"Il Festival della partecipazione per l’Urban Center, organo di partecipazione istituzionale attivo, è stato un bel momento di apprendimento e di scambio, ma un più costante e duraturo rapporto con il territorio permetterebbe di andare oltre le criticità emerse".
A scriverlo, in una nota, è l'associazione Urban Center L'Aquila, intervenendo nel dibattito sollevatosi a proposito del Festival della Partecipazione e della sua permanenza all'Aquila.
"In questi giorni" si legge "la città si sta interrogando e sta dibattendo a seguito delle diverse prese di posizione sul Festival della Partecipazione. Anche l’Urban Center si è seduto intorno ad un tavolo per fare il punto sull’esperienza da poco conclusasi e si è dato il tempo necessario affinché la discussione potesse maturare ed arrivare ad una convergenza".
"Così come sta accadendo per la città, anche al nostro interno si sono manifestate posizioni diverse sulla querelle politica in atto ed anche noi abbiamo corso il rischio di lasciarci travolgere. L’ascolto reciproco è stato determinante per sviscerare le motivazioni individuali".
"Vorremmo condividere, attraverso queste poche righe, alcune riflessioni sperando di poter dare il nostro apporto costruttivo al dibattito, magari anche per il suo superamento".
"La nostra riflessione parte dalla considerazione che siamo, in questo contesto, prima di tutto, cittadini e cittadine. Per questa ragione il “bene comune” dovrebbe occupare un posto di rilievo nel nostro agire quotidiano".
"Lo spazio fisico e sociale nel quale ci muoviamo in quanto cittadini è la polis. Nel nostro caso si tratta di una città affogata da problemi e criticità, dalla mancanza di spazi e divisa in ogni sua parte da interessi economici legati principalmente alla disuguaglianza della ricostruzione".
"Da anni ci chiediamo come superare questi problemi e da altrettanto tempo i cittadini e le cittadine, singoli o riuniti in associazioni hanno dato prova di volere, potere e saper partecipare al di là di ogni appartenenza politica. Questa potenzialità straordinaria non trova ancora un giusto riconoscimento e una sua espressione concreta".
"Purtroppo la querelle politica di appartenenza partitica, ha preso il sopravvento alimentando il solito gioco delle parti fatto di alleanze e divisioni in un panorama assai contraddittorio".
"Non possiamo più permetterci una visione così miope delle problematiche, non possiamo più permetterci di alimentare spaccature di questa natura perché concretamente si annulla la possibilità di un dialogo tra cittadini e cittadine. Fare partecipazione è fare politica: la politica della polis, della qualità della vita, della salute e della sicurezza sismica".
"Pensare la partecipazione, a prescindere dai propri legami personali, dalla propria appartenenza politica, a prescindere dalle diffidenze, non ne cancella i limiti, ma permette allo scontro di idee di evolvere verso nuove soluzioni creative".
"Il Festival della partecipazione per l’Urban Center, organo di partecipazione istituzionale attivo, è stato un bel momento di apprendimento e di scambio, ma certamente un più costante e duraturo rapporto con il territorio permetterebbe di andare oltre le criticità emerse".
"Non cadiamo nel tranello e nella banalizzazione della partecipazione intesa come una cosa di sinistra o destra risolvibile con un click. Continuiamo a confrontarci, ad agire, a pensare come cittadini autonomi, in grado di fare proposte, di elaborare soluzioni, di porre le giuste domande, di decidere nell’interesse della collettività".
"In questo senso l’Urban Center ha una sua voce autonoma, requisito imprescindibile per essere la Casa della Città e del suo territorio, un attore fondamentale per arrivare in quei luoghi, in quelle realtà, a quelle persone distanti attivando il principio di sussidiarietà garantito dalla nostra Costituzione".
"L’Urban Center, dunque, è aperto all’ascolto, al dialogo, al confronto con tutti coloro che lo riterranno opportuno ed in qualunque sede per parlare e fare partecipazione".