"La città dell'Aquila deve essere orgogliosa: una sua cittadina onoraria, Ilaria Cucchi, ha portato verità e giustizia in uno dei tanti casi di violenza e depistaggio di Stato".
A dirlo è Enrico Perilli, già consigliere comunale che, qualche anno fa, portò innanzi all'assise la proposta di conferire la cittadinanza onoraria a Ilaria Cucchi e Patrizia Aldrovandi: "votarono a favore il centrosinistra compatto e l'Udc, la Lega uscì dall'aula e qualche sparuto consigliere di destra votò contro", ricorda Perilli.
Che aggiunge: "Ilaria e Patrizia rappresentano la forza di chi, nonostante tutto, nonostante un figlio e un fratello uccisi a calci e pugni da chi doveva garantire ordine e giustizia, hanno continuato a credere nella Stato democratico e repubblicano, quello a cui i carnefici dei loro cari hanno giurato fedeltà per poi in seguito rinnegare il giuramento mentendo nei tribunali e depistando. Vale la pena credere nella giustizia, questo è l'insegnamento di Patrizia e Ilaria".
Il pensiero va doverosamente a Giuseppe Uva, a Bianzino "e a tanti altri cittadini morti mentre erano nelle stanze di caserme e carceri. Va a tutti i senza voce, migranti in primis, che quotidianamente, come tutti sappiamo, subiscono vessazioni e abusi da parte di rappresentanti dello Stato. Oltre alla cieca violenza messa in atto - sottolinea Perilli - quello che indigna e inorridisce è il depistaggio compiuto da chi crede solo ad un criminale cameratismo che lo porta a falsificare verbali e prove. E' la storia del G8 di Genova con prove false e manifestanti torturati come nel Cile dei Pinochet. E' la storia di responsabili di inaudite violenze sfuggiti alla giustizia grazie a falsificazioni di verbali ed è la storia di chi è stato promosso e messo in sicurezza invece che in carcere. Oggi però la giustizia ha vinto".