Mercoledì, 22 Novembre 2017 03:06

Fusione Ama-Tua, il nodo della funivia: a rischio il Centro turistico

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Continua lo stato di agitazione proclamato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil all’interno di Ama, l’azienda del trasporto pubblico locale dell’Aquila.

Manca poco più di un mese alla scadenza fissata dalla Regione per portare in consiglio la legge sull’acquisizione della società da parte di Tua. Entro il 31 dicembre almeno questo passaggio dovrà essere completato ma le sigle sindacali sono preoccupate perché finora non si è fatto abbastanza.

La scorsa settimana si è conclusa la valutazione (due diligence) di Tua su Ama ma manca ancora la perizia giurata del tribunale che dovrà stabilire il reale valore dell'azienda e quindi anche il suo prezzo di acquisizione.

I sindacati avevano chiesto, più di un mese fa, di essere convocati dal comune per avere un confronto. L’incontro, però, ancora non si è svolto. Di qui la proclamazione dello stato di agitazione, al quale, però, non ha aderito l’Ugl.

Due giorni fa, il sindaco Biondi e l’assessore ai Trasporti Carla Mannetti, su richiesta proprio dell’Ugl, hanno incontrato i lavoratori di Ama nella sede dell'azienda (gli altri sindacati erano assenti anche se erano rappresentati dalle Rsa).

La riunione, dicono coloro che vi hanno partecipato, è servita a distendere un po’ gli animi ed è probabile che, nei prossimi giorni, ci sarà anche l’incontro richiesto dai sindacati al comune.

Intanto, però, restano ancora molti nodi da sciogliere.

Uno di questi è la gestione della funivia del Gran Sasso. Al momento l’impianto è considerato un servizio di trasporto pubblico a fune ma i sindacati vorrebbero che fosse acquisito da Ama, e quindi successivamente da Tua. Tale passaggio scongiurerebbe, sempre secondo i sindacati, l’affidamento tramite gara, procedura che potrebbe aprire le porte a qualche privato.

Nel dibattito pubblico e anche negli incontri tecnico-istituzionali non si sta parlando a sufficienza, forse, degli effetti che la cessione della funivia all’Ama potrebbe avere sul Centro turistico del Gran Sasso.

Togliere a quest’ultimo la gestione della funivia vorrebbe dire condannarlo a morte e comprometterebbe, probabilmente, il risanamento dell’azienda, propedeutico alla sua privatizzazione.

Ogni anno la funivia di Fonte Cerreto viene finanziata,  come detto, sia dal comune dell’Aquila che dalla Regione come sevizio di trasporto pubblico. Il contributo totale, dato dalla somma dei trasferimenti comunali e regionali, sfiora il milione di euro l’anno.

La funivia costituisce la principale fonte di introiti per il Ctgs. Più della metà dei guadagni dell’azienda proviene da lì. Senza funivia al Centro turistico rimarrebbe la gestione diretta solo delle due seggiovie Fontari e Scindarella, visto che l’ostello e l’albergo dovrebbero essere presi in consegna da privati una volta espletate le gare per l'affidamento.

E’ davvero troppo poco per pensare di sopravvivere, anche considerando il fatto che la stagione sciistica dura, quando va bene, tre mesi e che il 30% degli appassionati che per sciare arriva fino a Campo Imperatore sugli impianti di risalita non va proprio, preferendo alle piste battute i fuoripista.

Per una società in perdita strutturale come il Ctgs, il passaggio della funivia a Ama/Tua suonerebbe come la campana a morto. Ciò significherebbe dire addio, tra l'altro, al progetto di privatizzazione: quale privato sarebbe disposto a prendere in gestione gli impianti e le strutture di Campo Imperatore sapendo di non poter contare sul ramo d’azienda più redditizio, quello che, da solo, garantisce al Ctgs più della metà dei suoi introiti annuali?

Ultima modifica il Mercoledì, 22 Novembre 2017 13:48

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