Venerdì, 27 Dicembre 2013 14:39

Case Ater: bando per ricostruzione 22 alloggi, ma ne mancano 800

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"Esprimo soddisfazione perché a soli quattro anni iniziare con lavori importanti che riguardano case notevolmente danneggiate è un buon risultato. Chi ingenuamente pensava che il giorno dopo il sisma avremmo potuto aprire cantieri senza progetti e messa in sicurezza, ha alimentato un'utopia creando senso di disperazione. Gli aquilani dovrebbero essere orgogliosi di quanto è stato fatto a L'Aquila e dovrebbero dirlo a tutto il Paese". Sono parole del governatore Gianni Chiodi, intervenuto stamane alla conferenza stampa di fine anno dell'Agenzia Territoriale per l'Edilizia Residenziale Pubblica (Ater).

All'interno della nuova sede dell'Ater nella frazione di Cansatessa, l'amministratrice unica dell'agenzia Francesca Aloisi ha presentato il bando per la ricostruzione di 22 alloggi a canone sociale di proprietà dell'Ater classificati "E". E' il primo appalto per la ricostruzione degli alloggi pubblici gravemente danneggiati: "Avevamo annunciato il bando per lo scorso settembre – dichiara Aloisi – ma l'evoluzione normativa (il 'Decreto del fare', ndr) ci ha portato a dover attendere interpretazioni della norma che ci consentissero di portare avanti con serietà i lavori e la gara". I primi alloggi "E" che saranno ricostruiti sono all'interno di tre fabbricati nella frazione di Gignano. Il bando, pubblicato lo scorso 23 dicembre, si chiuderà il prossimo 2 febbraio.
"Entro un anno e mezzo usciranno quattro bandi per la ricostruzione di altri 80 alloggi, che riguardano il complesso residenziale 'Il moro' a Cansatessa. Meglio tardi che mai", evidenzia Francesca Aloisi, ricordando che circa 20 milioni sono stati già spesi per la riparazione, in fase di ultimazione, delle case A, B e C.

La ricostruzione dei circa 100 alloggi per i quali c'è già disponibilità di risorse rappresentano però una minima parte delle case Ater inagibili. Sono 800, infatti, gli alloggi che necessitano ancora della necessaria copertura economica, nonostante siano stati redatti tutti i progetti esecutivi. Sono necessari 116 milioni di euro, che non sono stati ancora stanziati. Dunque, mentre Chiodi esprime soddisfazione per il primo bando delle case Ater "E", il 90% degli alloggi pubblici da ricostruire non hanno copertura economica. E non si sa quando ce l'avranno.
E' un ritardo clamoroso cui in questi anni è stato molto attento il comitato degli inquilini “Mia Casa” che, proprio in contemporanea alla conferenza stampa istituzionale, ha lanciato – per bocca del suo portavoce Pio Rapagnà – un'assemblea straordinaria al Palazzetto dei Nobili per domani 28 dicembre, alle ore 15.

Durante l'incontro Francesca Aloisi ha anche disegnato un bilancio di quanto fatto nei suoi primi sei mesi da amministrice dell'Ater: "Abbiamo comprato una nuova sede, abbandonando la precarietà dei container – evidenzia – stiamo organizzando corsi di formazione mirati a una migliore comunicazione con gli inquilini, stiamo lottando contro la morosità, attraverso un'agenzia di recupero crediti, e combattendo la piaga sociale dell'abusivismo". Secondo i dati forniti dal settore economico-finanziario dell'agenzia la morosità riguarderebbe il 25% degli inquilini, mentre solo il 3-4% occuperebbe, soprattutto nella Marsica, abusivamente alloggi pubblici. Una percentuale piuttosto modesta, affinché si possa parlare di 'piaga sociale'.

C'è spazio anche per la polemica politica, con un Gianni Chiodi scatenato nei confronti dell'amministrazione comunale. Oggetto del contendere, le centinaia di persone attualmente residenti negli appartamenti del Progetto CASE ma titolari di alloggi Ater. Nelle scorse settimane, infatti, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente ha sottolineato come il comune si stia 'accollando' gli affitti non pagati da inquilini che dovrebbero essere tutelati dall'agenzia regionale: "Lo fa per motivi clientelari – dichiara aspramente il Governatore – l'inquilino dovrebbe pagare un canone all'Ater, ma a causa del terremoto gli viene assegnato un altro alloggio. Questo dovrebbe essere pagato dall'Ater, che ha già un danno dal mancato introito? Ma scherziamo? La legge inizialmente attribuiva il compito della ricostruzione delle case Ater al Provveditorato alle Opere Pubbliche, ma noi ci siamo imposti, affinché ci fosse un'assunzione di responsabilità da parte dell'Ater e quindi della Regione".

Al di là delle polemiche politiche di pre-campagna elettorale, il dato è evidente e allarmante: entro un anno e mezzo – nella migliore delle ipotesi – saranno ricostruiti solo 100 alloggi pubblici, su un totale di circa 900 appartamenti. Troppo poco, a cinque anni dal terremoto. Troppo poco, considerando che molti dei cittadini che vivevano in quegli appartamenti fino al 6 aprile 2009, non hanno possibilità economiche tali da garantirsi la costruzione di un'alternativa.

Ultima modifica il Venerdì, 27 Dicembre 2013 23:47

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