Come non bastassero le parole del dirigente per la vigilanza sulle concessioni autostradali, l’ingegner Placido Migliorino, che, a margine della verifica ispettiva col ministro Danilo Toninelli ad alcuni viadotti della A25, ha lasciato intendere che lo stato dei piloni potrebbe indurre il Ministero a regolamentare il traffico se non a chiudere addirittura alcuni tratti dell’autostrada, si è scatenata una furiosa polemica sulle risorse che verranno impegnate per l’apertura dei cantieri di messa in sicurezza.
Il ministro Toninelli ha annunciato, nei giorni scorsi, lo stanziamento nel così detto ‘Decreto Genova’ di 192 milioni, a valere sulle annualità 2018 e 2019, per l’avvio dei lavori.
Una buona notizia, se non fosse che le risorse verranno prelevate dal ‘Fondo per lo sviluppo e la Coesione 2021-2025’, con una anticipazione di tre anni sulla data stabilita e rimodulando, di conseguenza, il così detto ‘Masterplan’ per l’Abruzzo. Ad essere più chiari, dei 753 milioni assicurati sul periodo 2014-2020 alla Regione per realizzare interventi già programmati ne verranno tagliati 200 che saranno ‘dirottati’, col meccanismo dell’anticipazione’, per la messa in sicurezza di A24 e A25; badate bene, non verranno poi restituiti: significa che, in sostanza, sarà l’Abruzzo a pagare i lavori, e per una minima parte il Lazio (con ulteriori 50 milioni), come se le arterie autostradali fossero viabilità regionale e non una infrastruttura strategica per il paese.
Una decisione che ha scatenato un mezzo putiferio.
Regione Abruzzo è pronta alle barricate e, c’è da starne certi, la conferenza stampa convocata per domattina a Pescara dal presidente vicario Giovanni Lolli verterà proprio su questo. Intanto, la deputata dem Stefania Pezzopane ha già annunciato un “emendamento soppressivo per eliminare il vergognoso scippo ai danni di Abruzzo e Lazio”; la proposta emendativa vorrebbe cancellare la parte dell’articolo 16 del ‘Decreto Genova’ che prevede, appunto, la copertura degli interventi di messa in sicurezza con i fondi programmati per opere di vario tipo nei comuni abruzzesi e laziali. “Vergogna”, l’affondo di Pezzopane; “l’attivismo del Ministro Toninelli a passeggio sotto i viadotti dell’autostrada era solo per coprire la verità di una norma scandalosa fatta e pensata soprattutto per recuperare somme per i loro capricci e per le loro cambiali elettorali. Cosa fanno questi millantatori? Prendono due norme già esistenti, e da me fortemente volute, una del ‘Decreto Mezzogiorno’ e l’altra della Legge di Bilancio 2018 che consente al concessionario ‘Strada dei Parchi’ di utilizzare anticipazioni della prevista restituzione dei canoni e, fatta salva la prima anticipazione già autorizzata dal governo Gentiloni, per il resto reperiscono le coperture con una riprogrammazione di risorse che erano già state assegnate all’Abruzzo e con le quali erano stati già individuati interventi da realizzare nei comuni”.
Sarà battaglia e sarà dura, ha promesso Pezzopane; in settimana verranno avviate le audizioni in Commissione Ambiente, congiuntamente con la Commissione Trasporti, alla Camera dei Deputati: “l’emendamento è già pronto, al Governo dico di trovare i soldi altrove, come per la ricostruzione del Ponte Morandi, e non di sottrarli ad opere già programmate”.
Durissimo il segretario regionale del Pd, Renzo Di Sabatino. "Ancora una volta sarà l'Abruzzo a pagare il conto del Governo, un conto salatissimo, circa 200milioni di euro, che saranno sottratti ai nostri Comuni". Il governo giallo-verde – ha aggiunto Di Sabatino – “dopo aver cancellato il bando per le periferie, adesso, con un colpo di spugna, porta via ai nostri enti le risorse del Masterplan, tagliando 200 milioni di euro grazie ai quali circa 250 enti, tra Comuni e Province abruzzesi, avevano già iniziato la fase di progettazione e apertura cantieri. Stiamo parlando di 77 macro-interventi, di 295 opere strategiche per la crescita, la valorizzazione e la promozione del territorio abruzzese che saranno bloccate. Interventi fondamentali, in grado di risolvere i problemi infrastrutturali che si protraggono da decenni e legati alla viabilità, all'ambiente, alla produzione industriale e agricola, alle risorse idriche e alla depurazione, alla salute, al trasporto pubblico locale, ai porti, ai beni monumentali, al turismo e alla cultura”. Una scelta inaccettabile “che darà il via ad una serie di interminabili e costosi contenziosi, dato che questi 200milioni di euro erano già impegnati; la contrasteremo con tutte le nostre forze. Non possiamo più permettere che derubino l'Abruzzo per pagare le loro promesse elettorali".
