Sabato, 04 Agosto 2018 18:04

L'Abruzzo premia i suoi ambasciatori. Di Pangrazio ricorda Fabrizia Di Lorenzo

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Si è svolta venerdì 3 agosto, nel teatro Talia di Tagliacozzo (Aq), la cerimonia annuale di "Ambasciatori d'Abruzzo nel mondo".

L'evento, organizzato dalla Presidenza del Consiglio Regionale d'Abruzzo, conferisce annualmente l'onorificenza di "Ambasciatore d'Abruzzo nel mondo" a quelle persone di origine abruzzese che, per meriti accademici, culturali, politici, sociali, professionali, si siano positivamente distinte nei paesi stranieri, o nelle Regioni italiane diverse dall'Abruzzo, in cui sono emigrate in passato o dove attualmente vivono stabilmente.

La cerimonia 2018 si è aperta con i saluti del sindaco di Tagliacozzo, Vincenzo Giovagnorio, seguita dall'intervento del presidente Giuseppe Di Pangrazio.

Presenti anche i consiglieri regionali Alessio Monaco, Lorenzo Berardinetti e Mauro Febbo che hanno partecipato al'evento premiando gli ambasciatori designati. Tra le personalità intervenute, anche il vice-presidente del Csm Giovanni Legnini, che ha premiato il Comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi.

Questi i premiati dell'edizione 2018: Laura Benedetti (scrittrice, docente universitaria, di origine aquilane, ha insegnato alla Harvard University e dal 2002 alla Georgetown University, dove attualmente è professore), Roni Pedro Colanzi (medico patologo, docente universitario, presidente dell'Associazione Abruzzesi della Bolivia, è stato sindaco di Santa Cruz in Bolivia), Filippo Giorgi (scienziato, direttore della sezione clima e fisica meteorologica nel Centro internazionale di fisica teorica di Trieste; nel 2007, insieme ad Al Gore, gli venne assegnato il Premio Nobel per la Pace, unico scienziato italiano del Comitato intergovernativo per i cambiamenti climatici.); Giorgio Toschi ( Comandante Generale della Guardia di Finanza. Ha ricevuto numerose decorazioni e onorificenze, tra le quali la speciale attestazione FBI degli Usa per il suo impegno contro il finanziamento del terrorismo internazionale).

Come ogni anno, anche in questa edizione, il Presidente Giuseppe Di Pangrazio ha voluto concedere un riconoscimento speciale che è stato assegnato a Michele Sirimarco (Generale di Brigata, Comandante della Legione dei Carabinieri Abruzzo-Molise).

Nel corso della cerimonia ha ricevuto una medaglia anche lo storico e giornalista aquilano Goffredo Palmerini per il suo impegno come coordinatore nelle numerose associazioni di abruzzesi sparse nel mondo.

Di Pangrazio ricorda Marcinelle e Fabrizia Di Lorenzo

"Esiste un'altra Italia dispersa nel mondo, basti pensare che a 150 anni dall'Unità, circa 30 milioni di cittadini italiani hanno lasciato il nostro Paese, un esodo di grandi dimensioni"  è stato il tema delle migrazioni uno dei passaggi centrali del presidente Giuseppe Di Pangrazio, che ha ricordato agli ospiti come gli Ambasciatori d'Abruzzo siano una parte della medaglia che ha avuto fortuna e che oggi rappresentano l'eccellenza italiana all'estero.

"Ma se pensiamo ai grandi flussi migratori che hanno colpito il nostro Paese non possiamo dimenticarci i nomi e i volti dei sessanta abruzzesi coinvolti inesorabilmente nella miniera di Bois Du Cazier ", nome tristemente noto per ricordare la tragedia di Marcinelle dell'8 agosto 1956.  Arrivando ai flussi del ventunesimo secolo "Dobbiamo riflettere sull'esodo  messo in moto da giovani con istruzione superiore che si riversano nei Paesi del nord-europa cercando opportunità di lavoro corrispondenti alle proprie capacità professionali".

"Tra quei giovani, voglio ricordare" ha detto Di Pangrazio "la figura dolce e gioviale di Fabrizia Di Lorenzo, vittima due anni fa a Berlino del terrorismo. Tutti siamo consapevoli che le emigrazioni sono originate da una serie di fattori come l'assenza di condizioni esistenziale minime, la mancanza o la precarietà di un lavoro.  A tutto ciò si sono aggiunte persecuzioni politiche e religiose, conflitti armati, esclusioni sociali, violazioni dei diritti umani. Ma sono profondamente convinto che tutti noi possiamo trarre profondi insegnamenti dalle situazioni di precarietà e marginalità vissute dagli emigranti italiani e abruzzesi del passato, per leggere bene cosa accade nel nostro tempo. Imparando a correggere il linguaggio aggressivo, violento e volgare, presente in questo e in altri campi della vita politica e sociale e rifuggendo la logica dell' intolleranza e del rifiuto che sta penetrando silenziosamente nelle nostre Città, nelle nostre case, nella nostra cultura. Affrontare responsabilmente i processi migratori, con verità e giustizia, significa perseguire la strada di un'intelligente operazione tra i popoli".

"Per operare queste riflessioni" ha concluso Di Pangrazio "è necessario ripartire dalle esperienze di vita di chi ha lasciato il nostro Paese ottenendo successo e prestigio personale. Per questo gli Ambasciatori d'Abruzzo sono personaggi "speciali", dei  veri modelli di riferimento che hanno già mostrato di possedere le qualità e di saper raggiungere traguardi personali di eccezione, portando in alto il nome dell'Italia e dell'Abruzzo nel mondo."

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