Venerdì 25 maggio, nel carcere di Castrogno, a Teramo, l’assistente capo coordinatore di polizia penitenziaria, Matteo Massimo Palladino, di 54 anni, è stato stroncato da un arresto cardiocircolatorio mentre era in servizio all’interno della casa circondariale.
A comunicarlo, in una nota, è la segreteria generale nazionale del Cosp (Coordinamento sindacato penitenziario), che scrive: “Il magistrato di turno, Luca Sciarretta, ha disposto l’autopsia per fare piena luce sulle cause del decesso”.
“Secondo le prime ipotesi la morte potrebbe essere stata causata da infarto ma – spiega il segretario generale nazionale del Coordinamento sindacale penitenziario Domenico Mastrulli - si continua a mettere la testa sotto la sabbia e a ignorare la grave situazione in cui è costretto a lavorare il personale di polizia penitenziaria. La sovrapopolazione carceraria ha raggiunto soglie non più tollerabili: 59 mila detenuti a fronte di 35mila agenti, rispetto alle 46mila unità del 2001”.
“Se proprio si vuole stringere la cinghia – spiega Mastrulli – è necessario accettare un radicale cambio di mentalità: troppi agenti utilizzati negli uffici, nei dipartimenti ministeriali e nei provveditorati. Troppo pochi quelli che devono garantire la sicurezza nelle carceri sottoposti a turni massacranti di 8 ore e straordinari imposti dalle direzioni. E’ evidente – conclude Mastrulli – che in queste morti vi siano delle concause che pregiudicano severamente il benessere psicofisico del personale negli ambienti carcerari”.