Martedì, 09 Gennaio 2018 03:48

Marinelli: "Con leggi su usi civici difficile che il gasdotto possa essere realizzato"

di 

La legislazione sugli usi civici può essere il grimaldello in grado di scardinare il progetto del metanodotto Snam Sulmona-Foligno.

A esserne convinto è il variegato fronte del No - che va dai comitati civici territoriali agli esponenti della politica e delle istituzioni, locali e nazionali - che si oppone alla realizzazione dell’opera.

Sia la senatrice Stefania Pezzopane che il sottosegretario regionale all’Ambiente Mario Mazzocca hanno affermato e più volte ribadito che il ricorso amministrativo che la Regione intende portare avanti contro la delibera con cui il governo ha dato il via libera alla centrale di compressione di Sulmona dovrà far leva sui vincoli posti dalla normativa vigente sui beni di uso civico, soprattutto sulla legge 168 approvata lo scorso 20 novembre.

Ma le cose stanno davvero così? Basterà davvero appellarsi alla legislazione sugli usi civici per sperare di stoppare l’iter di approvazione e realizzazione del metanodotto?  

Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Marinelli, professore ordinario di diritto privato all’Università dell’Aquila, tra i massimi esperti e studiosi italiani di usi civici e di assetti fondiari collettivi.

Professor Marinelli, partiamo dalla nuova legge sugli usi civici. Cosa dice?

La legge 20 novembre 2017 n. 168 (Norme in materia di diritti collettivi) qualifica i domini collettivi (e, dunque, gli usi civici) come ordinamento giuridico primario della Repubblica, e ne precisa la loro tutela alla luce dei principi costituzionali (art. 1).

Quali sono le novità che la nuova legge ha apportato rispetto alla precedente normativa?

La legge riprende, sotto il profilo legislativo, alcuni principi che la dottrina e la giurisprudenza avevano evidenziato ormai da decenni: in particolare (art. 2) la conservazione e valorizzazione del patrimonio naturale costituito dagli “assetti fondiari collettivi” (espressione che preferisco a “domini collettivi”), nonché l’inalienabilità, l’indivisibilità e l’inusucapibilità degli stessi. Quindi non dice molto di nuovo, ma costituisce un riconoscimento legislativo dell’attività interpretativa svolta in passato. Stabilisce inoltre (art. 3) la natura privata delle Amministrazioni separate dei beni di uso civico.

Secondo lei, appellandosi alla nuova legge e in generale alla normativa vigente in tema di usi civici, ci sarebbero davvero i margini per sperare in un esito positivo di un eventuale ricorso amministrativo contro il gasdotto? Detto altrimenti, il progetto del gasdotto Snam è confliggente con le leggi sugli usi civici?

La disciplina degli usi civici prevede che il vincolo ambientale possa essere superato solo attraverso una complessa procedura di sdemanializzazione che coinvolge i Comuni (e, dove esistono, le Amministrazioni separate), le Regioni ed in caso di conflitti i Commissari per gli usi civici. Qualora questi enti si oppongano ad effettuare dei mutamenti di destinazione delle operazioni di sclassificazione mi sembra molto difficile che l’opera possa essere realizzata, perché il vincolo di natura ambientale prevale sugli interessi difformi e non può essere superato attraverso provvedimenti amministrativi che non tengano conto – come è nel nostro caso – delle predette procedure.

Pezzopane: "Nuova legge su usi civici strada per evitare il gasdotto"

"La nuova legge sugli usi civici approvata a novembre 2017 può essere la strada per evitare la realizzazione del gasdotto Snam Rete adriatica. L'assemblea molto partecipata a Paganica è un nuovo impulso per il ricorso annunciato dalla Regione Abruzzo. Parte attiva devono essere anche il comune di Sulmona, che è soggetto abilitato a presentare ricorso. Snam si deve convincere a rivedere il tracciato e il governo deve ascoltare il territorio".

Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane.

"Il tracciato del metanodotto - prosegue Pezzopane - corre in un territorio a forte rischio sismico. E' questa una questione da tenere in considerazione, anche alla luce dell'ultima scoperta dell'Ingv, per cui una nuova sorgente magmatica sotto l'Appenino potrà causare ulteriori eventi sismici. La legge sugli usi civici consente di tenere conto di questo aspetto, della volontà popolare di salvaguardare il territorio. Dobbiamo andare avanti su questa strada. La legge 20 novembre 2017 n. 168 (Norme in materia di diritti collettivi) su cui ho lavorato molto e presentato con il relatore Senatore Pd Giorgio Pagliari a Cese di Preturo, in un'iniziativa promossa proprio dall’Amministrazione dei Beni Separati, qualifica i domini collettivi come ordinamento giuridico primario della Repubblica, e ne rafforza la tutela stabilendo l’indisponibilità dei beni, l’inalienabilità, l’indivisibilità e l’inusucapibilità. La mobilitazione è importante, ma sono altrettanto importanti i ricorsi, perché la legge sui domini collettivi stabilisce un vincolo vero e proprio, riconoscendo per quei beni esclusivamente l’uso agrosilvo pastorale ed affini. Sono solo 3 articoli, ma è una legge chiara e forte. Ci sono spazi per bloccare l’opera e riproporre lo spostamento al percorso originario".

Ultima modifica il Martedì, 09 Gennaio 2018 17:53

Articoli correlati (da tag)

Chiudi