Il comune di Castel del Monte ha riaperto il tratto di statale 17 bis che conduce a Fonte Vetica, sulla piana di Campo Imperatore.
L'apertura della strada, chiusa da settimane, è avvenuta il 2 gennaio ed è uno degli effetti della convenzione firmata dalla provincia dell'Aquila e dai comuni di S. Stefano e Castel del Monte in virtù della quale la prima delegherà parzialmente ai secondi la gestione e la pulizia delle due strade per il rifugio Racollo e, appunto, per Fonte Vetica.
Per gli orari e i giorni di paertura della strada, il comune di Castel del Monte invita a consultare la propria pagina Facebook o il proprio sito web.
Intanto questa mattina, sulla provinciale 97 che da S. Stefano conduce al lago Racollo, si è svolta la manifestazione organizzata dal comitato Io vivo il Gran Sasso per protestare contro la chiusura della strada disposta dalla provincia (foto sotto). Alla manifestazione hanno partecipato circa 150 persone tra sindaci, cittadini, guide alpine, maestri di sci, operatori turistici, imprenditori, esercenti.
Nei giorni scorsi, la sbarra metallica che viene abbassata in caso di ordinanza di chiusura della strada, era stata divelta. La provincia, non potendola sostituire in tempi brevi e dovendo comunque continuare a interdire il passaggio delle auto, aveva risposto facendo scaricare, in corrispondenza dello sbarramento, un cumulo di sassi e pietre.
"Chiediamo la rimozione dei sassi" afferma il comitato "l’apertura invernale in modo continuo di questa strada e di quella di Fonte Vetica, con possibile prolungamento fino alle Fontari, per dare un accesso da questa zona alle piste oltre che fornire uno sbocco di sicurezza a quella stazione".
Ma le rivendicazioni sono andate al di là del singolo episodio.
Il comitato ha denunciato anche la "mancanza di risorse assegnate dalla Regione Abruzzo a questo territorio, a differenza di altri dove esistono stazioni sciistiche che usufruiscono di costanti flussi di denaro. Nella nostra zona esiste un turismo naturalistico fatto da trekking, sci di fondo, ciaspole, scialpinismo che ha un impatto ambientale nullo e che necessita solo di servizi funzionanti, prima fra tutte la viabilita’ di accesso a Campo Imperatore, per la quale occorrono poche risorse economiche, ma certe Invece da anni la neve che dovunque è una risorsa qui diventa un problema come lo era nei secoli passati. Eppure solo fino a pochi anni fa la situazione era diversa, e le strade, compatibilmente con le condizioni atmosferiche erano aperte, tanto che la famosa Mmrcia Campo Imperatore, gara di sci che si teneva sull’altopiano, contava fino a più di 500 iscritti".
"Invece da qualche anno" continua il comitato "con i tagli delle risorse l’unica zona penalizzata in questo modo costante è questa, la viabilità è sempre garantita nei comprensori delle Rocche, di Roccaraso, mentre il Gran Sasso rimane la Cenerentola degli Abruzzi".
La manifestazione si è poi spostata nella sede del Comune di Santo Stefano dove alcuni cittadini hanno incontrato i sindaci presenti di Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Castelvecchio Calvisio e Castel del Monte".
"Si è convenuto" spiega Io vivo il Gran Sasso "di appoggiare l’operato dei sindaci, di dare loro una mano negli incontri istituzionali con Provincia e Regione, di chiedere affinchè vengano rispettati gli impegni presi, fra i quali l’acquisto di una turbina per il comprensorio già finanziata e per la quale è stata fatta già una gara, adesso bloccata. Inoltre si è convenuto di fornire assistenza e di collaborare con il comune di Castel del Monte per la gestione dell’apertura della strada dii Fonte Vetica, che da oggi è in gestione al Comune stesso. E’ stato poi deciso che il Comitato organizzerà un incontro a breve per verificare lo stato delle cose e promuovere altre iniziative".
La gestione della viabilità stradale per Campo Imperatore è al centro, da anni, di polemiche e scontri tra operatori turistici e enti locali.
Per una sintesi delle varie posizioni in campo, leggi QUI.
Il manifesto programmatico di Io vivo il Gran Sasso
Riportiamo qui di seguito il manifesto programmatico del comitato Io vivo il Gran Sasso
Da tempo, piccoli operatori e professionisti della montagna, stanno ragionando sul futuro del turismo del Gran Sasso.
Non sono imprenditori che operano in comprensori sciistici “favoriti”, quello dello sci da discesa, ma quelli che hanno preso la via dei Paesi del Gran Sasso. Un nuovo Umanesimo della Montagna, perché un posto quanto più è piccolo, più è grande e quanto è più ai margini, tanto più è centrale.
Proponiamo un turismo lento, profondo e dolce, dove il territorio accoglie l’ospite con le proprie usanze e tradizioni insieme agli allevatori, agricoltori della biodiversità, produttori di formaggi, artigiani, osterie, ospitalità diffusa, parchi, guide, siti storici e monumenti medioevali. Un mondo, sconosciuto e dimenticato dalla cultura metropolitana, attratta dalle “offerte” realizzate per stupire, nel quale si accede, con curiosità, in punta di piedi, non rinunciando alle attività all’aria aperta sul Gran Sasso e Campo Imperatore.
Cerchiamo di sviluppare al meglio queste idee di Turismo creando una Federazione di Paesi e di Operatori per essere attori e protagonisti del tessuto economico, sociale e culturale nel quale abitiamo, trasmettendo quante, più informazioni possibili sulle realtà locali per trascinare il turista all’interno delle comunità che lo ospita.
Oggi cogliamo la sfida del cambiamento verso chi ancora è legato ad un concetto di sviluppo infinito del turismo di massa in montagna. Comincia un’altra storia quella di un territorio interessato a piccoli miracoli, alla portata di tutti.
Una nuova religione, la religione dei luoghi. La questione non è solo economica, ma di fede, di amore, di passione, di bellezza.