Si è detto indignato anche il deputato dem Camillo D’Alessandro – “abbiamo lavorato, ottenuto le risorse, ed ora l’inadeguato Toninelli prende i soldi dal Masterplan per finanziare gli interventi sull’autostrada: per finanziare interventi straordinari vanno individuate risorse aggiuntive, non sottratte ai territori” – e così l’ex assessore regionale Andrea Gerosolimo che ha voluto ribadire come i fondi del Masterplan rappresentino una “straordinaria opportunità per il rilancio socio economico della nostra Regione, della Valle Peligna e e dell’Alto Sangro; i soggetti attuatori (per la maggior parte comuni) hanno iniziato le procedure che porteranno all'affidamento dei lavori. Non possiamo correre il rischio che queste risorse vengano utilizzate per l’emergenza di Genova e per la messa in sicurezza della A24/A25”.
L’ex governatore Luciano D’Alfonso, sottolineando come il ‘Decreto Genova’ sia stato “scritto con i piedi a danno esclusivo dell’Abruzzo”, ha chiarito come trovi fondamento su cinque omissioni: innanzitutto, “si è evitato di ricordare che il suolo viario della nostra Autostrada è di proprietà statale; si è poi evitato di sapere che le manutenzioni straordinarie e le ristrutturazioni sono di competenza della finanza statale; si è evitato di sapere, altresì, che le anticipazioni per essere tali devono stabilire le restituzioni; e ancora, si è evitato di sapere che Strada dei Parchi, per legge statale, è stata qualificata infrastruttura nazionale di Protezione Civile; infine, si è evitato di ricordare che le risorse, prese di mira ignorantemente, del Masterplan per l’Abruzzo, sono canalizzate da 77 interventi strategici in ragione di 350 concessioni in esercizio e non si possono smobilitare”.
Una “annotazione per gli asini”, l’affondo dell'ex governatore: “le risorse del Masterplan sono tutelate anche dal diritto civile poiché sottoposte a concessione e a cronoprogramma”.
Insomma, non si potrebbero toccare.
La pensa diversamente Cristina Gerardis, già direttore generale di Regione Abruzzo e, da tempo, in rotta di collisione con il senatore D’Alfonso che l’aveva fortemente voluta con sé, prima che i rapporti si incrinassero. “Per amore di verità e un poco di senso dello Stato – le parole di Gerardis – va fatta chiarezza: è vero che l’articolo 16 del decreto individua risorse per la prosecuzione degli interventi di ripristino e messa in sicurezza sulla tratta autostradale A24 e A25, nella misura di 250 milioni di euro (50 milioni per 5 anni, a partire dal 2021), dicendo di rimodulare’ i Patti di Abruzzo e Lazio. Ma non è vero che l’Abruzzo subisce un ‘taglio’ di 200 milioni di euro, dal momento che la rimodulazione riguarda sia Abruzzo che Lazio (“a valere sulle assegnazioni per interventi già programmati nell'ambito dei Patti di sviluppo sottoscritti con le regioni Abruzzo e Lazio, di cui alle delibere CIPE n. 26 del 2016 e n. 56 del 2016”)”. A dire che l’interpretazione sarebbe diversa rispetto a quella degli uffici regionali, che hanno previsto un taglio di ‘soli’ 50 milioni per Regione Lazio, a fronte dei 200 ‘sottratti’ all’Abruzzo.
Non solo. Gerardis ha voluto chiarire come non sia vero che l’Abruzzo perde 250 milioni di euro già impegnati, “semplicemente perché l’unico presupposto per rimodulare è che non vi siano, sino ad oggi, sulle risorse da rimodulare, impegni giuridicamente vincolanti: circostanza questa accertata dagli uffici competenti prima di scrivere una norma di copertura come quella del decreto. Cosa vuol dire? Che in questo momento quella parte di risorse stanziate sul Masterplan Abruzzo sono state sì destinate a progetti, ma mancano vincoli, obbligazioni tali da poterli considerare soldi impegnati”. E proprio perché le autostrade abruzzesi e laziali sono infrastrutture dello Stato e non regionali “si utilizzano soldi dello Stato per metterle in sicurezza: il FSC è un fondo dello Stato, ripartito tra le Regioni con precisi vincoli; ci sono evidentemente delle priorità di sicurezza dei cittadini, in questo caso, da tenere presenti: e quelle risorse che le Regioni ad oggi non abbiano ancora nemmeno iniziato non dico a spendere ma a impegnare ben possono essere destinate sulle autostrade”.
