Che si trattasse di un pasticcio, lo avevamo scritto già a settembre del 2015 [qui]; che la transazione stragiudiziale con Banca Sistema, a copertura del debito maturato con Enel a seguito del mancato pagamento delle utenze Case e Map, fosse un vero e proprio obbrobrio amministrativo, con fondati dubbi di legittimità sulla delibera di approvazione, l'avevamo spiegato approfonditamente [qui e qui]. E avevamo anche chiarito come avrebbe pesato sulle tasche dei cittadini aquilani.
Ed infatti, sta andando proprio così, con l'amministrazione di centrodestra che si ritrova tra le mani una vicenda spinosa e assolutamente preoccupante.
Mercoledì scorso, l'assessore al Bilancio Anna Lisa Di Stefano ha incontrato i rappresentanti di Banca Sistema "per avere informazioni e chiarimenti rispetto alla complessa vicenda del credito che l’istituto bancario vanta nei confronti del Comune", ha spiegato in una nota stringatissima. "L’incontro, di carattere interlocutorio e nel corso del quale è stato possibile rilevare un clima collaborativo - ha aggiunto l'assessore - rappresenta il primo di una serie di appuntamenti finalizzati alla positiva definizione della vicenda". Ieri, avvicinata da news-town a margine della Commissione Bilancio, Di Stefano non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione, mostrando un comprensibile nervosismo.
Non potrebbe essere altrimenti; nei conti del Comune si è aperta una vera e propria voragine, con l'Ente impossibilitato a far fronte alle rate mensili da 271mila euro a copertura del debito, così come previste dalla transazione stragiudiziale, col recupero dei mancati pagamenti degli assegnatari degli alloggi Case e Map. Prima o poi, il Consiglio comunale dovrà riconoscere il debito come fuori bilancio, a dire che saranno i cittadini aquilani tutti, e non solo i morosi, a dover sopportare il milionario aggravio di spesa.
Ma andiamo con ordine.
Enel Energia ha ceduto a Banca Sistema il credito vantato nei confronti del Comune dell'Aquila, relativo al mancato pagamento delle fatture riguardanti la fornitura di energia elettrica e gas metano delle utenze condominiali di Case e Map per il periodo che va dal 2011 al settembre 2014. Al netto dei pagamenti già effettuati, il debito ammontava a 7milioni e 912mila euro: 5milioni e 451mila euro per la fornitura gas metano e 2milioni e 460mila euro per l'energia elettrica.
Dunque, la Giunta comunale - a luglio 2015 - con voto unanime, assenti il vice sindaco Nicola Trifuoggi e l'assessore al bilancio Lelio De Santis, ha deciso di autorizzare la transazione stragiudiziale per l'importo complessivo di 9milioni e 177mila euro, comprensivi di interessi. Impegnandosi a versare una prima maxi rata di 500mila euro, regolarmente versata al 31 agosto scorso, e 32 rate mensili da poco più di 271mila euro. Prima scadenza: il 30 settembre 2015.
La delibera numero 261, però, è parsa subito aggrovigliata in una matassa di incongruenze da far tremare i polsi; a dirla in breve, trovava fondamento sulla presunta capacità di recupero dei mancati pagamenti degli assegnatari di Case e Map che avrebbero dovuto assicurare la copertura delle rate mensili. Capacità di recupero che non c'era, era chiaro fin d'allora, se è vero che già nel settembre di 2 anni fa, in un mese, il Comune era riuscito a recuperare soltanto 53mila euro a fronte dei 271mila necessari a coprire la rata con l'istituto bancario. E venendo ai giorni nostri, a gennaio scorso l'Ente ha ha recuperato 175 mila euro, a febbraio 104 mila, ad aprile 54 mila, fino ad arrivare ai miseri 25 mila euro di agosto. Siamo molto al di sotto dei 271 mila euro.
Finora, il Comune dell'Aquila ha restituito a Banca Sistema poco meno di 6 milioni ma poiché non è stato al passo con il pagamento delle rate ha chiesto e ottenuto due prelievi di cassa da 1.3 milioni l’uno per coprire il buco. Uno risale a qualche mese fa ed è stato effettuato dalla vecchia giunta; un secondo è stato chiesto dalla nuova amministrazione, anche se, materialmente, lo sblocco del denaro non c'è ancora stato. Due milioni e 600 mila euro che pesano sulle tasche degli aquilani; e mancano ancora 3 milioni da rendere all'istituto bancario.
Eccola, la voragine.
Ma come si è arrivati a questo punto? Trattandosi di una transazione, dunque di un debito fuori bilancio come va prefigurandosi chiaramente, la delibera controversa sarebbe dovuta passare al vaglio dei Revisori dei Conti e all'approvazione del Consiglio comunale. Non è andata così. Eppure, c'è una lettera del 22 giugno 2015, firmata dall'allora sindaco Massimo Cialente e indirizzata proprio a Banca Sistema e Enel Energia che lo spiega bene.
Scrive Cialente: "In riferimento alla proposta di transazione stragiudiziale in oggetto [...] si comunica che, dopo un attento esame della pratica, la On. Giunta comunale ha ritenuto di non approvare per il momento la suddetta proposta in considerazione della necessità di un ulteriore approfondimento della questione, tenuto conto che la stessa prevede il riconoscimento di interessi sia essi moratori che di dilazione. E' parimenti evidente – scriveva ancora il primo cittadino – che l'eventuale riconoscimento di interessi costituisce di fatto il riconoscimento di un debito fuori bilancio, la cui competenza è del Consiglio comunale, pertanto confermando l'interesse dell'amministrazione comunale a voler risolvere bonariamente la complessa vicenda, operando altresì nel rispetto della normativa vigente, si porta a conoscenza che questa amministrazione comunale, sta ponendo in essere una serie di iniziative tali da poter portare a breve alla soluzione definitiva della vicenda".
