Prima la benedizione del fontanile del Monte Cefalone, poi la messa con le voci del coro degli alpini nella Basilica di Collemaggio e, dopo il convegno sull’emergenza sanitaria, la fiaccolata nei pressi degli impianti sciistici di Campo Felice.
Sono gli eventi che hanno scandito la giornata di commemorazione delle vittime dell’incidente dell’elisoccorso del 118 in cui, un anno fa, persero la vita 6 persone, i cinque membri dell’equipaggio – il medico Walter Bucci, 57 anni, l’infermiere Giuseppe Serpetti, 59 anni, il tecnico di bordo Mario Matrella, 42 anni, Davide De Carolis, tecnico del soccorso alpino, il pilota Gianmarco Zavoli - e Ettore Palanca, 50 anni, il turista di Roma che era stato soccorso.
Alla manifestazione, intitolata: ‘Nel silenzio…il battito dei vostri cuori’, hanno presenziato i parenti delle vittime, oltre al manager della Asl, Rinaldo Tordera, al personale del 118, ai vertici dell’amministrazione comunale, guidata dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e alle autorità militari.
La giornata del ricordo
Alle 9 è stato benedetto il fontanile del Monte Cefalone: si è aperta così la lunga giornata del ricordo dedicata alle vittime dell'incidente di Campo Felice.
Alle 11.30, nella basilica S. Maria di Collemaggio, si è tenuta la messa officiata da Giuseppe Petrocchi, arcivescovo dell’Aquila, con i cori degli alpini di Atri. Alla cerimonia hanno paretcipato, oltre ai i parenti delle vittime, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, la senatrice Stefania Pezzopane, il prefetto dell'Aquila Giuseppe Linardi e il manager della Asl Rinaldo Tordera, che ha portato anche i saluti del presidente della Regione Abruzzo Luciano D'Alfonso, del presidente della Puglia Michele Emiliano e del sindaco di Foggia Franco Landella (Mario Matrella, una delle vittime, era originario di Foggia e viveva a Putignano, in provincia di Bari). Presenti anche una delegazione del 118 e una del Soccorso Alpino.
"Spero che l'esempio di mio padre e di chi era con lui su quell'elicottero" ha detto la figlia di Valter Bucci "serva per costruire un'altra terra, la terra di coloro che ancora credono che non c'è amore più grande di chi dona la propria vita per gli altri".
Alle 14 si è svolto il primo memorial: 'Ai caduti di Monte Cefalone: convegno emergenza sanitaria in montagna’, nel Polo didattico Blocco 11 dell’Università dell’Aquila.
Il giorno dedicato alla memoria delle vittime si è concluso alle 19, con la fiaccolata presso gli impianti sciistici di campo Felice.
Un anno fa l'incidente
24 gennaio 2017. Intorno a mezzogiorno, un elicottero del 118 - impegnato in una operazione di recupero di uno sciatore infortunato, Ettore Palanca, 50 anni di Roma, di mestiere maitre in un hotel della Capitale - lancia un segnale di crash mentre sorvola la località di Casamaina, nel comune di Luconi (L'Aquila), a circa 1 km dalle piste di Campo Felice nei pressi del rifugio Alantino.
Sta sorvolando una zona con nuvole basse e una fitta coltre di nebbia.
Poco dopo lo schianto da un'altezza di circa 600 metri, a 1600 metri di quota, in corrispondenza del km 14 della statale 696, in un'area fortemente innevata a poche centinaia di metri dall'hotel 'La Vecchia Miniera'.
L'elicottero va completamente distrutto.
L'Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo - che ha competenza specifica sugli incidenti aerei - apre immediatamente un'inchiesta e dispone l'invio di un proprio ispettore sul luogo dell'incidente. Anche la Procura della Repubblica dell'Aquila apre un fascicolo.
Un anno dopo, la Procura ha iscritto nel registro degli indagati 6 persone, con l'accusa di disastro aereo colposo e omicidio colposo; si tratta di manager e tecnici privati di Inaer Aviation Italia, società che operava il volo in forza di un contratto con la Asl di Pescara, impegnati a vario titolo nella definizione e realizzazione di politiche di sicurezza, addestramento, formazione e controllo piloti: Giulio Fini, 56 anni; Maurizio Lebet, 57; Gianfranco Molina, 42; Roberto Noceto, 50; Pietro Trabucchi, 55; Alfonso Friolo, 55 anni. L'indagine è condotta dal pubblico ministero Simonetta Ceccarelli, che, oltre al supporto dei carabinieri, si avvale anche della consulenza di due esperti, uno dei quali è il pilota di elicottero Stefano Benassi, tra i maggiori esperti internazionali in materia. Stando alle risultanze degli approfondimenti, l'elicottero si sarebbe alzato in volo "nonostante le condizioni meteorologiche assai proibitive che non garantivano la visibilità prevista dalle minime di volo"; inoltre, nelle condizioni di scarsa visibilità che portarono alla tragedia, l’elicottero non avrebbe dovuto volare "a vista", ma in volo strumentale.