Poi, la stoccata: “mi risulta che sia D’Alfonso che Di Pangrazio abbiano individuato, nell’estate 2018, questa come la soluzione migliore - ci sono diverse notizie di stampa, sul punto - soprattutto per evitare l’aumento dei pedaggi, ben consapevoli evidentemente che ci siano importanti risorse tutt’oggi non impegnate tra quelle destinate dal CIPE alla Regione. Insomma: non mi pare sia uno scippo. Forse bisognava essere più solleciti nell’impegnare quelle risorse che lo Stato aveva dedicato al risanamento ambientale, alla sicurezza, al lavoro e allo sviluppo di territori del centro sud”.
Ora, detto che si può essere d’accordo con Gerardis laddove segnala i ritardi nell’impegno delle risorse garantite dallo Stato, e pur condividendo le parole dell’ambientalista Augusto De Sanctis che ha sottolineato come “chi grida oggi allo scandalo, di area Pd e dintorni, dovrebbe prima chiedersi se le priorità di questa Regione, con l’80% di scuole non a norma, ospedali che crollerebbero alla prima scossa e strade provinciali al collasso, siano la realizzazione di nuovi impianti sciistici (nel Masterplan sono previsti 22 milioni di euro per la Maielletta e 12 per Ovindoli, che sarebbero gestiti da privati), oppure la Fondovalle Sangro a 36 milioni di euro a km, manco fosse d’oro, per un totale di 192 milioni di euro (sarebbe costata 1/5 farla passare sul tracciato attuale), o ancora una funivia cittadina, come previsto a Chieti”, ci sono alcune questioni da ribadire con forza; se è vero che il FSC è un fondo dello Stato ripartito tra le Regioni, essendo A24 e A25 un'infrastruttura strategica non dovrebbero essere solo Abruzzo e Lazio, con la loro ‘quota parte’ dei fondi per la coesione, a pagarne la messa in sicurezza, ma il sistema Paese, magari prelevando una piccola fetta da ogni Regione se proprio non si dovessero trovare altre fonti di finanziamento.
E’ un ragionamento persino banale, a meno di non credere che dovrebbe essere Regione Liguria, con i suoi fondi di coesione, a pagare la ricostruzione del Ponte Morandi.
Non si può pensare che l’Abruzzo debba rinunciare a risorse che, seppure stanziate in ritardo, dovrebbero servire, e l’ha chiarito proprio Gerardis, al risanamento ambientale, alla sicurezza, al lavoro e allo sviluppo dei territori, per mettere in sicurezza le autostrade. Bisogna essere chiari, su questo. Dunque, si potrebbero - e in alcuni casi dovrebbero, aggiungiamo noi - rimodulare, ma non certo sottrarre alla Regione.
E poi, c’è altro da chiedersi: è etico che sia il gruppo Toto a gestire i 200 milioni d’anticipazione per la messa in sicurezza delle autostrade, considerati i fallimentari risultati di gestione della società concessionaria ‘Strada dei Parchi’? Pare un paradosso: da una parte si annuncia in modo roboante che s'intende “rivedere la concessione” e persino “rinegoziarla” e, intanto, si mettono sul piatto milioni e milioni che la stessa società dovrebbe gestire facendo lavorare alla messa in sicurezza altre imprese del gruppo; un controsenso, l’ennesimo di questa incresciosa vicenda.
I parlamentari M5S: "Fake news"
“Davanti a un governo che impegna fondi e risorse per la messa in sicurezza delle autostrade che collegano l’Abruzzo a Roma, c'è chi diffonde l'ennesima fake news e propone solo attacchi strumentali”.
Così in una nota i parlamentari abruzzesi del MoVimento 5 Stelle.
“Si sta lavorando per poter finalmente impiegare in tempi rapidi denaro pubblico che aiuterà la nostra regione a migliorare la qualità delle infrastrutture stradali che tutti percorriamo ogni giorno, cosa che in passato non è stata fatta. I finanziamenti che per legge sono stati previsti non possono in alcun modo andare perduti in virtù del fatto che sono vincolati da impegni istituzionali”.
“Il ministro Toninelli si sta muovendo in prima persona, mettendoci la faccia, ma dall'altra parte invece c'è chi vuole che in Abruzzo ci si fermi dietro discussioni sterili e di posizionamento politico. Per una volta i nostri avversari politici la smettano di essere anche avversari dei cittadini e pensino al bene comune”.