In altre parole, non solo era chiaro che l'amministrazione non avrebbe potuto coprire le rate del debito con Banca Sistema attraverso il recupero crediti dai morosi, generando così, per ogni rata, un debito fuori bilancio, ma la stessa imposizione degli interessi, sia moratori che di dilazione, era altrettando chiaro avrebbe generato di per sé un debito fuori bilancio. E dunque, era necessario un passaggio in Consiglio comunale.
Passano 18 giorni dall'invio della lettera, però, e la Giunta approva la delibera 261, senza il passaggio in Consiglio comunale. Saranno stati 'cancellati' gli interessi, direte voi: sì, ma soltanto in parte, con Banca Sistema che ha rinunciato a 641mila euro su più di 1milione. Un accordo tra le parti, a conferma che si è trattato di una transazione stragiudiziale. D'altra parte, nel parere fornito dal dirigente dell'avvocatura Domenico de Nardis al segretario, si leggeva chiaramente come la delibera non avesse approvato una transazione stragiudiziale, come da oggetto, piuttosto la cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema. E dunque, l'esecutivo fu tratto in inganno dal segretario generale, l'avvocato Pirozzolo, e dal dirigente preposto, oppure i dirigenti si piegarono ad una precisa volontà politica? Non è mai stato chiarito.
Ci sono pure altri problemi. La cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema, infatti, sarebbe avvenuta in violazione di legge, in particolare del regio decreto 2440 del 1923 che stabilisce come la cessione di un credito - quando riguardi la Pubblica Amministrazione - possa avvenire solo se avallata preventivamente dalla p.a, se si riferisca, come nel caso in oggetto, a "... rapporti di durata come l’appalto e la somministrazione (o fornitura)di servizi rispetto ai quali il legislatore ha ravvisato, in deroga al principio generale di cedibilità dei crediti anche senza il consenso del debitore, l’esigenza di garantire con questo mezzo la regolare esecuzione, evitando che durante la medesima possano venir meno le risorse finanziarie al soggetto obbligato e possa risultare compromessa la regolare prosecuzione del rapporto". Bene, non esiste alcun assenso del Comune dell'Aquila alla cessione del credito da Enel Energia a Banca Sistema.
La proposta di transazione stragiudiziale, insomma, sarebbe stata approvata dalla Giunta anche se Banca Sistema non era legittimata a transare, non avendo titolo giuridico per chiedere soldi al Comune.
Che poi, l'amministrazione comunale pagò alcune somme a Banca Sistema con due determine dirigenziali, e prima che la Giunta approvasse la delibera 261.
Non solo; appare piuttosto oscuro il motivo per cui tutto si perfezionò in due giorni, dall'8 al 10 luglio 2015: proposta di transazione di Banca Sistema, pareri e delibera di Giunta. Infatti, la proposta dell'istituto bancario è datata 8 luglio, viene protocollata in entrata al Comune dell'Aquila l'indomani, il 9 luglio. Il giorno stesso arriva il parere favorevole di regolarità tecnica e, l'indomani, ecco il parere di regolarità contabile, con la delibera votata in Giunta proprio il 10 luglio.
Una vera e propria corsa contro il tempo, non c'è che dire.
Non è ancora finita. La delibera attestava dati e cifre non veritiere. La Giunta approvò la proposta di transazione stragiudiziale emessa da Banca Sistema, "e con l'accettazione della presente confermato" - si legge nel deliberato - che gli importi iscritti fossero integralmente dovuti. Se non fosse che la proposta di transazione stragiudiziale di Banca Sistema sia stata riconosciuta 'non esatta' il 27 luglio, un paio di settimane dopo, con nota 066979, laddove il Comune dell'Aquila chiese una rimodulazione del debito per pagamenti già effettuati e non contabilizzati, avvenuti prima dell'approvazione della delibera e pari a poco meno di 91mila e 500euro. Pagamenti, come detto, assolutamente non dovuti. La cosa incredibile è che, tra l'altro, nel testo della deliberazione, il Comune dell'Aquila sottolineasse come fossero già stati pagati i 91mila e 500euro, con 5 determinazioni dirigenziali. Peccato che poi abbia approvato la proposta di transazione dell'8 luglio che non teneva affatto in considerazione i 91mila e 500 euro. Un vero e proprio pasticcio.
Come non bastasse, il credito vantato dalla banca - nei modi nei quali è stato richiesto - non era riscontrabile, quindi non certo. È ancora il segretario generale del Comune che lo afferma con nota n. 95399, datata addirittura 16 dicembre 2013. Ma il dirigente sottoscrisse che gli importi pretesi dalla banca erano integralmente dovuti, salvo poi smentirsi successivamente laddove richiese correzioni per importi non dovuti. Ci si chiede, pertanto, come abbia fatto il segretario comunale a sostenere la irriscontrabilità dei conti e, contestualmente, a portare in giunta una delibera nella quale si riconosceva come gli importi fossero integralmente dovuti.
E' per questo che la situazione è tanto delicata, e così si spiega il nervosismo dell'assessore Anna Lisa Di Stefano. Non solo l'amministrazione comunale sarà costretta a portare il debito innanzi al Consiglio come fuori bilancio ma perseguendo la via amministrativa per come va delineandosi dovrebbe evidenziare le mancanze amministrative della Giunta uscente, dei dirigenti competenti e dell'allora segretario generale, con conseguenze che, al momento, sono difficili da ipotizzare.
Intanto, gli aquilani tutti saranno chiamati a pagare per i morosi e, c'è da scommetterci, a breve toccherà mettere mano anche ai debiti che, negli ultimi anni, sono tornati ad accumularsi.