Domenica, 07 Gennaio 2018 17:49

I rifiuti di Roma 'spediti' nell'aquilano e non in Emilia Romagna. D'Alfonso: "Vogliamo che venga riconosciuta l'emergenza: Raggi ammetta errori"

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Roma, Parma, L'Aquila. Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo. 

Non è una lezione di geografia, né le tappe del giro d'Italia; bensì, i percorsi - virtuali prima, reali poi - che si accincerebbero a percorrere i camion che traportano i rifiuti dell'Ama, l'azienda capitolina che si occupa della raccolta e smaltimento dell'immondizia della capitale. 

Infatti, qualcosa si è inceppato nell'accordo, sbandierato a livello nazionale, che avrebbe dovuto consentire a 300 tonnellate al giorno di rifiuti di prendere la via dell'Emilia Romagna: ironia della sorte, in quel termovalizzatore realizzato a Parma dal sindaco Pizzarotti, ex grillino, espulso dal Movimento proprio in virtù di quella scelta. 

Corto circuito politico, dunque, e retromarcia dall'Emilia Romagna, giustificata dall'amministratore delegato di Ama, Bagnacani, con l'eccessiva distanza dalla capitale, e con i relativi costi. Dietro al gravame economico, in realtà, ci si mette al riparto dal dover ringraziare ed offrire la rendita politica dell'operazione al nemico Pizzarotti ed ai governatori Pd di Lazio ed Emilia Romagna, Zingaretti e Bonaccini, fautori dell'intesa. 

Meglio per i 5 Stelle virare verso il più vicino Abruzzo, ad un tiro di schioppo, con costi assai inferiori di trasporto e, aspetto fondamentale, Regione più piccola e con un impatto elettorale ridotto rispetto alle ambizioni di conquista di una Regione 'rossa' come l'Emilia, dove i grillini godono del favore del pronostico in molti collegi. 

In Abruzzo, la grana scoppia di rimbalzo, ma non lascia spazio a dubbi. 

E' proprio l'amministratore dell'Ama, Bagnacani, a spiegare sulle pagine di Repubblica che "in questi giorni, la Regione Abruzzo sta mettendo a punto la parte burocratica che ci permetterà di utilizzare due impianti; per cui - conclude - non ci sarà bisogno di arrivare fino in Emilia". Ma la domanda sovviene spontanea: in Abruzzo, chi è al corrente della decisione?

Per la cronaca, gli impianti destinati a ricevere i rifiuti da Roma sono quelli del Cogesa a Sulmona e dell'Aciam ad Avezzano. 

"Se l'Abruzzo non morirà sfiatato dai rincari, lo farà per l'olezzo dell'immondizia", l'affondo di Giuseppe Bellachioma, coordinatore regionale della Lega-NcS Abruzzo, Gianfranco Giuliante, responsabile dipartimenti del Movimento e Davide D'Errico, responsabile ambiente. "La morsa che stanno stringendo il Pd con gli aumenti e i 5 Stelle con l'immondizia, complice la Regione Abruzzo, ucciderà il nostro territorio". 

Dei rincari di autostrada, luce, gas e quant'altro sappiamo, "l'ultima novità sono i rifiuti che, per motivi politici, non andranno più in Emilia", sottolineano i salviniani: "la Raggi e i 5 Stelle preferiscono portarli in Abruzzo. L'ad di Ama, azienda capitolina dei servizi ambientali, lo dice in maniera esplicita: 'la nostra logica è preferire impianti più vicini, in modo da ridurre il più possibile i costi ed il traffico dei camion'. Insomma, l'Abruzzo e l'aquilano diventeranno la pattumiera della Capitale". 

E i 5 Stelle - aggiungono gli esponenti di NcS - hanno taciuto sulla scelta; la Regione Abruzzo mette a punto la parte burocratica che permetterà il trasporto e gli abruzzesi, se sopravviveranno alle tasse di Renzi e D'Alfonso, moriranno per l'inettitudine a governare dei grillini. Che hanno individuato nella Regione verde d'Europa la discarica personale della incapacità della Raggi di risolvere i problemi".

 

D'Alfonso: "Abruzzo già accoglie rifiuti di Roma: se dovessimo intervenire di nuovo, si tratterebbe di una quota aggiuntiva"

"Vogliamo che venga riconosciuta l’emergenza e che ci dicano per quanto tempo dovremmo fornire ulteriore aiuto. Il sindaco Raggi ammetta i suoi errori. Stiamo parlando della Capitale, serve una condotta istituzionale". 

Così il governatore Luciano D'Alfonso. Sulle pagine de 'Il Messaggero', il presidente della Giunta regionale ha sottolineato che "se c'è un problema, non va ridimensionato. Finora abbiamo avuti contatti solo con l’Ama, ma dal versante politico non si è fatto sentire nessuno. Chiederemo al Campidoglio di spedirci un report sulla situazione dell’immondizia. Anche perché l’Abruzzo già da tempo accoglie i rifiuti di Roma. Se dovessimo intervenire di nuovo si tratterebbe di una quota aggiuntiva, che andrebbe adeguatamente motivata".

 

Vertice tecnico in Regione. Mazzocca: "Poi verrà valutazione politica". D'Alessandro: "Raggi dichiari lo stato d'emergenza"

Un vertice tecnico amministrativo è in programma oggi in Regione Abruzzo tra il sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale con delega all'Ambiente, Mario Mazzocca, e il presidente della Regione, Luciano D'Alfonso, per valutare la questione del trasferimento dei rifiuti dal Comune di Roma in Abruzzo.

Lo ha annunciato lo stesso Mazzocca. "Per il momento, non c'è alcun passaggio formalizzato: gli uffici stanno istruendo i dovuti approfondimenti tecnico amministrativi: poi, ci sarà una valutazione politica", ha spiegato il sottosegretario. "Abbiamo approvato recentemente il piano dei rifiuti,che ha richiesto un lungo lavoro per essere portato a termine, e non intendiamo stravolgere l'impianto del provvedimento. Anche perché, Roma capitale produce più rifiuti dell'intera Regione e non possiamo certo stressare il sistema di smaltimento regionale".

Mazzocca ha spiegato che, da Roma, non è arrivata alcuna richiesta ufficiale per avviare il trattamento dei rifiuti negli impianti abruzzesi. "Prima di Natale, la Regione Lazio ci aveva chiesto di verificaere un'eventuale disponibilità ma la sindaca Raggi non ci ha mai contattati, per cui quelle di cui si parla in queste ore sono soltanto ipotesi. Qualora dovesse concretizzarsi - ha aggiunto - le 100mila tonnellatte annue di rifiuti dovrebbero essere ripartite, che significa trattate e non smaltite, tra l'impianto Aciam di Aielli (40mila tonnellate), il Cogesa di Sulmona (30mila tonnellate) e la Deco spa di Chieti (30mila tonnellate)".

"Se il sindaco di Roma Virginia Raggi non dichiara l’emergenza, non ha senso che ulteriori 60mila tonnellate di rifiuti romani vengano in Abruzzo", ha aggiunto il coordinatore della maggioranza di centrosinistra in Consiglio regionale, Camillo D'Alessandro. "Non siamo una loro comoda pattumiera. Se invece la Capitale è in crisi, allora si può dare una mano, limitata nel tempo ed almeno, sul fronte della verità, sarà chiaro il fallimento politico ed amministrativo degli improvvisati al Governo delle Istituzioni complesse, come una Capitale, con il ciclo dei rifiuti, con i trasporti pubblici".

Ultima modifica il Lunedì, 08 Gennaio 2018 15:42

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