Poco dopo le 14, l’ultimo aggiornamento del personale di Medici Senza Frontiere a bordo della nave di Sos Mediterraneé: “abbiamo ricevuto istruzioni dal coordinamento della Guardia Costiera Italiana di rimanere in standby nell’attuale posizione, a 35 miglia nautiche dall’Italia e 27 da Malta”.
E’ lì che naviga a vuoto da ore 'Aquarius', con 629 persone a bordo, tra loro 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte. “Ancora una volta, la politica degli stati europei è posta al di sopra delle vite delle persone” scrive MsF. La capacità dell’Aquarius è di 550 persone, ce ne sono 79 in più; anche se nessuno, al momento, versa in critiche condizioni di salute, il team medico sottolinea come si tratti, comunque, di persone provate da lunghi mesi di torture e violenza in Libia, alcuni presentano ferite, altri ustioni da mix di carburante e acqua salata. E sarebbe toccato all’Italia, oltre la retorica politica, trovare un porto sicuro per la nave su cui, tra l’altro, sono stati trasbordati 400 migranti salvati dai mezzi della Marina Italiana che, invece di portarli in Italia, hanno ricevuto l’ordine di farli salire a bordo.
A meno che non si credesse davvero che Aquarius dovesse attraccare a Malta, un’isola che è grande come una piccola città siciliana, e che ospita già, i dati sono dell’Unhrc, 18.3 rifugiati ogni 1000 abitanti (7.948 persone), nove volte l’Italia dove ne ospitiamo 2.4 ogni 1000 abitanti. Tra l’altro, Malta dipende da sempre dal coordinamento italiano per le zone di ricerca e soccorso e non ha mai sottoscritto alcuni articoli della Convenzione di Amburgo del 1979 e della Convenzione Solas: queste norme prevedono che lo sbarco avvenga nel paese che ha coordinato i soccorsi, e in quel tratto di mare i soccorsi sono coordinati dall’Italia, è accaduto anche stavolta.
Nel pomeriggio, il premier spagnolo Sanchez ha messo a disposizione il porto di Valencia; lì dovrebbe finalmente approdare la nave. Se non fosse che Aquarius non ha ancora ricevuto comunicazioni ufficiali; è stato un pomeriggio ad alta tensione a bordo in attesa di notizie sull'assegnazione del porto sicuro in cui poter sbarcare; allarmato dal fermo della nave e poco convinto dalle spiegazioni del team di bordo, uno dei migranti ha tentato di buttarsi dal ponte della nave. "Sulla nave crescono ansia e disperazione a bordo - dice il team di Msf - Abbiamo informato tutti sulla situazione attuale. Un uomo ha minacciato di buttarsi in mare, dicendo di aver paura di essere riportato in Libia". Oggi la nave è stata nuovamente rifornita di cibo, le scorte per ora sono limitate a un altro pasto per domani; tuttavia, ci vorrebbero 3 o 4 giorni per arrivare sulla costa spagnola.
Insomma, la vicenda - vergognosa - non si è ancora risolta.
Vergognosa per diversi motivi. La propaganda di Matteo Salvini è fumo negli occhi, mistificazione della realtà, 'circonvenzione di italiani', il popolo che più di ogni altro, in Europa, percepisce in modo distorto la presenza di migranti: "basta invasione", "chiudiamo i porti", dichiara il Ministro dell’Interno che, sia chiaro, non avrebbe alcuna competenza in materia, la decisione è del Ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli (M5S) ma è evidente, oramai, come la Lega – col 17% ottenuto alle politiche – sia la guida unica del Governo, capace d’imporre la sua ‘visione’ politica a chi, evidentemente, non ce l'ha. In questo senso, spiazza la debolezza di Luigi Di Maio e, soprattutto, del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sia chiaro, però: non c’è alcuna invasione. La Francia accoglie 304.500 profughi, 4 ogni mille abitanti; l’Austria ne ospita 93.200, 10 ogni 1000 abitanti, la Germania 669.500, 8.1 ogni mille abitanti, la Grecia, persino la Grecia, 21.500, 2 ogni 1000 abitanti. L’Italia che sta passando come la vittima dei flussi del Mediterraneo, come detto, 2.4 ogni 1000 abitanti, 147.300 rifugiati.
