Martedì, 23 Gennaio 2018 12:25

Collemaggio: a un mese da riapertura nessun servizio di accoglienza turistica

di 

Ad un mese dalla riapertura al pubblico, la Basilica di Collemaggio è tornata ad essere valore condiviso della comunità che ha riscoperto un interesse nuovo per questo luogo e la sua storia. Già di prima mattina, durante un giorno feriale, si susseguono le visite. Due donne che, in silenziosa ammirazione, percorrono la navata centrale. Un anziano che si sofferma ad osservare il rosone. E poi c'è chi la Basilica, probabilmente, la vede ora per la prima volta: un gruppo di ragazzi poco più che adolescenti che osservano con attenzione i particolari degli affreschi e si intrattiene nella lettura dei cartelli esplicativi.

Don Spinelli: "Pochi turisti, a visitare la Chiesa sono soprattutto aquilani" Ma a fronte di questo patrimonio artistico e del rinnovato interesse che sta mostrando la cittadinanza, qual è la reale ricaduta sull'economia legata al turismo? Non esistono sistemi di monitoraggio del flusso di visitatori e, ad oggi, l'unico dato che viene ripetutamente ostentato è quello relativo alle presenze durante la funzione religiosa del 24 dicembre."La notte della Vigilia di Natale c'erano circa tremila persone" afferma il sagrestano, che spiega come dal giorno della riapertura di visite ce ne sono state molte, ma sui numeri può fornirci solo un'idea approssimativa basata su valutazioni personali. "Sono in tanti a visitarla dopo il restauro, da quello che posso vedere, credo centinaia di persone. Gli adulti fanno sempre paragoni con com'era prima. Ma la cosa sorprendente sono i giovani, se ne vedono moltissimi tutti i giorni. Tra loro c'è chi era troppo piccolo quando c'è stato il terremoto e non può ricordarla oppure non l'ha mai vista. Ora la visitano con interesse, e questa è davvero una novità".

Se non è possibile avere riscontri certi sulla gran quantità di visite quotidiane dal giorno della riapertura, è tuttavia evidente come l'enorme potenzialità di crescita del turismo legato a questo luogo ancora non sia valorizzato. Salta agli occhi la mancanza di servizi minimi di accoglienza e di gestione del flusso dei visitatori, da quelli igienici a quelli informativi. Anche i cartelli esplicativi posizionati all'interno della Basilica contengono solo informazioni sugli interventi di restauro. Nessun accenno alla storia o agli affreschi. Eppure L'Aquila sembra decisa a puntare sul turismo e quindi a valorizzare le sue risorse territoriali, a partire dalla Basilica di Celestino V. Ma, al di là dei proclami, in che modo?

A sentire le parole di Don Nunzio Spinelli, Rettore della Basilica, questo tesoro artistico sembra oggi essere esclusivamente "ad uso e consumo" dei cittadini aquilani. "Dal giorno della riapertura nessuno mi ha mai segnalato disagi relativi alla mancanza di servizi, che pure ci sono - ci spiega il Rettore- Forse perché di turisti se ne vedono pochi, a visitare la Basilica sono soprattutto aquilani che non ne hanno bisogno". Ad oggi, non c'è nemmeno un servizio di custodia.

Tuttavia, in questo mese si è riusciti a garantire l'apertura al pubblico negli orari stabiliti (09.00- 12.30/ 15.00 - 18.30) grazie alla volontà di Don Spinelli che, di norma, si occupa personalmente della custodia della Basilica, oppure, quando gli impegni non lo consentono, si avvale della collaborazione di volontari. "Non è vero che manca la custodia perché ci sono io - ribadisce Spinelli, che precisa tuttavia come adesso si riesca a garantire il servizio perchè "durante i giorni feriali non abbiamo un afflusso enorme di visite che, invece, aumentano in coincidenza delle funzioni religiose. Per il momento e fino a quando non si troverà una soluzione, la Curia - quindi Don Spineli n.d.r.- riesce da sola ad assicurare la gestione della Basilica".

