La Corte d'Appello dell'Aquila ha assolto l'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso nel processo bis alla Commissione Grandi Rischi.
I giudici di secondo grado hanno confermato la formula dubitativa della sentenza di primo grado.
Bertolaso, ex commissario per l'emergenza terremoto, era accusato di omicidio colposo plurimo e lesioni in quanto, per l'accusa, sarebbe stato responsabile della comunicazione di false rassicurazioni sul rischio sismico che la Commissione avrebbe fornito il 31 marzo 2009, a cinque giorni dal terremoto che sconvolse il cratere.
Nel filone principale del processo è stato condannato in via definitiva a due anni di reclusione il solo Bernardo De Berardinis, all'epoca vice capo della Protezione civile; in primo grado, il Tribunale dell'Aquila aveva inflitto ai sette componenti della Commissione - tutti esperti di livello internazionale - sei anni di reclusione, poi cancellati in appello con l'assoluzione confermata in Cassazione.
Al processo d'appello del filone bis si è arrivati non per il ricorso della Procura della Repubblica, che non ha agito essendo il caso prescritto, bensì su impulso delle parti civili rappresentate dai familiari di alcune vittime, tra cui l'avvocato Maurizio Cora, il medico chirurgo Vincenzo Vittorini e Antonietta Centofanti.
L'eventuale ricorso in Cassazione verrà deciso a seguito della pubblicazione delle motivazioni della sentenza, dopo il 18 ottobre prossimo.
Resta la formula dubitativa, un'ombra sugli eventi che portarono alla frettolosa convocazione della Commissione Grandi Rischi a L'Aquila, un'operazione che doveva essere puramente "mediatica", come spiegò Bertolaso all'allora assessore regionale alla Protezione civile, Daniela Stati. L’avvocato Attilio Cecchini, legale delle parti civili insieme ad Angelo Colagrande, in udienza aveva sostenuto, tra le altre cose, il collegamento "inscindibile tra Bertolaso e De Bernardinis. L’intercettazione tra Bertolaso e l’ex assessore regionale alla protezione civile, al di là della sua utilizzabilità, comunque illumina sulle sue reali intenzioni ed è a sua volta una ‘notitia criminis'”. Per Cecchini, “Bertolaso è il primo responsabile di quella catena che ha portato a tante disgrazie il 6 aprile 2009. La sua posizione è inscindibile con quella del suo vice, De Bernardinis, condannato con sentenza irrevocabile. Il collegamento a livello apicale, tra i due, è fin troppo chiaro”. Per questo, il legale aveva chiesto “la condanna agli effetti civili”. L’avvocato di Bertolaso, Filippo Dinacci, era stato perentorio: “Qui si stanno sostituendo le prove con convincimenti logici. L’emozione non deve prevalere sulla ragione”.
Silveri (FI): "Sentenza non cancella anni di calvario"
"Apprendiamo con gioia e grande emozione della seconda sentenza di assoluzione per Guido Bertolaso, accusato di omicidio colposo plurimo e lesioni.
Una sentenza che rende giustizia ma che non cancella anni di calvario giudiziario".
A scriverlo, in una nota, è il capogruppo di Forza Italia nel consiglio comunale dell'Aquila Roberto Jr. Silveri.
"Un calvario" afferma Silveri "che Bertolaso è stato costretto a subire per la sola colpa di aver fatto tanto (forse anche troppo) e bene per l'intera Nazione e sopratutto per la nostra città. Un simbolo di buon governo, elogiato nel panorama internazionale, tanto raro per il nostro Paese quanto "ingombrante" per qualsiasi nuovo governo. Un simbolo che per noi è sempre stato, è e sarà per sempre degno di grande stima e profonda gratitudine che, quanto prima, avremo modo di conferirgli ufficialmente".