Boccata d’ossigeno nella battaglia contro il progetto Snam.
Si è tenuta mercoledì l’udienza per la discussione del ricorso al Tar del Lazio da parte del Comune di Sulmona congiuntamente agli altri Comuni del territorio, alla Regione e ai comitati cittadini, contro i decreti del Governo con i quali si autorizza la costruzione della Centrale di Compressione della Snam a Sulmona. Non sussisterebbe un’urgenza tale da far pronunciare immediatamente il Tribunale Amministrativo sull’istanza cautelare avanzata, dato che l’eventuale costruzione della Centrale di compressione non potrà essere avviata prima di un anno, prima cioè che siano concluse le attività preliminari di monitoraggio dell’aria e delle procedure relative all’A.I.A.
La decisione sulla sospensiva è stata rinviata e l’udienza di merito fissata al 23 di gennaio, e non in autunno come aveva dichiarato il sindaco di Sulmona Annamaria Casini. Contestualmente l’Arta ha comunicato in questi giorni l’avvio delle procedure per l’installazione delle centraline finalizzate alle operazioni di monitoraggio dell’aria nella Valle Peligna che si prolungherà per un anno. "Non ci fermeremo e continueremo ad opporci al progetto della Snam in tutte le sedi, contrastando ora più che mai la costruzione della Centrale e del Metanodotto nella nostra città", le parole del primo cittadino.
"Approfitteremo di questo tempo per impedire la realizzazione di opere dannose e impattanti nel nostro territorio a forte rischio sismico. Chiederemo al nuovo Governo di riaprire un tavolo - ha aggiunto Casini - di rivedere il progetto e di rispettare quella volontà di istituzioni e cittadini peligni ripetutamente e continuamente ribadita in questi lunghi anni con tutti gli strumenti a disposizione".
A leggere l'ordinanza dei giudici amministrativi, pubblicata stamane, non si fa cenno alla mancata sussistenza dell'urgenza di un pronunciamento, come spiegato dal sindaco di Sulmona, piuttosto si chiarisce che "la complessità dei temi trattati, meritevoli di approfondimento", e "gli interessi pubblici e collettivi coinvolti nella controversia in esame", consigliano di "trattare il gravame nelle più appropriata sede di merito". Parole che consigliano prudenza, sebbene ci sia una chiara apertura alle ragioni del territorio.