"A L’Aquila, capoluogo con il più alto tasso di vaccinazioni della regione Abruzzo, è stata appena salutata con grossa soddisfazione da parte dell’attuale maggioranza al governo cittadino la decisione della Asl di aumentare i locali in uso al Servizio vaccinazioni; non una parola però è stata spesa dal Sindaco e dal Vice sindaco con delega alla Sanità sulla questione autocertificazioni promossa dall’attuale Governo. Eppure il Sindaco, che pure non ci lesina le sue riflessioni sulle aperture domenicali dei centri commerciali, ritenute lesive anche del tempo da passare in famiglia, è la massima autorità sanitaria cittadina".
Parole della consigliera comunale del Passo Possibile, Emanuela Iorio, che proprio in virtù dell’ottima risposta della popolazione aquilana all’obbligatorietà vaccinale, sottolinea come sarebbe necessaria "una forte e coesa presa di posizione di tutto il Consiglio Comunale sulla questione vaccini, così da rendere L’Aquila città virtuosa nell’attenzione alla salute e alla solidarietà sociale verso chi, non solo tra i bambini, non può accedervi perché immunodepresso".
In questo senso, Iorio ha annunciato che depositerà un Ordine del giorno per impegnare l’amministrazione a riportare nelle sedi competenti, regionali e nazionali, la voce forte e chiara dell’assise comunale. "Dopo il secco no della Associazione nazionale dei presidi scolastici (Anp) e del Collegio dei professori universitari di Pediatria alla circolare Grillo sull’autocertificazione vaccinale, anche le regioni stanno prendendo posizione sulla scia delle cinque (Lazio, Umbria, Marche, Toscana e Emilia Romagna) che per prime si sono ribellate allo stop vaccinale voluto da questo Governo. La regione Abruzzo, grazie all’assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, ha portato in Giunta un disegno di Legge affinché le Asl provvedano all’accertamento e alla imposizione delle sanzioni previste. Bisogna ora dare forza a questa azione tramite una posizione collettiva. Del resto i pasticci che si stanno combinando a livello nazionale, prima con la possibilità di autocertificazione, poi con l’inserimento della non obbligatorietà nel decreto Milleproroghe di settembre, cioè ad anno scolastico già avviato, rischiano di ledere la credibilità del Paese su una vicenda già ottimamente affrontata e risolta dal decreto Lorenzin".
Il dibattito, scivolato pericolosamente dal piano scientifico a quello politico, "non considera che il diritto alla salute e alla vita vengono prima del diritto all’istruzione e, sicuramente, prima del diritto a quella libertà vaccinale invocata dal nuovo Governo che, solo strumentalmente, definisce il decreto Lorenzin vessatorio a causa della disparità di trattamento rispetto ai minori di età compresa tra 6 e 16 anni ai quali per il medesimo inadempimento non si applica l’impossibilità della frequenza. Eppure questo Governo è riuscito a prospettare la possibilità di classi 'differenziali', composte dai soli bambini vaccinati in cui inserire gli immunodepressi che non possono vaccinarsi: questa non sarebbe una soluzione ghettizzante?".