Sabato, 25 Agosto 2018 20:11

Terremoti 2016/17: nei comuni dell'Alto Aterno in due anni approvato solo un progetto. I sindaci: "Troppa burocrazia, così la gente va via"

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Una pratica autorizzata in due anni.

E' questo il bilancio della ricostruzione privata dei sei i comuni dell'Aquilano inseriti nel Cratere 2016/2017: Capitignano, Montereale, Pizzoli, Cagnano Amiterno, Barete e Campotosto.

La denuncia viene da Massimiliano Giorgi, sindaco di Montereale, con Campotosto e Capitignano il paese maggiormente danneggiato dai terremoti che tra agosto 2016 e gennaio 2017 interessarono il Centro Italia.

"Il problema è molto serio" afferma Giorgi "e parliamo della ricostruzione leggera, figuriamoci cosa accadrà quando partirà quella pesante".

Cosa è andato storto? "Hanno scritto un dettato normativo troppo articolato, di difficile interpretazione. Avrebbero potuto e dovuto copiare quello che si fece nel 2009, quando la ricostruzione leggera venne gestita direttamente dai Comuni e fu fatta nell'immediato. Invece hanno voluto cambiare impianto, creando però lungaggini assurde".

Le ordinanze di inagibilità firmate da Giorgi dopo i terremoti del 2016/2017 sono state più di 1600. Se a queste si aggiungono gli edifici già danneggiati nel 2009, viene fuori che più della metà del paese è completamente inagibile.

Le persone assistite, tra autonoma sistemazione e trasferimento nei map dell'Aquila, sono circa 400 mentre le 20 Sae, le nuove casette di legno fatte costruire per fronteggiare la nuova emergenza, sono pronte ma sono state assegnate solo in parte perché ancora i attesa dei collaudi.

Di fronte a tali numeri, è quasi un miracolo che il paese non si sia spopolato, anche se, lancia l'allarme Giorgi, "se continuiamo di questo passo è inevitabile che ciò avvenga. Montereale viveva soprattutto grazie alle attività legate al turismo di ritorno da Roma e alle piccole imprese artigiane e edili. Ma se non partirà subito la ricostruzione né le prime né le seconde, che già sono in grande affanno, hanno un futuro. E anche chi è andato momentaneamente via non tornerà".

L'unico progetto approvato dall'Ufficio speciale per la ricostruzione che la Regione Abruzzo ha istituito e che si trova a Teramo riguarda un'abitazione di Capitignano.

Ma non basta certo questo, ovviamente, a far stare tranquillo e a far essere ottimista il sindaco Maurizio Pelosi: "E' vero, hanno autorizzato un progetto ma ne abbiamo presentati una cinquantina. Purtroppo è tutto fermo, c'è troppo burocrazia e il fatto di stare in due Crateri ci crea non pochi problemi, perché leggi e procedure sono diverse. Adesso, per esempio, stiamo avendo un problema con gli aggregati, dovremmo inserire quelli del cratere 2016 nel piano di ricostruzione, che però si riferisce al cratere 2009. Dall'Ufficio speciale ancora non abbiamo nessuna risposta. Anche il fatto che non ci sia un sottosegretario delegato alla Ricostruzione con pieni poteri (quello attuale, Paola De Micheli, è in regime di prorogatio fino a settembre, ndr) ci danneggia molto perché non sappiamo con chi parlare".

Anche per Pelosi lo spettro più preoccupante si chiama spopolamento. Su 700 residenti, Capitignano ne ha persi circa 250. "E chi vive fuori alla lunga si abitua e non torna più" dice il primo cittadino. Se non altro il paese è stato il primo comune ad avere le Sae (ne sono state edificate 18, già tutte consegnate) e ha due scuole, una materna e l'altra elementare, sicure e in buone condiizoni: la prima è stata abbattuta e ricostruita, la seconda, pur essendo stata edificata negli anni Sessanta, ha passato bene le verifiche di vulnerabilità fatte fare da Pelosi (è risultata avere un indice vicino a 1).

Chi ha pagato il prezzo più alto ai terremoto del 2016/17 è stato però Campotosto. Il paese, che aveva resistito bene alla scosa del 2009 e anche al sisma di Amatrice, è stato duramente colpito dal terremoto del gennaio 2017.

Oggi più dell'80% delle case è inagibile, una condanna a morte per un paese che viveva soprattutto grazie ai tanti "emigrati" che tornavano d'estate sfruttando le seconde case.

Il sindaco Luigi Cannavicci è ancora alle prese con le demolizioni e lo smaltimento delle macerie: "Ci vorrà almeno un altro anno" osserva  "anche perché lo scorso dicembre è franata parzialmente la strada provinciale 2 che collega Aringo a Montereale e questo ha comportato che i camion diretti al sito di stoccaggio di Capitignano dovessero fare un giro molto più lungo, che ha aumentato tempi e costi".

Tutti gli abitanti sono o nei map o in autonoma sistemazione o alloggiate nei Progetti Case dell'Aquila. Ancora non è partita la costruzione delle 34 Sae previste: "Abbiamo avuto dei ritardi dovuti all'individuazione delle aree in possesso dei requisiti richiesti dalla Protezione civile. Entro la fine mese dovrebbe partire la costruzione delle prime 14, abbiamo già espletato le gare per la realizzazione delle piattaforme di cemento armato e dei sottoservizi. Per le altre 20, invece, c'è ancora da fare tutto l'iter della progettazione".

Sarà una corsa contro il tempo, dice Cannavicci, perché "qui siamo a 1400 metri e a ottobre c'è già la neve".

Per quanto riguarda le attività commerciali, dice il primo cittadino, rimane da ricollocare solo un bar. Le altre hanno trovato ospitalità dentro alcuni vecchi container "recuperati" dalla Protezione civile all'Aquila. "Architettonicamente e esteticamente non sono il massimo" commenta  però il sindaco "si poteva sicuramente fare di meglio".

Ultima modifica il Domenica, 26 Agosto 2018 01:10

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