"Sette Ministri, la Regione, la Provincia, il Comune, avevano firmato un accordo che prevedeva la realizzazione del polo scolastico degli studenti medi nella caserma Rossi, ormai pressoché dismessa, e gratuita. Era un grande progetto che poneva, soprattutto, la gran parte delle scuole aquilane a ridosso del Parco del Castello, quindi del centro storico. Il sindaco ha combinato un pasticcio con l'Agenzia del Demanio, ma si può ancora intervenire, anche perché il Direttore Reggi, furbetto ed aggiratore di sprovveduti, è stato mandato via”.
Poche parole, affidate ad un comunicato stampa dall’ex sindaco Massimo Cialente a seguito della decisione assunta dalla Provincia di pubblicare un bando per reperire un’area, pubblica o privata, dove realizzare la nuova sede del Liceo ‘D. Cotugno’; poche parole che hanno fatto infuriare il successore Pierluigi Biondi che, stamane, ha tenuto una conferenza stampa a Palazzo Fibbioni “per fare finalmente chiarezza sulla vicenda”.
Come stanno, dunque, le cose?
Biondi è tornato indietro a 5 anni fa, al 3 maggio 2013. Quel giorno, la Giunta comunale approvava “una bozza di protocollo d’intesa interministeriale, poche pagine, 7 articoli in tutto, in cui era messa nero su bianco la volontà del Comune dell’Aquila di realizzare alla Caserma Rossi un polo scolastico, culturale e sportivo. Si dava conto, altresì, che le parti si sarebbero impegnate a stipulare, nel più breve tempo possibile, accordi bilaterali con gli Enti locali e le altre istituzioni coinvolte, in particolare l’Inail e l’Agenzia del Demanio, stabilendo l’istituzione di un comitato attuativo paritetico - composto da un rappresentante di ciascuna delle parti - che avrebbe agito in coordinamento con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il protocollo aveva validità di tre anni” ha spiegato Biondi, sfogliando il provvedimento.
Tuttavia, “un mese e mezzo prima che venisse approvato il protocollo d’intesa”, l’allora direttore dell’Agenzia del Demanio, Stefano Scalera, il predecessore di Roberto Reggi, “definito furbetto e aggiratore di sprovveduti da Cialente, rappresentò in una missiva – testuale - che ‘l’Agenzia, ben consapevole dell’importanza della questione, ha già avviato interlocuzioni e svolto appositi incontri con l’Amministrazione militare al fine di valutare la percorribilità di quanto previsto nella bozza di protocollo d’intesa. Tuttavia, si è rilevato che il protocollo, così come formulato, non garantisce il rispetto dell’equilibrio economico, ma soprattutto interessa immobili necessari al soddisfacimento delle esigenze logistico funzionali delle Amministrazioni dello Stato, indispensabili ai fini del perseguimento di obiettivi di contenimento della spesa e della razionalizzazione degli spazi e pertanto esclusi dal trasferimento’. Dunque, Scalera proponeva l’istituzione di un apposito tavolo tecnico”, ha sottolineato Biondi.
Significa che già prima dell’approvazione del protocollo l’Agenzia del Demanio aveva manifestato la sua contrarietà all’intesa così come proposta, richiamando, tra l’altro, l’impossibilità del trasferimento degli immobili in oggetto ‘ai sensi del decreto legge 39/2009’: “è la prima imprecisione di Cialente, che va ripetendo da tempo come l’operazione si potesse fare ai sensi del decreto 39”, l’affondo del sindaco dell’Aquila.
