Martedì, 10 Dicembre 2013 20:57

Comune, una dipendente: "Vincitori concorsone vogliono trasferimento"

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I vincitori del concorsone non vogliono rimanere all'Aquila. E' la denuncia di una dipendente del Comune del capoluogo abruzzese, nei riguardi di molti dei vincitori del Concorso Ripam Abruzzo (acronimo di Riqualificazione della Pubblica Amministrazione), indetto lo scorso anno dal Governo Monti per arricchire il numero di dipendenti a disposizione dei comuni del Cratere.

I neoassunti a tempo indeterminato, secondo quanto dichiara sul social network Facebook Fabiana Costanzi (dipendente a tempo determinato dell'ufficio ricostruzione del Comune dell'Aquila), starebbero preparando una nota da inviare al Governo, con cui chiedono di abbreviare i tempi necessari per la richiesta di mobilità volontaria, cioé il trasferimento: "Leggere, come ho letto, che è in via di preparazione una nota a firma dei 'dipendenti Ripam del Comune dell'Aquila' che chiede al Governo di cambiare la prescrizione dei cinque anni a decorrere dalla data di assunzione per tutti i nulla osta/autorizzazioni relativi a mobilità , distacco e comando verso le Pubbliche Amministrazioni diverse dal Comune dell'Aquila e dai Comuni del Cratere è un atto di sciacallaggio tanto quanto quello di chi pensa che il terremoto sia stato l'occasione della vita", scrive Fabiana Costanzi.

Lo scorso febbraio venivano proclamati i 300 vincitori di quello che fu ribattezzato da tutti concorsone: 128 persone sono state assegnate al Comune dell'Aquila, 72 nei comuni del Cratere e 100 al Ministero dei Trasporti, il quale li ha destinati temporaneamente agli Uffici Speciali per la Ricostruzione, alla provincia e alla Regione Abruzzo. Queste le cifre contenute nel bando del concorso.

Già nelle settimane successive all'uscita del bando, si era scatenato nell'opinione pubblica cittadina il dibattito sulla adeguatezza o meno del vincolo residenziale. In altre parole molti, già prima dello svolgimento delle prove concorsuali, avevano 'profetizzato' che i neoassunti provenienti da fuori provincia avrebbero chiesto un immediato trasferimento. Qualcuno chiese che tra i requisiti ci fosse una sorta di aquilanità ma, ovviamente, non si sarebbe potuto svolgere un concorso nazionale per un impiego pubblico, inserendo lo pseudo istituto giuridico della provenienza geografica. Avrebbe leso i principi di equità del bando di concorso, esteso per natura al Paese intero. Al contempo, però, la cosiddetta “Legge Barca” fissava a otto gli anni minimi di permanenza nel Cratere da parte dei vincitori del concorso. Il Comune dell'Aquila, poi, con una delibera di giunta addirittura diminuiva a 5 gli anni obbligatori di permanenza nel Cratere, prima di poter chiedere mobilità, distacco o comando in altri uffici pubblici del Paese. In realtà, il riferimento per la mobilità volontaria è chiaro nell'art. 35 (c. 5-bis) del Decreto Legislativo 165/2001: "I vincitori dei concorsi devono permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai contratti collettivi".

Nella lettera, indirizzata agli uffici di gabinetto ministeriali e al capo del Diset Aldo Mancurti, si chiederebbe anche una rappresentanza sindacale Ripam. Dedicata esclusivamente ai vincitori del concorso, dunque. Una richiesta quantomeno curiosa, in quanto i suddetti sono a tutti gli effetti dipendenti dell'ente comunale nel quale lavorano, e quindi tutelati già dalle rispettive rappresentanze sindacali. E' evidente, dunque, che i 300 nuovi assunti non si sentano dipendenti del Comune. Quest'ultimo aspetto spiegherebbe anche destinatari e interlocutori della nota: il Governo centrale, anziché l'amministrazione comunale. Nel testo si specificherebbe, secondo Fabiana Costanzi, anche una precisa richiesta di accesso alla progressione verticale (meccanismo secondo il quale - grazie a un concorso interno - si sale di ruolo all'interno dell'ente pubblico, tuttavia reso illegittimo dal D. Lgs. 150/2009) da parte dei dipendenti, ma ad esempio il Comune dell'Aquila ha bloccato da mesi le progressioni verticali, proprio perché ha acquisito nuovo personale qualificato dal concorsone.

La lettera sta girando nell'indirizzario mail dei dipendenti, e non ci è dato sapere quante sottoscrizioni abbia finora ricevuto. Certo, non saranno stati contenti i dipendenti aquilani, siano essi provenienti dalle graduatorie del concorso, o meno. E, se fosse confermata la volontà da parte dei molti neoassunti, non sarebbe neanche un bel segnale per L'Aquila e i comuni del Cratere.

Un territorio che necessita di essere ricostruito da chi, quotidianamente, impegna tutta la passione necessaria a un lavoro così delicato. La presenza di tanti – soprattutto giovani – provenienti da fuori città, rappresenta inoltre un arricchimento generalizzato per tutta la nostra comunità, e l'opportunità di rifondare un territorio più aperto, da tutti i punti di vista. Sarebbe bello – oltre che auspicabile – che tutti agissero in tal senso.

Ultima modifica il Mercoledì, 11 Dicembre 2013 11:52

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