"Veniamo a conoscenza tramite mezzo stampa, nell'ambito degli accordi tra Regione Abruzzo, Comune dell'Aquila e Ministero della Difesa sul destino degli spazi militari in dismissione in città, che la più grande residenza pubblica abruzzese, che ospita circa 400 studenti universitari, oltre che l'unica mensa universitaria con apertura serale, vero e forse unico punto di riferimento per gli studenti dell'ateneo aquilano post terremoto, verrebbe dismessa. Il tutto senza accordo con l'Adsu, gestore delle palazzine oggi ad uso residenza universitaria".
A scriverlo, tre dei cinque consiglieri d'amministrazione dell'Azienda per il diritto allo studio: Geraldine D'Alfonso e Giuseppe Margutti, consiglieri di amministrazione di nomina del Consiglio Regionale, e Angela Valentina Lozzi, consigliere di amministrazione degli studenti.
"Avremmo avuto qualcosa da dire, se interpellati" chiariscono. In particolare, affermano, "avremmo ribadito e chiarito che solo a soluzione equivalente alternativa pronta, gestibile dall'Adsu, ben localizzata nel contesto urbano, capace di rispondere anche all'esigenza di una rete di servizi, si può procedere alla 'dismissione' delle palazzine della Campomizzi in uso all'Adsu. Sorprende che il vicepresidente della Regione Abruzzo, l'aquilano Giovanni Lolli, abbia dimenticato di confrontarsi con l'Adsu dell'Aquila prima di firmare il protocollo, ente strumentale della Regione Abruzzo, e con i consiglieri di nomina regionale e con la rappresentante degli studenti".
La realtà ci dice che la Campomizzi è uno dei luoghi più vissuti e frequentati, un anello di congiunzione tra il polo di Coppito, il polo di Roio e il polo del centro storico e ribadiamo la residenza pubblica più grande d'Abruzzo, non un semplice stallo.
"Chi discute di generici impegni per futuribili alternative, senza aver fatto i conti con la peculiarità di una struttura con 400 posti capace di rispondere, con gestione unitaria, alle esigenze degli studenti dei 3 diversi poli, decide di sostituire certezze esistenti, con incertezze future, trattando il tema del diritto agli studi universitari nella Città dell'Aquila come un tema marginale e secondario, subalterno ad altri temi. In assenza di leale collaborazione tra la Regione ed il Cda del'Adsu, non ci rimane che manifestare pubblicamente il nostro sconcerto, assicurando al contempo un impegno volto ad impedire lo smantellamento dei servizi pubblici per gli studenti universitari".
Adsu: "No al Progetto Case"
L'Adsu dunque dice no a ogni trasferimento degli studenti dalla Campomizzi fin tanto che non sarà pronta una soluzione alternativa in grado quantomeno di assicurare lo stesso numero di posti letto che c'è ora.
L'azienda esclude qualsiasi altra opzione o soluzione intermedia, compresa quella che prevede di assegnare agli studenti gli alloggi del Progetto Case: "E' una soluzione per noi impraticabile sia a livello finanziario, perché costerebbe troppo, che organizzativo" dicono fonti interne all'azienda "Bisogna considerare che, oltre alle camere per gli studenti, ci sono anche gli uffici e la mensa. E poi la nostra volontà è quella di riportare i ragazzi in centro. Per questo abbiamo siglato un accordo con l'università dell'Aquila per realizzare un nuovo studentato in una parte dell'ex ospedale San Salvatore".
L'intesa garantirebbe almeno un centinaio di posti letto, che non sarebbero comunque sufficienti a mantenere gli attuali livelli di residenzialità. Per questo l'Adsu sta trattando anche con la Asl, per avere la palazzina dell'ex clinica medica, situata sempre all'interno dell'ex polo del nosocomio. Altri sessanta posti di letto, poi, dovrebbero arrivare da Casale Marinangeli: l'immobile, di proprietà comunale, è stato concesso all'Adsu con un comodato d'uso gratuito trentennale grazie al quale l'azienda partecipare ai bandi per l’accesso ai finanziamenti ministeriali.
L'Udu: "Decisione non condivisa, intervenga la Sclocco"
Critica sul metodo con cui la Regione è arrivata a sottoscrivere il protocollo d'intesa è anche l'Udu, che ieri sera ha anche tenuto, con gli studenti, un incotro, svoltosi proprio nella mensa della Campomizzi.
"Tra i ragazzi c'è molta preoccupazione" dice a NewsTown Simona Abate, coordinatrice Udu L'Aquila "Se non fosse per la casa dello studente molti di loro non potrebbero frequentare l'università. Di questo protocollo non condividiamo soprattutto il metodo con cui lo si è partorito: nessuno ci ha consultato o ha consultato gli studenti, non c'è stato confronto e le scelte non sono state condivise. E' chiaro che siamo contrari a qualsiasi trasferimento dalla Campimizzi finché non ci sarà una soluzione alternativa equivalente".
E di alternative pronte all'uso, in questo momento, non ce ne sono, dice l'Udu: "La nuova casa dello studente che dovrebbe essere realizzata all'ex polo del San Salvatore, per il momento, è un progetto ancora troppo vago e aleatorio".
Quanto, invece, all'ipotesi di destinare alcune aree del Progetto Case a residenze universitarie, l'Udu vuole prima vederci chiaro su alcune questioni e comunque sarebbe favorevole a usare solo il quartiere di Sant'Antonio: "Va chiarito anzitutto qual è la durata di questi appartamenti, visto che sono stati costruiti come alloggi temporanei. E poi secondo noi l'unica area che si presterebbe a diventare uno studentato sarebbe quella di Sant'Antonio perché è l'unica che si trova dentro la città. Tutte le altre, comprese Roio e Coppito, sarebbero troppo isolate e fuori mano".
L'associazione studentesca chiede, inoltre, che sulla questione si pronunci l'assessore regionale competente, Marinella Sclocco.
Univaq: "Senza un'alternativa gli studenti restano dove sono"
"Di spostare gli studenti dalla Campomizzi prima che sia pronta una soluzione quantitativamente e qualitativamente equivalente non se ne parla".
Netta è anche la posizione dell'Università dell'Aquila, formulata dalla rettrice Paola Inverardi. Che però, a differenza di Adsu e Udu, non vedrebbe male l'utilizzo di una parte del Progetto Case come residenza universiaria. Ma come soluzione aggiuntiva, non alternativa. "Abbiamo già chiuso con l'Adsu un accordo per cedere una parte dell'ex San Salvatore per la realizzazione di un nuovo studentato" dice a NewsTown la rettrice "Ma è chiaro che, fino a quando non sarà pronta la nuova residenza, di togliere gli studenti dalla Campomizzi non se ne parla".
La Regione: "Nessuno sgombero"
La Regione Abruzzo, però, getta acqua sul fuoco: "E' del tutto evidente" dicono fonti interne contattate da NewsTown "che quello firmato è solo un protocollo d'intesa. Nessuno si sognerebbe mai di sgomberare in maniera coatta la Campomizzi. Chi lo afferma lo fa in maniera strumentale. Gli studenti possono stare tranquilli".