Giovedì, 08 Marzo 2018 13:44

Caos partecipate: Ctgs "appesa" all'Anac, vertici Sed e Afm decaduti da mesi

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Si è riunita stamane la Commissione ‘Controllo e Garanzia’ presieduta dal consigliere Americo Di Benedetto.

All’ordine del giorno, la verifica in ordine al parere Anac (Autorità nazionale anticorruzione) in relazione al Centro turistico del Gran Sasso e la discussione in merito alle attività svolte dagli amministratori unici delle società partecipate in regime di prorogatio.

Iniziamo dal Ctgs. Come noto, il sindaco Pierluigi Biondi alla metà di ottobre ha silurato l’amministratore unico della società, Fulvio Giuliani, nominando amministratore a tempo il dirigente Domenico de Nardis; una nomina che lo stesso primo cittadino ha definito una forzatura, pur ribadendo che l’unica alternativa possibile era la messa in liquidazione della partecipata. D’altra parte, il dirigente comunale non potrebbe assumere l’incarico di amministratore unico, stando all’articolo 11 comma 8 del D.Lgs 175/2016 (il testo unico in materia di società di partecipazione pubblica).

Audito dalla Commissione ‘Controllo e Garanzia’, però, l’avvocato de Nardis aveva spiegato che, dal punto di vista civilistico, le attività poste in essere da chi non è "reale rappresentante giuridico" di una società potevano essere sconfessate soltanto dal falso rappresentato, il Comune dell'Aquila in questo caso. Non solo. Aveva aggiunto che la situazione di predicata incompatibilità - l'amministratore unico è dipendente dell'amministrazione politica controllante - avrebbe comportato che la funzione potesse essere assunta dal dirigente de Nardis ma non conservata in caso di contestazione che avrebbe imposto la decadenza dall'uno o dall'altra carica.

Ebbene, quasi due mesi dopo la nomina sul tavolo della Commissione è finito il parere negativo nel merito della nomina espresso dal dirigente Fabrizio Giannangeli, all’epoca autorità anticorruzione del Comune dell’Aquila; dunque, il 29 dicembre scorso è stato chiesto un parere formale all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione: la risposta sarebbe dovuta arrivare entro 30 giorni ma non è ancora pervenuta in Comune. Per questo, la Commissione ha sollecitato la segretaria generale Alessandra Macrì ad una verifica sullo stato della pratica.

Staremo a vedere.

Ciò che è emerso di preoccupante stamane, invece, attiene alle società partecipate in regime di prorogatio.

Un passo indietro. Al momento dell’insediamento, il sindaco Biondi aveva annunciato la sostituzione dei vertici delle società partecipate, figure fiduciarie dell’amministrazione. Sono passati 9 mesi, e soltanto il 28 febbraio scorso è stato pubblicato sul sito istituzionale del Comune l’avviso per la costituzione degli Albi per amministratore unico o membro del Consiglio d’amministrazione, Revisore unico e in collegio o membro del Collegio sindacale delle società, a seguito del passaggio in Consiglio comunale dell’atto d’indirizzo approvato in Giunta. Un passaggio formale, evidentemente, considerato che le nomine, come detto, sono fiduciarie. E qui sta il nodo: l’accordo tra le forze politiche di maggioranza per la spartizione delle poltrone ha dilatato i tempi in modo insopportabile. Con conseguenze preoccupanti.

Detto del Centro turistico del Gran Sasso, e nominato Fabrizio Ajraldi alla Gran Sasso Acqua, in Asm e Ama siedono amministratori scelti dalc centrosinistra pienamente in carica: Francesco Rosettini ha il contratto in scadenza nell’aprile 2019, in Ama il contratto dell’amministratore Agostino Del Re è stato rinnovato fino al 2020 - e non senza polemiche - da Massimo Cialente, a pochi mesi dalla fine del mandato da sindaco. Entrambi si erano detti disponibili a rimettere l'incarico, se Biondi l’avesse chiesto: 9 mesi dopo, però, sarebbe difficile per l’amministrazione comunale revocarli per giusta causa – si sarebbe potuto fare all’indomani delle elezioni, considerata, appunto, la natura fiduciaria dell’incarico – e dunque, se Rosettini e Del Re dovessero mettersi di traverso, sarebbe un bel problema, e l’amministrazione potrebbe essere chiamata al risarcimento dei danni.

La situazione più grave, tuttavia, è al Sed e all’Azienda farmaceutica municipalizzata: entrambi gli amministratori, infatti, sono andati in scadenza con l’approvazione del bilancio; Carlo Sandolo – apparso piuttosto nervoso stamane, in Commissione – il 30 aprile 2017. Pochi giorni dopo, il 4 maggio, l’allora sindaco Massimo Cialente ha firmato un decreto demandando allo stesso amministratore le attività di governo del Sed “nelle more delle decisioni definitive che saranno assunte in merito dal sindaco che verrà eletto nella prossima tornata elettorale”. leggiamo testualmente. Un decreto che andrà analizzato con attenzione, e che ha fatto storcere il naso alla segretaria generale. In effetti, ad oggetto è richiamato il principio della “prorogatio”, come normato ex artt 2383 e seguenti del Codice civile, ma non è chiaro se possa applicarsi al caso di specie.

Il testo unico sulle società partecipate sancisce che un amministratore in scadenza decada automaticamente 45 giorni dopo l’approvazione dell’ultimo bilancio d’esercizio: a quel punto, venuto a cessare l’amministratore unico, l’assemblea di nomina deve essere convocata d’urgenza dal collegio sindacale che, nel frattempo, può compiere atti d’ordinaria amministrazione. A dire che Sandolo, scaduto il termine dei 45 giorni dal 30 aprile scorso, sarebbe dovuto decadere e, per l’attività ordinaria, sarebbe dovuto intervenire il Collegio sindacale. Ma c’è la proroga firmata da Cialente, almeno.

Nel caso dell’Afm la situazione è ancora peggiore, se possibile: l’amministratore Giorgio Masciocchi, infatti, è andato in scadenza l’8 di giugno, sono passati i 45 giorni per la decadenza ma è ancora formalmente in carica senza che vi siano state indicazioni dell’amministrazione comunale, nel frattempo, e senza che fosse convocata un’assemblea con, all’ordine del giorno, la nomina degli organi amministrativi. Insomma vi è il rischio, più che fondato per l’Afm, che gli atti d’ordinaria amministrazione assunti in questi mesi possano essere considerati nulli, con l’Ente che verrebbe esposto a possibili danni erariali. In attesa di capire come evolverà la tragica vicenda del Ctgs.

Ultima modifica il Mercoledì, 16 Maggio 2018 22:12

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