Si profila uno scontro tra Governo e 'Società Gasdotti Italia' sul metanodotto Larino-Chieti, un serpentone di 111 km che taglierebbe in due l'Abruzzo e il Molise.
Non più tardi di dieci giorni fa, il ministro dell'Ambiente Sergio Costa aveva posto la sua attenzione sulla legittimità delle procedure seguite fino ad ora: "Siamo stati interessati dal Ministero dello Sviluppo economico circa il metanodotto Sgi della tratta abruzzese Larino - Chieti", aveva sottolineato il ministro; "ci è stato chiesto un parere circa l'assoggettabilità a VAS, Valutazione ambientale strategica, del progetto definitivo. Considerando la fragilità del territorio, che è fortemente sismico, e l'impatto dell'opera, dopo un'attenta analisi da parte del nostro ufficio legislativo, riteniamo che la Vas sia necessaria e non è stata effettuata. Chiederemo su questo un parere da parte dell'avvocatura dello Stato", la promessa.
Quello della mancanza della Valutazione Ambientale Strategica, una procedura fondamentale per comprendere l'utilità o meno di queste opere e dei relativi piani di sviluppi, "è un vero e proprio 'buco nero' delle procedure adottate dal MISE in questi anni", aveva aggiunto il Coordinamento No Hub del gas: "Siamo arrivati alla dichiarazioni di De Vincenti che, alla Camera, ha sostenuto che tale procedura non è necessaria in quanto sono società private come Snam e Gasdotti Italia a realizzare le opere". Peccato che la rete nazionale dei gasdotti e le sue varianti sono varate dal Ministero dello Sviluppo Economico. E d'altra parte, la Commissione Europea ha chiarito da anni nelle proprie linee guida sulla VAS che i concessionari di servizi generali sono anch'essi sottoposti alla direttiva; il MISE approva i gasdotti facendo variare d'imperio tutti i piani esistenti, compresi i piani regolatori. Le chiama 'varianti automatiche'. In realtà, "una sentenza della Corte di Giustizia europea ha chiarito da anni che una procedura simile non può essere usata per eludere la direttiva VAS".
Sul punto, però, è intervenuta con una nota ufficiale la 'Società Gasdotti Italia' spiegando che "il metanodotto ha ottenuto il giudizio positivo di compatibilità ambientale il 28 luglio 2016, dopo un ampio procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale Regionale durato circa due anni e conclusosi con i pareri favorevoli delle regioni Molise e Abruzzo, dopo numerosi incontri pubblici con amministrazioni locali, cittadini, parti sociali e associazioni, coinvolgendo i comuni interessati dal tracciato. Il progetto, in aggiunta alle consultazioni ordinarie con tutti gli enti locali previste dalla legge, è stato anche sottoposto dalla Regione Abruzzo a 'Inchiesta Pubblica' svoltasi a Pescara il 20 gennaio 2016 con alta partecipazione di amministratori locali, associazioni ambientaliste e comitati di cittadini, i cui esiti sono stati ampiamente riportati dagli organi di informazione. In questa fase - ribadisce Sgi - fu anche verificata la non assoggettabilità a VAS, in quanto la Valutazione Ambientale Strategica, come disposto dal decreto legislativo 152/2006 (c.d Testo Unico Ambientale), va effettuata per 'piani o programmi' elaborati da una pubblica autorità e previsti da norme, non per singoli progetti (come il gasdotto Larino-Chieti) che sono invece sottoposti alla procedura di VIA".
E qui sta il nodo, appunto, su cui il Governo, almeno a parole, vorrebbe intervenire, ritenendo necessaria, invece, la VAS.
Sgi al contrario, forte dell'Autorizzazione Unica ottenuta dal Ministero dello Sviluppo economico "con un procedimento avviato nel gennaio del 2017 e durato oltre 18 mesi", non intende fare passi indietro, e tira dritto sottolineando come il progetto finale detenga "i massimi standard di sicurezza e di rispetto dell'ambiente".
E sul rischio che un'opera del genere attraversi territori a rischio sismico, la società ha aggiunto che "tutta la rete dei gasdotti italiani, pari a circa 36.000 km (1.000 solo in Abruzzo), presente sin dagli anni ‘40 in tutte le regioni, comprese quelle a maggior sismicità, non ha mai subito alcun danno dai terremoti. Lo stesso recente sisma - che ha visto come epicentro Montecilfone (Molise) - non ha causato alcun problema alla rete di metanodotti già esistente in zona. In sede di progettazione di un gasdotto vengono in ogni caso presi in considerazione gli effetti di un sisma potenziale sulle tubazioni interrate, sottoponendo il metanodotto in progetto a verifica strutturale allo scuotimento sismico (shaking). Durante alcuni tra più forti eventi sismici nazionali e mondiali (Friuli magnitudo 6,4, L’Aquila magnitudo 6,3, Giappone magnitudo 7,1) i metanodotti coinvolti non hanno subito inconvenienti e sono rimasti regolarmente in esercizio", ha tenuto a ribadire Sgi.
Staremo a vedere se il Governo deciderà davvero di cambiare rotta, una scelta che aprirebbe anche alla revisione del metanodotto Snam che, da Brindisi a Minerbio, dovrebbe tagliare in due l'Italia attraverso le zone a più alto rischio sismico del paese, o se, come sta accadendo con la Tav, le differenti sensibilità in seno all'esecutivo, con la Lega decisa a dar seguito ai progetti delle così dette 'grandi opere', finiranno per anestetizzare il dibattito.