Oramai è chiaro: il 25 aprile non è una data fortunata per la maggioranza di centrodestra al Comune dell'Aquila; in questi anni di legislatura, non sono mai mancate le polemiche per le assenze imbarazzanti del sindaco Pierluigi Biondi e per l'atteggiamento timido della Giunta - usiamo un eufemismo, per evitare di incorrere in altre querele sull'argomento sebbene quella relativa agli accadimenti dell'anno passato sia stata archiviata [qui, la notizia] - nel celebrare, con i giusti toni e i dovuti comportamenti istituzionali, la giornata della liberazione dal nazi-fascismo.
Stavolta, al centro delle polemiche è finita la cerimonia mancata di conferimento della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuto all'orrore del campo di concentramento di Auschwitz.
Ad attaccare la maggioranza è stato il capogruppo di Italia viva Paolo Romano: "Martedi 26 aprile si svolgerà l’ultima seduta di consiglio comunale prima delle elezioni ma nell’ordine del giorno, così come in nessuna comunicazione ufficiale, vi è traccia della cerimonia di conferimento ufficiale della cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre in spregio alla volontà del Consiglio, dunque della città, che lo votò per due volte in quattro anni e all’unanimità. È grottesco che tutto questo succeda alla vigilia del 25 aprile, una data che con questo sindaco ha subito più volte l’onta dell’indifferenza e dell’incuria per alcune delle celebrazioni previste".
Liliana Segre, testimone della violenza generata dall’odio e dalla discriminazione razziale, ha dedicato la sua vita alla condivisione della memoria per le nuove generazioni; "centinaia di città italiane le hanno solennemente conferito, per questi motivi, la cittadinanza onoraria con apposita cerimonia", ha ricordato Romano; "una delle ultime città in Abruzzo è stata quella di Avezzano, dove l’onorevole Emanuele Fiano [domani sarà all'Aquila per presentare il suo ultimo libro, 'Ebreo', ndr] ha ritirato al posto della senatrice la pergamena di cittadinanza alla presenza di amministratori, studenti e docenti di liceo, autorità civili, militari e religiose".
Liliana Segre è icona della storia che non va dimenticata. Eppure a L’Aquila "la storia diventa miseramente di parte - l'affondo di Romano - quando la mozione di conferimento della cittadinanza onoraria subisce lungaggini e tentennamenti e si conclude con un epilogo vergognoso. In ritardo sulla mozione che depositai nel 2019 l’atto approdò infatti in Consiglio comunale a fine 2020, votato all’unanimità. Poi, con un iter politico e amministrativo quantomeno anomalo e risultati discutibili, ritornò in Consiglio sotto forma di delibera di Giunta a fine 2021, con la firma del sindaco e la benedizione della Meloni. E così con la seconda unanimità dell’assise, il sindaco assunse ufficialmente l’onere e l’onore di interloquire con la senatrice per concordare una data nella quale il Consiglio, riunito in apposita seduta, le avrebbe conferito con l’ufficialità del caso la cittadinanza onoraria. Purtroppo ancora una volta sono riusciti ad addormentare le coscienze con un mix letale di menzogne e silenzio, sbeffeggiando la città e umiliando la memoria".
A stretto giro, la replica dei capigruppo di centrodestra: "Il consigliere di centrosinistra Paolo Romano cerca di fare campagna elettorale strumentalizzando, peraltro alla viglia del 25 aprile, argomenti seri e molto delicati con il risultato di mettere a segno clamorosi autogol: la cerimonia di conferimento della cittadinanza onoraria a Liliana Segre, non si è fatta e non si farà semplicemente perché la Senatrice a vita, in una lettera molto cordiale in cui ‘ha accolto con piacere l’idea di poter diventare vostra concittadina onoraria’ e di sentirsi ‘profondamente onorata per la onorificenza’, ha comunicato ufficialmente di non essere disponibile a presenziare, per motivi di salute, alla cerimonia né in città né da remoto. D’altra parte, da tempo la Segre aveva spiegato, anche pubblicamente, il suo ‘ritiro’ dalla partecipazione ad eventi ed incontri, in particolare nelle scuole, dove ha testimoniato per tanti anni la sua drammatica esperienza" hanno spiegato in una nota i capogruppo di Fdi, Ersilia Lancia, di Fi, Giorgio De Matteis, della Lega, Francesco De Santis, di L’Aquila al Centro, Daniele D’Angelo, e di L’Aquila Futura, Roberto Santangelo.
