La gestione post-sisma è un problema di dimensioni notevoli per tutti, in primis per i cittadini e per gli impiegati comunali, che si trovano ad affrontare mole di documenti, numeri e problematiche che spesso l'apparato amministrativo del Comune non riesce a sostenere. E' il caso, ad esempio, degli uffici comunali in via Carabba, nei pressi della stazione, i più frequentati tra quelli dislocati nelle varie sedi comunali. Secondo il report settimanale del Comune dell'Aquila, le persone assistite al 3 dicembre 2013 sono 19.297, ma lo Sportello Unificato del settore delle politiche sociali del Comune è aperto solo tre volte a settimana: lunedì e giovedì mattina, e mercoledì pomeriggio. Totale: 10 ore a settimana di apertura al pubblico, con tre postazioni disponibili.
Il risultato è la creazione di file talvolta mostruose, come ci segnala una nostra lettrice attraverso la foto a destra, scattata lo scorso 4 dicembre alle 15.15. "Rapportando ciò alla potenziale domanda assistenziale - ci scrive - e calcolando un tempo medio di colloquio di 10 minuti a persona, si calcolano un massimo di sole 180 persone a settimana che hanno la possibilità di accedere a tale servizio".
E' facile scadere, in situazioni come quelle raffigurate nella foto, nell'accusa a questo o a quell'impiegato. Ma la questione non riguarda i dipendenti dell'ufficio, che anzi spesso si impegnano oltremodo per soddisfare le innumerevoli esigenze dei cittadini. Sarebbe adeguato però, a quattro anni e mezzo dal sisma, che venissero davvero riorganizzati i servizi inerenti le politiche sociali, le pratiche della ricostruzione e l'assistenza alla popolazione. Anche perché, fisiologicamente, il numero dei cittadini assistiti scenderà solo in proporzione al ritmo con cui verrà ricostruita la città.