresto dell’assessore regionale Luigi De Fanis. “La notizia circolava ieri nei corridoi del Ministero dei Beni Culturali, mentre la nostra delegazione era a Roma, per sostenere la validità della candidatura dell’Aquila a Capitale Europea della Cultura, su cui tra l’atro la Regione Abruzzo si è ben guardata dal dare un sostegno economico, limitandosi a quello verbale, giunto oltretutto solo di recente. Fortunatamente la notizia è rimasta fuori la Sala del Consiglio, dove si svolgeva l’audizione ministeriale, ma per l’Abruzzo e L'Aquila Capitale della Cultura non è stato certo un bel biglietto da visita. La magistratura faccia il suo corso e accerti se ci sono responsabilità e quali- prosegue la senatrice- Non vogliamo fare processi fuori dalle aule dei Tribunali. Tuttavia il giudizio politico sull’intera vicenda e sul modus operandi nella gestione della cultura da parte della giunta Chiodi è pesante. In questi cinque anni si sono avvicendati numerosi assessori regionali, senza impostare un lavoro, un progetto culturale. C’è stato un continuo svuotamento delle leggi di settore, che consentivano una gestione razionale ed organica nell’attribuzione dei contributi. È prevalso, invece, un criterio “soggettivo”, che ha consentito di giostrare con le assegnazioni clientelari. Le persone che prediligevano questo meccanismo perverso sono le stesse che hanno manifestato uno sprezzante disinteresse per L’Aquila e che hanno deciso tremende nefandezze, la liquidazione dell’Accademia dell’Immagine, la chiusura del teatro di Gioia dei Marsi di Dacia Maraini, il taglio dei fondi alle istituzioni culturali aquilane e abruzzese, da cui si salvavano solo i "figli di un Dio maggiore", l’indifferenza per alcune nostre iniziative, che altrove ricevono consensi e apprezzamenti, come Aq19 o i Cantieri dell’Immaginario, che la Regione non ha mai finanziato. Di fronte a questo scenario desolante, cosa aspetta la giunta regionale a dimettersi in massa? Si torni subito alle urne, evitando un penoso prolungamento della legislatura”.
  • “Proprio ieri Chiodi lanciava accuse orrende all’Aquila. Gli consiglio di guardare a casa sua, prima di parlare delle nostre istituzioni culturali!”. Il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, commenta così l’arresto di stamattina dell 'assessore regionale alla Cultura Luigi De Fanis con l'accusa di concussione, truffa aggravata e peculato e ne approfitta per rispondere all’affondo del presidente della Regione, Gianni Chiodi, che ieri ha parlato di “gestione disonorevole dell’Accademia dell’immagine per chi ha amministrato cultura”. In relazione all’arresto dell’assessore, il primo cittadino ha sottolineato di essere rimasto “molto colpito. Non ho avuto ancora modo di leggere molte cose - precisa - ma se le accuse fossero vere ne uscirebbe un quadro desolante rispetto a quello che l’assessorato in questione dovrebbe essere e cioè un punto di riferimento per la nostra regione”.

 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 13 Novembre 2013 14:06

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