In generale, e lo scriviamo da tempo, in Italia i migranti rappresentano l’8% della popolazione ma, stando ai dati Eurispes, più della metà degli italiani pensa che, in realtà, siano il 30%. E non c’è una contronarrazione capace di restituire la dimensione reale dei fenomeni: dunque, è piuttosto semplice cavalcare le paure per strappare un voto in più. Circonvenzione di italiani, appunto: siamo incapaci di comprendere che, in realtà, non c’è alcun allarme, e sebbene sia cresciuto il numero degli stranieri residenti e dei migranti, a vario titolo, persino i principali indicatori con cui misuriamo la criminalità sono diminuiti. Fatti, non mistificazioni.
Per questo, è ancor più incomprensibile l’atteggiamento del Governo che ha lasciato in mare 629 persone, con rischi per i migranti e per l’equipaggio.
E poi, qual è la strategia? Chiudiamo i porti, bene, infrangiamo le più disparate norme del diritto internazionale: e poi? Che si fa? Stavolta è intervenuta la Spagna, la prossima? Non è dato sapersi. Salvini ha voluto mostrare i muscoli, contrapporsi ad un’isola di pochi metri quadrati, ma si è tenuto ben alla larga dall’aprire un'interlocuzione seria con Bruxelles e Strasburgo laddove, tra l’altro, da Parlamentare Europeo, si è piazzato al 543° posto su 751 deputati in termini di presenze ai voti nominali, e nella precedente legislatura era andata pure peggio, 625° posto. Che proposte ha portato, Salvini, ai tavoli europei? Quali le sue battaglie?
Ci chiediamo, ancora: con quale proposta si presenterà l’Italia al Consiglio europeo di fine giugno? Verrà presentata una bozza di riforma del regolamento di Dublino, dopo la bocciatura di quella bulgara approdata il 5 giugno scorso al vertice europeo di Lussemburgo col voto negativo pure dell’Italia? Probabilmente no. Sicuramente no. Anche perché, Salvini ha ben chiaro in testa che – in vista delle Europee dell’anno prossimo – dovrà rafforzarsi la rete di alleanze del blocco sovranista in Europa, con Orban e, più in generale, col blocco di 'Visegard'. E pazienza se la chiusura delle frontiere ad est lasci come unica strada d’approdo, ai migranti, il Mediterraneo e i confini italiani. Isolando l'Italia, appunto, e i paesi del sud. Salvini fa il pugno duro con Malta, ma si guarda bene da aprire una 'questione' orientale; ha soltanto una strategia, a breve termine: far breccia nell’opinione pubblica italiana e, d’altra parte, rafforzare l’intesa con Orban. E chi se ne frega dei migranti, chi se ne frega della politica dei nostri confini.
Certo, il regolamento di Dublino va cambiato e, certo, l’Italia non può essere lasciata sola dall’Europa nell’accoglienza dei migranti: per fare questo, però, il governo dovrebbe aprire una interlocuzione più dura con Bruxelles, iniziando da una ferma condanna di ciò che sta avvenendo ad est. Invece, stiamo facendo tutto il contrario, allisciando il pelo a chi, in Europa, sta lasciando l’incombenza dei migranti ai paesi d’approdo. Per un ragionamento squisitamente politico.
Un capolavoro.
Intanto, altri 800 migranti a bordo della nave Diciotti della Marina militare italiana arriveranno domani al porto di Catania. Porti italiani chiusi, dunque, ma a singhiozzo e solo alle navi umanitarie. È questa la decisione del Viminale.