Martedì, 13 Febbraio 2018 10:48

Sanità, la lista degli idonei alla nomina di manager Asl: non c'è Tordera

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L’8 febbraio scorso, la Commissione per la valutazione dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale, voluta dal Ministero della Salute, ha concluso i lavori ed ha trasmesso l’elenco dei candidati risultati idonei all’esito della selezione. Ebbene, l’elenco è stato pubblicato ieri, 12 febbraio [qui, la lista] con una sorpresa, a leggerlo da L’Aquila.

Tra gli idonei, infatti, non figura il nome di Rinaldo Tordera, direttore generale della Asl1 L’Aquila-Avezzano-Sulmona; il manager non ha maturato i cinque anni di direzione continuativi: significa che alla scadenza del mandato, tra poco più di un anno, Tordera non potrà riproporsi per un secondo mandato. Infatti, solo coloro che sono inseriti nell’elenco potranno partecipare alle selezioni indette dalle Regioni per il conferimento degli incarichi.

D’altra parte, la nomina di Tordera – datata 1 marzo 2016 – era arrivata al culmine di giornate di scontri e polemiche politiche; il manager lombardo, già direttore Carispaq e, più di recente, ai vertici dell’Asm e di Sviluppo Italia Abruzzo, non era iscritto all’albo dei 127 idonei che era stato stilato da Regione Abruzzo all’inizio del settembre 2015 e, per la scelta, il governatore Luciano D’Alfonso aveva dovuto attingere dalla lista degli idonei di Regione Lombardia. Tordera in effetti, pur non avendo superato la seconda selezione per la short list a disposizione del governatore Roberto Maroni, risultava iscritto all’albo lombardo.

La decisione scatenò un vero e proprio putiferio; provò a contrastarla persino l’assessore regionale alla sanità, Silvio Paolucci. A L’Aquila, ci fu un durissimo braccio di ferro tra l’allora sindaco Massimo Cialente, che sponsorizzò fortemente la nomina, e il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci che proponeva, invece, si facesse riferimento all’albo regionale. Anche i sindacati avevano annunciato battaglia, con l’UGL che si era spinta a dichiarare che avrebbe portato gli atti in Procura.

Sta di fatto che Tordera venne nominato e, alla luce del lavoro della Commissione per la valutazione dei soggetti idonei all’incarico di direttore generale delle Asl, viene da chiedersi se non si sia trattato davvero di una pesante forzatura politica. “Con la formazione del primo elenco nazionale di idonei alla nomina di direttore generale degli enti del servizio sanitario, si realizza una riforma epocale che ha l’obiettivo di riequilibrare i rapporti tra il vertice politico regionale e la governance delle aziende sanitarie con l’obiettivo di slegare, in particolare, la nomina dei direttori generali dalla “fiducia politica” per agganciarla a una valutazione di profilo esclusivamente tecnico, finalizzata alla selezione di professionalità qualificate e adeguate a ricoprire, nell’ambito della governance degli enti del Servizio sanitario nazionale, l’incarico strategico di direttore generale”, le parole del ministro Beatrice Lorenzin.

Oltre al manager della Asl1, nell’elenco non figura Armando Mancini, direttore generale dell’azienda di Pescara, ma il motivo è soltanto anagrafico: ha superato, infatti, i 65 anni d’età. Promossi, invece, Pasquale Flacco – a capo della Asl di Chieti – e Roberto Fagnano, manager dell’azienda sanitaria teramana. Tra gli abruzzesi, in lista ci sono i nomi di Angelo Muraglia, Franco Caracciolo, Claudio D’Amario, Michele Caporossi, Valterio Fortunato, Tiziana Petrella, Paolo Zappalà e Francesco Zavattaro.

L’elenco degli idonei verrà aggiornato ogni due anni; per l’iscrizione, sarà necessario possedere l’attestato di formazione in materia di sanità pubblica e di organizzazione e gestione sanitaria. I candidati saranno selezionati tenendo conto dell’esperienza dirigenziale che hanno e degli specifici titoli formativi e professionali. La permanenza nell’elenco durerà 4 anni, salvo provvedimenti di decadenza. E a proposito di decadenza, anche i direttori verranno valutati – finalmente - in base al raggiungimento degli obiettivi di salute, al funzionamento dei servizi, e al rispetto degli obiettivi economico-finanziari. Dovranno garantire i livelli essenziali di assistenza (Lea) ed eliminare le liste di attesa. Decadranno se la loro performance sarà valutata in modo negativo, se da parte loro ci sarà una manifesta violazione della legge o degli obblighi di trasparenza.

Ultima modifica il Martedì, 13 Febbraio 2018 11:17

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