Porre fine al dumping salariale negli appalti pubblici; stoppare i ribassi monstre; arginare il fenomeno dei cosiddetti “contratti pirata”, quelli sottoscritti da organizzazioni sindacali che non sono tra quelle maggiormente rappresentative dei dipendenti del settore e che presentano livelli retributivi inferiori rispetto agli accordi nazionali.
Sono questi gli obiettivi principali del protocollo d’intesa sottoscritto dall’Ispettorato del lavoro della provincia dell’Aquila, Inps, Inail, Cgil, Cisl e Uil, centrali cooperative e dal presidente dell’Osservatorio provinciale permanente sulla cooperazione Luca Camplese.
Un documento che istituisce delle verifiche mirate e introduce un sistema di paletti per contrastare il fenomeno delle cosiddette cooperative spurie, che, come hanno spiegato Umberto Trasatti e Francesco Marrelli, rispettivamente segretario della Camera del Lavoro e segretario della Fp Cgil della provincia dell’Aquila, “nella configurazione dei rapporti di lavoro, troppo spesso disattendono i principi giuridici posti a fondamento dei rapporti di lavoro dipendente, adottando soluzioni di impiego del personale non coerenti con le mansioni effettivamente svolte ed omettendo altresì di applicare i trattamenti economici previsti dai contratti nazionali e sottoscritti dalle sssociazioni del movimento cooperativo e dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale nei settori di riferimento”.
“Tale protocollo” ha spiegato la Cgil “nasce anche dalla considerazione legata al progressivo incremento dei processi di esternalizzazione dei servizi da parte della Pubblica Amministrazione e a una progressiva espansione degli appalti di servizi, che ha fatto registrare una crescita di affidamenti di attività nel pubblico così come nel privato a società cooperative, sociali e di produzione e lavoro con ribassi nelle aggiudicazioni con picchi nell’ordine del 50%”.
“La funzione primaria dell’Osservatorio” osservano ancora Trasatti e Marrelli “consiste nell’analizzare la situazione complessiva del lavoro nel settore della cooperazione e orientare l’attività di vigilanza in modo più efficace nei confronti di fenomeni di maggiore gravità rilevati in ambito territoriale allo scopo di scongiurare fenomeni di dumping sociale e contrattuale derivanti da una scorretta applicazione delle norme e delle clausole contenute nei contratti nazionali”.
“Il tutto” afferma sempre la Cgil “finalizzato agli obiettivi primari della salvaguardia della posizione contributiva, retributiva ed occupazionale dei lavoratori impiegati nelle attività oggetto dell’appalto. Ritenendo pertanto indispensabile che l’Osservatorio, al fine di poter adempiere al meglio la propria funzione, acquisisca la disponibilità della Amministrazioni Pubbliche della Provincia che operano, quali stazioni appaltanti, a collaborare nell’attività di contrasto dei fenomeni illeciti sopra richiamati ed a impegnarsi in tal senso nei riguardi dei privati appaltatori”.
“Il presidente dell’Osservatorio” fanno sapere Trasatti e Marrelli “sta provvedendo, con apposita trasmissione telematica, ad inviare il testo dello stesso a tutte le pubbliche amministrazioni della provincia con l’obiettivo di raccogliere le necessarie adesioni ai contenuti del protocollo, sottoscrivendone il testo”.
“Il protocollo contiene gli indirizzi obbligatori che le PA dovranno osservare nella redazione dei bandi di gara, garantendo, nella formulazione del relativo capitolato, l’inserimento di idonea clausola concernente l’obbligo per l’impresa affidataria di tutelare i livelli occupazionali e le condizioni retributive complessivamente maturate dai lavoratori dipendenti impegnati nei servizi oggetto dell’appalto, secondo le previsioni dei contratti di lavoro nazionali sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e dalle associazioni datoriali comparativamente più rappresentative sul territorio nazionale e applicati dalla maggior parte delle aziende operanti nell’ambito territoriale di competenza. Lo stesso protocollo prevede inoltre l’attuazione di misure di prevenzione delle irregolarità lavoristiche in ambito cooperativo”.
“I bandi di gara” spiega la Cgil “dovranno contenere altresì la previsione espressa del recesso del contratto nei casi di reiterata irregolarità retributiva, contributiva, assicurativa di sicurezza e salute sul lavoro, ovvero con riferimento alla documentazione unica comprensiva della verifica di congruità della manodopera relativa allo specifico contratto”.
“La mancata applicazione della clausola sociale prevista dal codice degli appalti” concludono Trasatti e Marrelli “ovvero da previsioni normative del ccnl di categoria è causa di revoca dell’appalto per la società aggiudicataria del servizio. Il protocollo vieta inoltre azioni di dumping sociale, economico e contrattuale che determinano la revoca dell’affidamento o l’esclusione dell’offerta in fase di assegnazione del servizio”.</p