Della contestata delibera di Giunta regionale 848/C, quella, per intenderci, che definisce i servizi minimi del trasporto pubblico locale sanando un ritardo lungo vent’anni, ci siamo occupati diffusamente; abbiamo spiegato che, se approvata così com’è in via definitiva dall’aula dell’Emiciclo, trasformerebbe le tratte in autobus L’Aquila-Roma e Avezzano-Roma da servizi pubblici essenziali in servizi commerciali, escludendole, quindi, dalla contribuzione da parte del fondo regionale trasporti e, così, di fatto privatizzandole, con affidamento a Sangritana spa ed un taglio di circa 800mila km l’anno che significherebbe, per la tratta L’Aquila-Roma, la cancellazione di almeno 5 corse al giorno. Tra l'altro, i 3 milioni di contribuzione sottratti alle tratte a servizio delle aree interne sarebbero redistribuiti su tutta la Regione e non soltanto in provincia dell'Aquila.
Al momento, la delibera è ferma in Commissione Trasporti, ‘congelata’ dal presidente Pierpaolo Pietrucci che, su impulso della Cgil, ha chiesto un approfondimento tematico sul provvedimento per tentare di modificarlo; d’altra parte, nei giorni scorsi il Comune dell’Aquila ha approvato all’unanimità un ordine del giorno che impegna il Sindaco e la Giunta ad "attivarsi presso Regione Abruzzo affinché promuova un confronto con tutti i portatori d'interesse volto a migliorare la deliberazione, prima che venga completato l'iter procedurale per la definitiva approvazione in Consiglio regionale".
In effetti, stiamo parlando di linee di trasporto di “carattere indispensabile ed essenziale”, ed in particolare la tratta L’Aquila-Roma, a causa dell'assenza di collegamenti su rotaia e in considerazione delle consistenti e stabili relazioni tra il capoluogo e la Capitale dovute soprattutto ai tanti lavoratori pendolari e studenti che la percorrono quotidianamente. Tuttavia, la sensazione è che ci sia mossi con colpevole ritardo, d’altra parte la delibera è di dicembre, e le responsabilità, in questo senso, sono diffuse; la Giunta regionale non farà passi indietro sostanziali: in fase di discussione del provvedimento in Commissione Territorio prima e in Consiglio regionale poi, comunque, si potrebbe ottenere, almeno, una sorta di mediazione, una trasformazione graduale delle tratte in commerciali, trattando le così dette 'fasce morbide', quelle a minor presenza di viaggiatori, come servizi minimi essenziali.
Non sarà affatto semplice, però. E non basta, di certo, ai pendolari che sono centinaia, ogni giorno, e che in questi mesi, colpevolmente, non sono stati mai ascoltati. Parliamo di persone che lavorano a Roma, che ci studiano o la frequentano per motivi di salute, cittadini che hanno deciso di restare qui, a L’Aquila, pur viaggiando quotidianamente, e che potrebbero anche pensare di trasferirsi altrove, se il servizio non dovesse essere più garantito alle attuali condizioni.
Donatella Sarra è la presidente del Comitato di pendolari L’Aquila-Roma che, ad oggi, conta tra i 130 e i 150 iscritti; “tanti altri pendolari, però, pur non iscritti, condividono con noi la battaglia, la stessa del comitato costituito dai viaggiatori della tratta Avezzano-Roma”, tiene a precisare a newstown. “Ci ha lasciato sconcertati la ‘clandestinità’ con cui si è portata avanti una riforma così importante come quella del trasporto pubblico locale”, l'affondo. “Per vent’anni, c’è stata una incomprensibile vacatio normativa, nessuno ha voluto occuparsi del problema: ora, si è messo finalmente mano al problema ma senza coinvolgere i viaggiatori e la cittadinanza”.
In effetti, la giunta regionale di centrosinistra ha avviato una riforma tenuta colpevolmente nei cassetti per troppi anni, unificando le tre società regionali e affidando in house il 67% dei servizi regionali alla società unica Tua garantendo,così, la gestione pubblica del servizio; tra le necessità amministrativo-burocratiche, però, rientra la definizione della rete dei servizi minimi, strumento indispensabile per la prosecuzione della gestione dei servizi di trasporto pubblico locale a far data dal 1° gennaio 2019, allorquando le concessioni, già in regime di proroga all’azienda regionale e alle imprese private del settore, scadranno di validità. La mancata approvazione della delibera, in sostanza, determinerebbe la decadenza dell’affidamento in house e l’impossibilità a bandire le gare. Ecco perché è importante procedere, e farlo in tempi brevi; è anche vero, però, che una riforma così importante avrebbe necessitato di ben altra concertazione. E il caso della L’Aquila-Roma è emblematico, in questo senso.
