Una grande mobilitazione, il 19 settembre prossimo a Roma, nel piazzale antistante il Mit: a convocarla, i sindaci di Abruzzo e Lazio che hanno ripreso la battaglia avverso i rincari delle tariffe sulle autostrade A24 e A25.
Giusto una settimana fa, i primi cittadini avevano annunciato che sarebbero tornati in piazza manifestando "indignazione e insoddisfazione" per il mancato rispetto degli impegni assunti dal sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture, Michele dell'Orto. Una delegazione dei sindaci era stata accolta, a Roma, dal ministro Danilo Toninelli: "la riunione - avevano spiegato - si è svolta alla presenza del Ministro, andato via poco dopo per impegni istituzionali, e di altri due interlocutori, la Segretaria del ministro e il Capo di Gabinetto, completamente ignari delle conclusioni raggiunte nel precedente incontro con il sottosegretario dell’Orco". Gli "inconsapevoli" interlocutori, stante "il mese di Agosto alle porte", hanno dichiarato che, "ad oggi, non paiono percorribili soluzioni straordinarie e temporanee".
Insomma, la richiesta di riportare le tariffe al 31.12.2017 è stata disattesa e l'mpegno del Governo a "ridurre l’aumento percentuale previsto per il primo gennaio" è stato rinviato alla legge di stabilità". Come dire: la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra. "Il Ministro ha confermato l’impegno ad una rapida definizione del PEF senza indicare, purtroppo, alcuna certezza temporale", il rammarico dei sindaci.
Che hanno rilanciato la mobilitazione, dunque, con la protesta del 19 settembre a Roma. "Stiamo programmando anche dei presidi da tenersi presso tutti i caselli della A24-A25, proposte di emendamenti alla prossima legge di stabilità e azioni giudiziarie", ha chiarito in una nota Velia Nazzaro, sindaco di Carsoli. "La battaglia continuerà fino a quando il Ministero deciderà di dare un concreto riscontro alle richieste degli amministratori che rappresentano migliaia di cittadini costretti a subire un 'salasso', oramai insostenibile ed incompatibile con le numerose problematiche che i loro territori, da anni, sono costretti ad affrontare".