Ottaviano Del Turco è stato condannato in via definitiva a 3 anni e 11 mesi per induzione indebita nel processo sulla ‘Sanitopoli abruzzese’.
La Cassazione ha confermato la pena decisa nel dicembre 2017 dalla Corte d’Appello di Perugia nell’appello-bis.
Ad accusare l’ex governatore dell’Abruzzo di essersi fatto dare 850mila euro, era stato l’imprenditore Vincenzo Angelini titolare di Villa Pini a Chieti, che rivelò ai magistrati di aver pagato tangenti per 15 milioni di euro in cambio di favori. Con Del Turco è stato condannato in via definitiva anche Camillo Cesarone, a 3 anni e 9 mesi, ex capogruppo della Margherita nella Regione Abruzzo.
In sostanza, dell’iniziale insieme di accuse sono state confermate quelle di induzione indebita per fatti avvenuti tra il 2006 e il 2007.
Del Turco era stato arrestato nel 2008 ed era rimasto in carcere per 28 giorni, poi 2 mesi ai domiciliari. In primo grado, l'ex governatore era stato condannato a 9 anni e 6 mesi per associazione a delinquere e altri reati, in appello la pena era scesa a 4 anni e 2 mesi. Tra il primo grado e il secondo grado, però, alcune accuse sono cadute, gli episodi corruttivi sono passati da 24 a 6 e davanti ai supremi giudici è arrivata l’associazione a delinquere finalizzata all’induzione indebita, che è stata confermata.
Il giro di denaro, alla fine, è stato quantificato per Del Turco e gli altri imputati in 800mila euro. Tre le “dazioni” di denaro per l’ex parlamentare, al quale la Suprema corte ha annullato l’accusa più pesante, e cioè proprio quella di associazione per delinquere. Gli ermellini hanno quindi ordinato un nuovo processo di secondo grado per rideterminare il trattamento sanzionatorio di Del Turco e degli altri imputati. Dunque, nell’appello bis la pena era stata ricalcolata in 3 anni e 11 mesi.
"Dieci anni dopo, di quella 'montagna di prove' della quale vaneggiava il Procuratore di Pescara è rimasto un pugno di fango", l'affondo di Gian Domenico Caiazza, il legale di Del Turco; "assolto dall'associazione per delinquere, dalla miriade di abusi e falsi, da 20 delle 25 dazioni di denaro contestate, Ottaviano Del Turco avrebbe dunque ricevuto illecitamente – dei 6 milioni e mezzo originariamente contestati - 850mila euro, non si sa più come, non si sa più perché", sottolinea l'avvocato. "Non essendogli stato trovato indosso un solo euro di quel fantomatico denaro, si è ritenuto sufficiente poter desumere il reato dalle foto sfocate e non della dazione del denaro, ma della presunta visita in casa sua dell’imprenditore Angelini. Un galantuomo innocente non può accontentarsi del crollo rovinoso dell’impianto accusatorio: quel pugno di fango è una infamia, una ingiustizia alla quale non possiamo arrenderci".
Per questo, verrà depositata nei prossimi giorni istanza di revisione "di questa sentenza ingiusta, alla luce di fatti documentali e testimoniali incontrovertibili. Un pugno di fango è purtroppo sufficiente a distruggere la vita di una persona per bene, che ha onorato e servito da galantuomo le istituzioni della Repubblica; ma noi spazzeremo via anche quello".