“La presenza di personale dipendente del Comune dell’Aquila e dei Comuni del cratere nelle graduatorie degli ammessi alla procedura di mobilità volontaria della Regione Abruzzo pone l’accento su una problematica più volte denunciata: il rischio di un ulteriore esodo dei lavoratori della ricostruzione”.
Ad affermarlo, in una nota, sono il segretario della Cgil Funzione Pubblica della provincia dell’Aquila Francesco Marrelli e il segretario della Camera del Lavoro della provincia dell’Aquila Umberto Trasatti.
“Parliamo di lavoratori” si legge “assunti dal concorso Ripam, di precari e, in questa ultima fattispecie, anche di lavoratori storici del Comune dell’Aquila e dei Comuni del cratere sismico. Esodo dovuto all’assenza di certezze lavorative che genera un concreto pericolo di vedere vanificati i sacrifici e il lavoro dei tanti lavoratori che nella ricostruzione hanno creduto e continuano a credere. Lavoratori, anche di fuori regione, che in molti casi hanno scelto di vivere nella nostra città, di lavorare alla filiera della ricostruzione. Lavoratori, vincitori di concorso che sono entrati nella pubblica amministrazione con una legge, per l’epoca “speciale”, la legge Barca, che ha consentito assunzioni in deroga alla legge generale. Lavoratori assunti a tempo indeterminato e a tempo determinato, che oggi chiedono maggiori certezze sul loro futuro lavorativo”.
“La legge Barca” continua la nota “se da una parte ha consentito l’incremento delle piante organiche degli enti e l’avvio di procedure concorsuali, dall’altro ha posto un limite pericoloso a tale condizione. Tra l’altro il Comune dell’Aquila non ha incrementato la propria dotazione organica, in quanto carente di personale, come d’altra parte continua ad essere, e infatti risultano ancora vacanti circa 130 posti. La condizione sovrannumeraria al 2023 per i Ripam e la scadenza contrattuale al 31 dicembre 2020 per i lavoratori contrattualizzati con rapporto di lavoro a tempo determinato necessita di un immediato intervento normativo”.
“Il passare del tempo” affermano Trasatti e Marrelli “come per la ricostruzione, non giova alla soluzione del problema. La richiesta che viene dai lavoratori e dal sindacato è di tornare alla normalità contrattuale, che vuol dire avere sin da ora un rapporto di lavoro a tempo indeterminato privo di vincoli e di scadenze e di attivare le procedure di stabilizzazione diretta per i lavoratori a tempo determinato. Ciò anche a garanzia del buon andamento delle amministrazioni locali. La nostra organizzazione sindacale ha più volte osservato come la carenza strutturale di personale al Comune dell’Aquila comporti carichi di lavoro maggiori per tutti i lavoratori e un rischio di interruzione per alcuni servizi in determinati periodi dell’anno (si veda cosa accade per le Delegazioni nella frazioni del comune)”.
“Tornare all’ordinario contrattuale” prosegue la nota “vuol dire aggiornare la legge Barca e i vari provvedimenti emergenziali, renderli attuali, pensare a una gestione del personale che veda in prospettiva, anche oltre la ricostruzione materiale degli edifici. Il lavoro pubblico deve tornare ad essere centrale nel dibattito dei nostri territori, come centrale deve tornare il ruolo della contrattazione e il protagonismo del lavoro nelle scelte della politica e delle amministrazioni”.
“Basterebbe certificare” dichiarano Trasatti e Marrelli “che il fondo per le risorse a disposizione per la copertura stipendiale dei lavoratori Ripam è permanente, inserendovi anche la copertura per gli stipendi dei lavoratori a tempo determinato. È necessario tornare a investire sulle persone e sulla qualità e la stabilità del lavoro. Negli ultimi 10 anni le amministrazioni sono state spogliate di personale e ci troviamo nella condizione in cui i lavoratori devono lottare per poter mantenere il proprio posto di lavoro”.
“Il bando per la mobilità della regione Abruzzo” concluda la nota “è una delle tante alternative che i lavoratori, della ricostruzione e non, ricercano per avere certezze, garanzie e crescita professionale. Si ascolti il grido di allarme degli oltre 300 lavoratori della ricostruzione (200 lavoratori del concorso Ripam e 103 lavoratori a tempo determinato Usra, Usrc e Comune dell’Aquila) e dei tanti altri lavoratori del pubblico impiego che con costanza e assiduità continuano a prestare la propria opera per riconsegnare a noi e ai nostri figli un territorio dove poter continuare a vivere”.