Cosa contestano i pendolari, e quali sono i loro timori? “Partiamo da un presupposto: ad oggi, il pendolare della tratta L’Aquila-Roma non può viaggiare indifferentemente con i vettori pubblici e privati che garantiscono il servizio”, chiarisce Donatella Sarra; a differenza di ciò che accade sulla costa, infatti, “non c’è il biglietto unico e, tantomeno, la possibilità di un unico abbonamento che permetta di fruire dei diversi servizi. Inoltre, non è vero che sulla tratta viaggia un autobus ogni trenta minuti: se si fa una media delle percorrenze giornaliere dei bus viene fuori quel dato, tuttavia, in diversi momenti della giornata, il servizio di Tua si accavalla con gli altri vettori”. Significa che a determinate ore, quelle di punta, viaggiano diversi autobus, in altre il servizio è scoperto; in questo senso, “se dovessero essere tagliate le corse che, ad oggi, vengono garantite da Tua anche in orari a richiesta flebile, non è affatto detto che i privati coprirebbero la fascia, con grave danno per i pendolari”.
Sarra contesta le affermazioni rilasciate dal presidente di Tua, Tullio Tonelli, nei giorni scorsi, e non solo per ciò che attiene alla frequenza del servizio. “Tonelli ha lasciato intendere che alcune corse verrebbero coperte dai privati, le meno vantaggiose resterebbero invece a Tua, ma dimostra di non avere piena contezza dei numeri: facendo riferimento alla corsa delle 4:30 del mattino ha parlato di una media di 5 viaggiatori al giorno. Forse si riferiva ai prenotati, ma vorremmo ribadire che il servizio di prenotazione Tua è assai farraginoso, non consente di utilizzare dispositivi di ultima generazione e, dunque, i pendolari preferiscono non acquistare in anticipo il biglietto così da non precludersi la possibilità di usufruire di altre corse, se necessario. In realtà, il servizio delle 4:30 è fruito da una media di 15 pendolari e, tra l’altro, il bus bipiano che opera sulla linea, al ritorno, con partenza alle 6:15 da Tiburtina, passa anche da Carsoli e arriva a L’Aquila con 70 - 80 passeggeri a bordo”.
Tonelli ha parlato di un lavoro di censimento “certosino” dei viaggiatori sulla tratta L’Aquila-Roma che i pendolari, tuttavia, non ritengono assolutamente attendibile. “Hanno iniziato a farlo dopo Pasqua, allorquando il Comitato si è messo di traverso ma vi ricordo che la riforma, col passaggio della tratta a Sangritana, era previsto entrasse in funzione già il 1° di aprile. Tra l’altro, il lavoro è stato appaltato all’Università di Teramo, il cui rettore dell’epoca, Luciano D’Amico, era stato presidente di Tua. Io stesso sono stata intervistata – racconta a newstown la presidente del Comitato – da un autista che, con due domande, avrebbe dovuto mettere una crocetta sul mio vissuto da pendolare. Si intende questo, per lavoro certosino?”. D’altra parte, laddove il servizio pubblico essenziale è divenuto commerciale, sono stati prodotti “studi molto complessi – aggiunge Sarra – sulla morfologia del territorio, il numero di residenti serviti, la distanza tra i luoghi servizi e così via: ci domandiamo se sulla tratta L’Aquila-Roma siano stati prodotti lavori del genere”.
La sensazione è che si sia proceduto in fretta, senza un adeguato approfondimento, e dunque ci siano nodi che restano ancora da sciogliere: “come pendolari, avevamo ottenuto che alcune corse passassero da Ponte Mammolo, uno svincolo importantissimo che permette ai pendolari di non dover arrivare fino a Tiburtina e di evitare il traffico delle ore di punta; ebbene, con i privati il servizio verrà garantito? Ci si è posti il problema? Hanno le autorizzazioni per fermarsi lì? E ancora: detto che non abbiamo alcuna garanzia sul fatto che i privati possano offrire il servizio ad oggi garantito da Tua in alcuni orari a minore frequenza, non abbiamo alcuna certezza su fatto che i prezzi non aumenteranno, col passare del tempo, e così non sappiamo se il disastrato parco macchine possa davvero migliorare. Il libero mercato è sempre un rischio, in particolare se non ci sono regole stabilite. E ancora: Tonelli ha lasciato intendere che Sangritana potrebbe reinvestire eventuali utili su alcune tratte meno redditizie: in Consiglio comunale, però, è emerso chiaramente che lo stato di salute della società è tutt’altro che buono, anzi”.
Preoccupazioni più che comprensibili e condivise, tra l’altro, dalla Cgil e dagli esponenti politici locali, di ogni ‘colore’: tuttavia, Sarra non fa sconti alla classe dirigente cittadina: “abbiamo politici di spessore, dal Comune alla Regione e fino al Parlamento, eppure molti di loro si sono disinteressati al problema, in questi anni, sembrano quasi volerlo sfuggire. Ed ora, ci ritroviamo a questo punto: mi domando, chissà se alla motorizzazione alcuni autobus Tua stiano già passando a Sangritana, col Comitato che continua a chiedere - inascoltato - un incontro ai decisori pubblici”.
A lasciare intendere come anche tra i pendolari serpeggi la sensazione che, in realtà, oltre le dichiarazioni di comodo, i giochi siano praticamente fatti.