Giovedì, 11 Ottobre 2018 22:01

Caserma Rossi, Cialente a Biondi: "Si è fatto imporre le scelte sul futuro della città"

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Massimo Cialente risponde a Pierluigi Biondi.

A qualche ora dalla conferenza stampa indetta dal sindaco a Palazzo Fibbioni per fare il punto sull'intesa con l'Agenzia del Demanio per la destinazione di una parte - il 60% - della Caserma Rossi al Comune dell'Aquila che vi realizzerà un polo scolastico, il suo predecessore, commentando l'articolo apparso su NewsTown [qui], ha inteso replicare all'affondo di Biondi che, in sostanza, ha chiarito come le procedure amministrative, pure avviate dalla giunta di centrosinistra, si fossero arenate e siano state riallacciate, e portate a risultato, dall'attuale esecutivo.

"Alcune considerazioni", sottolinea Cialente, "mi corre l'obbligo di farle".

La "stasi burocratica" con l'Agenzia del Demanio che Biondi lamenta, rispetto ad atti scritti, "nacque dal fatto che, in continue e ripetute riunioni, si consumò un confronto, anche duro, con la stessa Agenzia. Come ho spiegato più volte, rispetto alla loro richiesta di realizzare uffici pubblici nella Caserma Rossi, contrapponevo delle considerazioni".

"A valle della delinquenziale cartolarizzazione imposta da Tremonti, che ha regalato miliardi ad alcuni grandi capitalisti italiani, quasi tutti gli uffici pubblici italiani sono in affitto in stabili che erano di loro proprietà. A L'Aquila, accade all'Agenzia dell'entrate, all'INPS proviciale, all'INAIL e così via. Hanno quasi tutti contratti di affitto che scadono nel 2022. Oggi, l'Agenzia del Demanio scopre che paga un sacco di soldi e decide di costruire nuovi uffici (che costeranno il doppio di quanto incassato con la stessa cartolarizzazione). Ebbene, ho sempre detto e ripetuto - ecco spiegati i ritardi ed il braccio di ferro - che avrebbero dovuto accettare che la localizzazione di nuovi uffici fosse concordata con il Comune". Per due motivi, chiarisce Cialente: "Innanzitutto: gli edifici oggi in affitto all'Agenzia del Demanio, importanti 'contenitori' direzionali, che fine faranno? Che destinazione e mercato potranno avere? Che ci mettiamo? Cosa diventeranno? Quali conseguenze avrebbero le nuove localizzazioni di servizi sul futuro funzionamento quotidiano della città e del suo comprensorio?". Secondo motivo, peraltro connesso al primo: "a L'Aquila si stanno ricostruendo, restaurando e recuperando con risorse degli italiani diversi edifici pubblici. Alcuni non avranno destinazione d'uso. Beni di proprietà della Provincia, della Regione, del Comune, della ASL. E dunque, perché costruire ancora, consumando territorio? L'Agenzia del Demanio si appresta a tirar fuori milioni e milioni per progettazioni e costruzioni di nuovi uffici pur potendo investire in beni pubblici, acquisendo edifici con somme, ben inferiori, che resterebbero risorse pubbliche, nei bilanci pubblici. Nella lettera che scrissi, interlocutoria, di cui parla Biondi, descrivevo lo stallo con l'Agenzia del Demanio, che vedevo e vedo troppo interessata a gestire appalti".

Oggi c'è la possibilità, enorme, presentatasi alla fine del 2016, di realizzare, per avere indice di sicurezza sismica 1, la nuova sede del Liceo Classico. "Mi chiedo: l'edificio del Cotugno a Pettino, sul quale si stanno facendo lavori per la messa in sicurezza sismica, non potrebbe ospitare l'Agenzia delle Entrate? Altrimenti, che cosa ci andrà? E' proprietà della Provincia: sapete di quanti edifici dispone l'Ente, oramai vuoti e senza destinazione? Tra ex Prefettura e l'edificio di via Sant'Agostino, i dipendenti avranno a disposizione tre stanze ciascuno, tanto sarà lo spazio a loro disposizione".

Insomma, Cialente spiega di non essersi "incaponito a richiedere tutta la Caserma Rossi e l'ex carcere minorile per una tigna o per mire 'espansionistiche': cercavo di avere un futuro assetto della città funzionale e soprattutto razionale. Non c'era un problema di 40% e 60% (che tra l'altro non sta scritto da nessuna parte), rivendicavo piuttosto il diritto-dovere della mia città e della mia comunità, di deciderne l'assetto futuro, funzionale ed urbanistico. Trovavo e trovo insopportabile che in una città, come fosse una casa, altri enti ed istituzioni decidano il bello e cattivo tempo senza sentire il parere del padrone di casa".

Dunque, l'affondo amaro: "La verità è che oramai L'Aquila, città nella quale la sede di una scuola importante si decide con un bando pubblico (peraltro già assegnato a mio avviso), manca completamente di un'idea complessiva, di una strategia. Non ce l'ha il Sindaco che, purtroppo, non ha carisma ed autorità riconosciuta, non ce l'ha la sua giuntarella, non ce l'ha il centrodestra. Ma non ce l'ha parte dell'opposizione, bloccata oramai, in alcuni esponenti, da una deleteria trasversalità, per me inspiegabile ed innaturale. Mi ripeto: il silenzio sul futuro della città è per me, oramai, assordante. Anche spazi di democrazia, sui quali ho molto creduto, come i CTP e l'Urban Center, tacciono. Tacciono tutti coloro che durante la nostra amministrazione facevano sempre sentire la loro voce. Non me lo spiego, o meglio non me lo voglio spiegare. Qualche mia considerazione e spiegazione avrebbe per me un sapore troppo amaro. Lo dico sinceramente: è naturale che sia io, ancora oggi, a contestare il nuovo Sindaco? Non toccherebbe ad altri, finalmente? Cominciando da figure istituzionali della nostra città, in passato molto presenti sulle questioni comunali e da 15 mesi mute".

Ultima modifica il Giovedì, 11 Ottobre 2018 22:40

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