Lunedì, 05 Febbraio 2018 19:07

Emergenze, L'Aquila: un'app per gestire comunicazioni di protezione civile

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Il comune dell’Aquila avrà un’app per gestire le comunicazioni di protezione civile.

E’ una delle novità del nuovo piano d’emergenza annunciate dall’assessore Emanuele Imprudente (che ha la delega alla Protezione civile) nel corso della conferenza stampa con cui è stata siglata la firma di un protocollo d’intesa tra comune dell’Aquila, Univaq e Croce Rossa Italiana.

“In materia di protezione civile” ha detto Imprudente “una competenza specifica dei comuni è quella di avere piani di emergenza sempre aggiornati. L’Aquila un piano lo ha già ma sarà implementato con diverse novità, tra cui un’app specifica per tenere informati i cittadini sulle migliori pratiche di protezione civile”.

Il piano aggiornato, ha aggiunto Imprudente, sarà presentato a breve e pubblicizzato attraverso una campagna informativa a base di brochure e opuscoli. Oltre alla app, altre novità riguarderanno la Carta per la localizzazione dei pericoli valanghe e alcune misure studiate ad hoc per disabili e portatori di handicap.

In situazioni di emergenza, la pianificazione e la comunicazione diventano risorse strategiche per sviluppare interventi efficaci. Per avere risposte efficienti in caso di calamità, tuttavia, va fatto preventivamente, in quello che si chiama “tempo di pace”, un lavoro di formazione e costruzione di una cultura del rischio.

Proprio a questo mira il protocollo sottoscritto dal sindaco Biondi, dalla rettrice dell’Università dell’Aquila Paola Inverardi e dal presidente nazionale della Croce Rossa Italiana, Fancesco Rocca.

Un’intesa con cui comune, Univaq e Croce Rossa diventano, di fatto, i primi aderenti a un comitato che dovrà adoperarsi per attivare e promuovere, a livello nazionale, “un tavolo permanente di studio, ricerca e innovazione, formazione e divulgazione della cultura della risposta alle emergenze”.

Il tavolo dovrà promuovere “attività di carattere formativo, operativo e tecnico utili a assicurare interventi emergenziali sempre più efficaci ed efficienti”.  

“Il problema che abbiamo in Itaia” ha detto Biondi “è che ogni volta che c’è una catastrofe o una calamità naturale inizamo da zero perché non riusciamo a fare tesoro delle esperienze pregresse. La Croce Rossa ha messo in campo sull’Aquila forze incredibili e noi vorremmo che quella collaborazione e anche quelle sperimentazioni fatte non andassero perse e potessero anzi essere replicate e aggiustate sulla base di esperienze sempre nuove, perché ogni calamità fa storia a sé anche se ha delle caratteristiche che la uniscono a quelle precedenti. Spero che in futuro L’Aquila possa diventare, anche grazie alla presenza di strutture e infrastrutture importanti come l’università, il GSSI, l’aeroporto, l’ospedale regionale, un punto di riferimento non solo su come si gestisce l’emergenza, ma anche come si comunica nell’emergenza”.

“Il tema delle tecniche di risposta alle emergenze apparentemente sembra essere lontano dalla ricerca accademica” ha affermato la Inverardi “In realtà la capacità di reagire in casi di emergenza deve essere una capacità diffusa nella società, dai singoli cittadini alle istituzioni. Pensavamo di non dover più fronteggiare un altro momento di crisi e invece i terremoti dell’anno scorso ci hanno colto impreparati. Anche se fisicamente la città non è stata toccata, psicologicamente ha reagito malissimo, a iniziare  dalle ammistrazioni. La cultura dell’emergenza è essenziale per poter abitare in modo sereno i luoghi come il nostro, che hanno una più alta probabilità di essere toccati momenti di crisi. Per creare questa cultura, l’università, insieme al mondo dell’associazionismo, può mettere in campo diverse iniziative”.

“Per noi la formazione è essenziale, del resto non si diventa volontari senza percorsi formativi appropriati” ha dichiarato Rocca, che ha voluto ricordare anche l’impegno profuso dalla Croce Rossa dopo il sisma del 6 aprile: “L’Aquila ci è rimasta nel cuore, qui abbiamo gestito 12 campi di accoglienza e assistito migliaia di persone. Un’esperienza che è servita a molto anche noi per migliorare alcuni aspetti organizzativi interni”.

Ultima modifica il Martedì, 06 Febbraio 2018 18:57

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