"Il Consiglio comunale ha unanimemente riconosciuto il conferimento alla Senatrice Segre; inoltre, in occasione della cerimonia, promossa dal Comune dell’Aquila il 3 marzo scorso, della consegna della medaglia ‘Giusti tra le nazioni’ alla memoria di Mario De Nardis e Pancrazio De Lauretis che, durante la Seconda Guerra Mondiale, si adoperarono per salvare le famiglie Billig, Fleischmann e Dagan dai rastrellamenti delle truppe naziste in Abruzzo, è stato letto un toccante e profondo intervento della senatrice Segre che ha ribadito ‘l’onore per aver ricevuto la cittadinanza onoraria della Città dell’Aquila che dunque ormai è anche po’ mia’, sottolineando il fatto che il sì unanime dell’assise civica ‘è la riprova di un sentire civico che qualifica lo spirito del popolo aquilano e che sono fiera di poter ora condividere anche io’”.
Secondo i capigruppo del centrodestra, dunque, "alla luce dei fatti, il consigliere Romano avrebbe fatto meglio ad informarsi prima di attivare una polemica strumentale che, comunque, fa emergere con chiarezza la pochezza delle argomentazioni delle minoranze in Consiglio comunale. La dichiarazione di Romano è innegabilmente una brutta figura".
In risposta, Romano ha tenuto a chiarire che l’onorificenza, in verità, è realtà dalla prima votazione della sua mozione in Consiglio comunale. "Era il 2020. Nonostante questo lo stesso centrodestra ha ritenuto di dover fare un’ulteriore delibera di Giunta (creando tra l’altro un caso unico in Italia) votata anche quella dall’opposizione con spirito di abnegazione che il momento richiedeva, poiché dai toni talmente imbarazzanti da aver poi sollevato un vespaio di polemiche. Dunque non è il placet dell’assise quello che è mancato, visto che c’è stato per ben due volte, ma la cerimonia con il conferimento formale che, da sempre, la Senatrice Segre ha ricevuto, considerata la sua età, collegandosi da remoto, delegando il ritiro a terzi o vedendo letta una sua missiva".
Il centrodestra - continua Romano - "mi accusa di non sapere che la Segre abbia rifiutato persino di connettersi da remoto. Mi risulta difficile credere che solo a L’Aquila si sia rifiutata di delegare l’onorevole Fiano, sarebbe una sgarberia il cui pensiero rifuggo anche perché recentemente ad Avezzano è stato presente al suo posto proprio lui. E comunque la cerimonia di conferimento si sarebbe potuta tenere, magari per le scuole, nel nome di quella memoria che per Liliana Segre va tramandata soprattutto ai giovani. Il centrodestra svela che durante la cerimonia dei Giusti tra le nazioni la senatrice ha ribadito l’onore per aver ricevuto la cittadinanza onoraria; i due piani non devono essere equiparati, perché seppur importantissima la cerimonia del 3 marzo scorso non potrà mai sostituire la solennità di una cerimonia di conferimento che avrebbe dovuto essere necessariamente fatta al cospetto del Consiglio Comunale, così come per Sabatini. Tanto è vero quello che dico che neanche i giornalisti in quella occasione hanno capito, dunque riportato nulla della cittadinanza onoraria alla senatrice. La verità è che non c’è stata la volontà neanche di comunicare le motivazioni di una scelta precisa e ora si rabberciano in fretta e furia due accuse al sottoscritto solo perché la vergogna ha avuto il sopravvento".