Biondi ha aggiunto che “il comitato attuativo non sia è mai riunito” e alla scadenza del protocollo, nel 2016, “nessuno si è preso la briga di richiedere alle parti di rinnovare l’intesa. Questa è la situazione che abbiamo ereditato”. Non solo. Il sindaco ha inteso precisare che “il presunto contrasto con l’Agenzia del Demanio richiamato da Cialente - per la volontà della stessa Agenzia di trattenere a sé la metà della Caserma Rossi così da realizzarvi degli uffici, progetto che l’ex sindaco ha sempre ribadito d’aver avversato - è smentito da una lettera che lo stesso Cialente ha inviato all’Agenzia del Demanio, al governatore D’Alfonso, al vice presidente Lolli, al presidente della Provincia e ad altri, porta la data del 31 gennaio 2017, sottolineando come si fosse addivenuti ad un accordo a valle del quale il Ministero della Difesa avrebbe trasferito l’area della Caserma Rossi al Comune dell’Aquila ‘e/o anche, ove necessario, all’Adsu e ad altri enti o uffici pubblici’, a patto che il Comune si fosse impegnato ad assicurare la realizzazione della nuova officina del 9° Reggimento presso la Caserma Campomizzi. Insomma – ha specificato Biondi – “Cialente ha preso atto dell'accordo che prevedeva il trasferimento alla Caserma Rossi di uffici pubblici: ciò che scrive nella lettera, però, sostiene sia stato oggetto di uno scontro con Reggi”.
A seguito di questa lettera, tra l’altro, il vice direttore regionale dell’Agenzia del Demanio, Marcello Bosica, in data 6 febbraio 2017, ha risposto chiarendo che “i principi cardini dell’accordo di programma” dovevano essere:
- “il rilascio della Caserma Rossi da parte della Difesa, e per questo è necessaria sia la realizzazione delle officine nella Caserma Campomizzi sia la riallocazione delle strutture ADSU attualmente nella Caserma Campomizzi;
- chiarezza definitiva dei quadri esigenziali e loro priorità; per esprimere un quadro esigenziale, è necessario che la politica cittadina decida un indirizzo e che i tecnici esprimano le loro necessità. Occorre un piano concreto per le scuole da parte del Comune e della Provincia, tale piano condiziona tutto il resto dell’operazione;
- per quanto già verificato, esistono ampi margini per attivare compensazioni e permute delle proprietà tra Stato e Comune e tra Stato ed altre amministrazioni, per il soddisfacimento delle reciproche esigenze. In tale ottica, è possibile perseguire la linea della sostituzione edilizia degli edifici irrimediabilmente inagibili e del recupero per quelli di interesse storico. Anche in questo caso, è necessario capire definitivamente quali sono gli immobili che possono essere effettivamente presi in considerazione”.
Questa è l’eredità lasciata dalla passata amministrazione; “nel febbraio 2017, l’Agenzia del Demanio chiedeva ancora un indirizzo chiaro alla politica sulle scuole e sugli immobili da prendere in considerazione per eventuali compensazioni. Altro che accordo fatto”, la stoccata di Pierluigi Biondi.
Che dunque ha spiegato come si è mossa la sua amministrazione in questi 15 mesi. “Al momento dell’insediamento, vincendo le ritrosie del Ministero della Difesa, proprietaria del bene, che non si voleva più sedere al tavolo col Comune dell’Aquila, abbiamo riallacciato i contatti col Provveditorato, l’Agenzia del Demanio e con Regione Abruzzo arrivando alla firma di un nuovo protocollo d’intesa, e vi sfido a leggere l’accordo sottoscritto comparandolo con quello approvato della passata amministrazione, a dirmi se sono confrontabili dal punto di vista della qualità amministrativa. Abbiamo definito esattamente le finalità, che cosa avrebbe dovuto fare ciascuno dei soggetti interessati; abbiamo individuato i referenti e il collegio di vigilanza, un comitato che si è occupato di dare corso all’accordo attuativo. A differenza dell’amministrazione Cialente che, in quattro anni, non lo ha mai riunito, a seguito della sottoscrizione del protocollo abbiamo calendarizzato gli incontri, e ne abbiamo tenuti quattro, il primo datato 25 gennaio 2018, il secondo 19 febbraio, avviando altresì le attività che l’Agenzia del Demanio prescriveva, ed in particolare lo spostamento dell’officina dalla Rossi alla Campomizzi e la permuta degli edifici di proprietà della Difesa che sono stati demoliti per realizzare il parcheggio a servizio del Tribunale”.