Il servizio di custodia della Basilica e la promozione turistica del sito Per il momento, dice Don Spinelli. Ma a lungo termine? Se il numero di visite, come si spera, dovesse aumentare, si riuscirebbe a garantire in futuro l'apertura quotidiana? A dire il vero, la custodia della Basilica è questione vecchia che, già prima del terremoto, si era tentato di risolvere. Nel 2005 Giuseppe Molinari, a quel tempo arcivescovo dell'Aquila, affidò la gestione a Guido Giorgio Bianchi, abate benedettino, che però poco tempo dopo lasciò l'incarico. Da allora non è stato fatto più nulla. Ad avere competenza in materia è il Comune che è proprietario dell'immobile. Come pure compito dell'amministrazione è la messa a punto di una strategia di promozione turistica del sito che, oltre allo straordinario valore artistico e storico, è indissolubilmente legato alla festa della Perdonanza, che punta al riconoscimento a patrimonio dell'umanità da parte dell'Unesco.

Tuttavia, per ora, nonostante l'Assessore alla Cultura del Comune dell'Aquila Sabrina Di Cosimo, contattata da NewsTown, abbia assicurato che Collemaggio rientra, insieme ad altri luoghi come San Pietro della Jenca, in un itinerario turistico di interesse culturale e religioso che è in fase di definizione, la programmazione degli interventi appare alquanto lacunosa.

L'assessora assicura che sul punto sì è più volte confrontata con il Presidente del Lions Club Angelo Cora, il quale si è detto disponibile con la sua associazione ad assumerne a titolo gratuito la custodia. Niente di ufficiale, sottolinea l'assessore, si convocherà a breve una riunione ma per ora si tratta solo di una dichiarazione d'intenti, anche perchè, spiega Di Cosimo, "il Comune si sta facendo mediatore ma fino al primo febbraio, quando la riorganizzazione della struttura comunale voluta da Biondi sarà conclusa e operativa, è difficile adottare provvedimenti".

E sugli obiettivi di breve termine per la promozione del sito in seguito all'intervento di restauro non si sarebbe potuto intervenire tempestivamente? Ad esempio, non esiste un sito web e le informazioni reperibili su internet, al di là della pagina di wikipedia, sono scarse e poco aggiornate, comprese quelle contenute nei siti istituzionali. Sul sito del Comune dell'Aquila [qui e qui] ci sono informazioni relative agli interventi post-sisma fino al restauro effettuato da Eni, ma nessun riferimento agli orari di apertura della Basilica o a come raggiungerla. Per non parlare della pagina dedicata sul sito del Mibact [qui], non di competenza dell'amministrazione comunale com'è ovvio, che dopo il sisma non è stata più aggiornato. Ma anche su questi aspetti, poco o nulla di concreto è stato fatto.

"Proprio oggi provvederemo alla consegna del materiale che ci ha fornito Eni presso l'info point della Fontana Luminosa - garantisce Di Cosimo - per quanto attiene il servizio informativo all'interno del complesso di Collemaggio, invece, ricordo che prima del terremoto si trovava nel Chiostro che, però, è di proprietà della Provincia e ancora non viene ricostruito. Provvederemo all'installazione di cartelli esplicativi contenenti informazioni sulla storia: per i contenuti, la stampa e la grafica si dovrà in futuro indire un bando di gara, ma già stiamo affrontando la questione". Situazione analoga anche per il sito internet: "Procederemo a breve a una manifestazione di interesse per la selezione dei progetti relativi al sito dedicato, ma già abbiamo ricevuto moltissime proposte a riguardo".

Al di là dei proclami, dell'incertezza sul numero di visite e del restauro esemplare che ha restituito e migliorato un luogo simbolo alla città, suscitando un rinnovato interesse da parte della cittadinanza, ciò che è certo è che la Basilica di Collemaggio rappresenta una ricchezza unica al mondo e altamente competitiva che avremmo il dovere di promuovere in modo assai più saggio di quanto non accada.

Ultima modifica il Mercoledì, 24 Gennaio 2018 03:30

Articoli correlati (da tag)

Chiudi