Sabato, 22 Agosto 2020 23:31

Elezioni amministrative, tensione nel Pd. Esposto alla commissione Garanzia: fuori Giuseppe Di Pangrazio e altri

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La prima vittima di questa tornata elettorale avezzanese è la categoria dell’”autosospensione”.

Dopo il comunicato di Fratelli d’Italia che chiarisce come il loro partito non sia un taxi e che Maurizio Bianchini sarà messo alla porta, alla luce della sua scelta di non seguire le scelte del partito, apprendiamo che la stessa sorte, com’era prevedibile e in parte già annunciato, riguarderà Giuseppe Di Pangrazio.

Dopo 13 anni, dunque, di cui 10 trascorsi come consigliere prima e presidente del Consiglio regionale poi, si dividono le strade tra il Pd e Di Pangrazio.

La scelta del fratello di candidarsi a capo di una coalizione definita da lui stesso “di centrodestra moderata”, di dichiararsi distante dai partiti e di raccogliere molti esponenti di destra, non lasciava spazio a dubbi. D’altro canto, Giuseppe Di Pangrazio è alacremente al lavoro al fianco del fratello, già dal momento in cui ha ufficialmente comunicato ai vertici del partito la sua volontà di non proseguire più l’impegno al fianco del Pd, cui è seguita l’eloquente assenza negli ultimi mesi da tutti gli incontri di partito, a tutti i livelli.

L’irritazione del Pd è poi stata alimentata dalla richiesta diretta rivolta da Giuseppe Di Pangrazio a dirigenti ed iscritti locali di candidarsi a sostegno del fratello o, in subordine, di non candidarsi e non sostenere il Pd. Un’inequivocabile scelta di campo, insomma.

Una scelta che ha creato non pochi imbarazzi, soprattutto tra coloro che fanno parte della corrente di minoranza del Pd (ma ormai a sostegno di Zingaretti) “Base Riformista” che fa capo, a livello nazionale, al Ministro Lorenzo Guerini e a Luca Lotti e che in Abruzzo vede l’adesione, tra gli altri, dei parlamentari Luciano D’Alfonso e Stefania Pezzopane, della Presidente Manola Di Pasquale di Teramo e di Luigi Febo, uomo forte del Pd di Chieti.

Questa corrente ha avuto fino a poco fa come coordinatore regionale proprio Giuseppe Di Pangrazio e ora ha l’esigenza di superare l’imbarazzo indicando rapidamente un nuovo coordinatore. Resta da comprendere solo se l'ex presidente del Consiglio regionale si dimetterà in queste ore o se verrà espulso alla luce di un esposto che sarebbe pervenuto alla Commissione di Garanzia subito dopo la presentazione delle liste.

Nell’esposto, tra l'altro, sarebbero indicati anche altri nomi di esponenti dem che si sono candidati o stanno sostenendo liste di coalizioni diverse da quelle sostenute dal partito (secondo regole statutarie che parlano chiaro): tra questi, il candidato sindaco a Montorio Alessandro Di Giambattista e coloro che, a Chieti, hanno scelto di promuovere una lista al fianco del candidato di Mauro Febbo e di Italia Viva Bruno Di Iorio.

In queste settimane sono state inequivocabili le dichiarazioni del segretario regionale Michele Fina che ha detto basta ad un “partito autobus” o con “le porte girevoli”. I partiti insomma, seppur distanti tra loro, sono accomunati oggi dalla stessa esigenza di rimettere ordine e ristabilire regole, per essere meno soggetti a scorribande anche per il futuro.

Ultima modifica il Domenica, 23 Agosto 2020 08:39

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