C’è stato poi un terzo incontro il 12 aprile, ed un quarto ed ultimo il 27 giugno scorso, “con la definizione dell’intesa, sottoscritta dal Ministero della Difesa, che ha formalizzato l’accordo attuativo definitivo che andremo ad approvare. Così, il Comune dell’Aquila avrà la disponibilità di un’aliquota pari almeno al 60% della Caserma Rossi; l’Agenzia del Demanio terrà per sé, come previsto fin dall’inizio, il 40% della struttura per ricollocare alcuni uffici, in particolare l’Agenzia delle Entrate attualmente in via Filomusi Guelfi”.
E cosa intende farci l’amministrazione con la Caserma Rossi? “Vi ricollocheremo delle funzioni – ha risposto Biondi – in particolare alcune scuole, in accordo con la Provincia. Penso ad esempio all’Itas di viale Duca degli Abruzzi. Si vorrebbero destinare lì i Geometri: a mio parere, però, l’area è già troppo ‘carica’ con la Carducci, la Giovanni XXIII e il progetto dell’Università sull’ex San Salvatore; in questo senso, la Caserma potrà rappresentare una possibilità. Ma penso anche alle 5 scuole che insistono tra il Torrione e San Francesco, nel raggio di 500 metri: si potrebbe pensare ad un accorpamento nella ex Caserma. In centro storico, invece, immaginiamo di realizzare almeno una scuola elementare ed una scuola media”.
L’intesa prevede, altresì, che il Comune permuti con il Ministero della Difesa una quota di alloggi delle ex case parcheggio di via Giovanni Di Vincenzo per ricollocare i militari espropriati in via Filomusi Guelfi, laddove, come detto, è stato realizzato il parcheggio per il Tribunale; inoltre, il Comune ha fatto da tramite con la Struttura tecnica di missione per fare sì che il contributo concesso al Provveditorato per ricostruire quelle palazzine venga rifinalizzato per la realizzazione dell’officina presso la Campomizzi. Per cui, non ci sarà alcun onere per l’Ente.
“Lo ribadisco, l’accordo è stato sottoscritto da tutti; seguiranno i necessari passaggi burocratici ed amministrativi: dovremo innanzitutto individuare esattamente le proprietà di via Di Vincenzo da alienare, ed è competenza del Consiglio comunale; stiamo valutando la possibilità di sottoscrivere l’accordo con un passaggio innanzi all’assise rimandando a successivi atti le formalizzazioni specifiche. D’altra parte, il Ministero della Difesa ci sta pressando affinché si chiuda in breve tempo, avendo perso oltre cinque anni”.
Un altro pezzo dell’accordo prevede, inoltre, che il distretto militare di San Bernardino venga messo a disposizione del Provveditorato alle Opere pubbliche per realizzarvi la sede della Soprintendenza, del Segretariato e l’Archivio di Stato (in realtà l’Università, nel suo studio preliminare per la riqualificazione dell’ex San Salvatore, individua la realizzazione in loco dell’archivio e della Biblioteca provinciale ma Biondi, sul punto, non è d’accordo: “sono questioni che verranno comunque definite in seguito). Ultimo tassello del protocollo, e non certo per importanza: l’Adsu dovrebbe ripartire i 385 studenti attualmente ospitati alla Campomizzi in parte nella Casa dello Studente prevista all’ex San Salvatore (120 ragazzi), in parte a Casale Marinangeli (60 ragazzi) e in parte nella ex clinica universitaria di Viale Duca degli Abruzzi (i restanti 200 circa).
Questo prevede l’accordo.
Sui tempi di realizzazione, il sindaco Biondi non ha voluto sbilanciarsi: “sono troppe le variabili, non siamo in grado di fare una previsione attendibile”.