Il Comitato ristretto dei sindaci della provincia dell'Aquila aderisce alla mobilitazione nazionale promossa dai medici e dirigenti sanitari del 23 novembre prossimo e terrà un presidio davanti l'ospedale San Salvatore del capoluogo abruzzese.
L'annuncio è stato dato stamane, nel corso della riunione a Palazzo Fibbioni dell'organismo che ha funzioni di indirizzo politico-amministrativo della Asl 1, a cui hanno partecipato sindacati dei medici, degli ordini professionali, sindacati confederali e Azienda sanitaria. "Chiederemo a tutti i sindaci del territorio di partecipare all'iniziativa e sostenere le istanze di chi si batte per garantire il finanziamento adeguato del fondo sanitario nazionale, sblocco delle assunzioni e rinnovi contrattuali per evitare la fuga del personale verso il privato e mantenere alti i livelli di assistenza sanitaria per il cittadino" hanno dichiarato i componenti del Comitato, presieduto dal sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, e composto dai primi cittadini di Avezzano, Gabriele De Angelis, Sulmona, Annamaria Casini, Castel di Sangro, Angelo Caruso, e dal vice sindaco di Barisciano, Giuseppe Calvisi.
Gli stessi hanno specificato che "la manifestazione del 23 novembre sarà solo la prima di un'azione che verrà intrapresa nelle prossime settimane a difesa del sistema sanitario delle aree interne, dove la questione legate al blocco delle assunzioni e del turnover rischia di far collassare un'intera rete fatta di servizi e assistenza. Sarà quello il momento – hanno aggiunto i sindaci – per tenere alta l'attenzione su altre due vicende decisive per evitare lo spopolamento e l'impoverimento, non solo sanitario, della nostra terra, ovvero la definizione del processo per l'istituzione del Dea di secondo livello L'Aquila-Teramo, per il quale chiediamo certezza nei tempi di realizzazione. La stessa attenzione, inoltre, chiediamo venga messa in campo affinché presso l'ospedale di Avezzano, che copre una vasta area di utenza, vengano garantiti gli attuali standard qualitativi affinché continui a essere riconosciuto come presidio di primo livello con funzioni di spoke".
Al contempo, l'impegno delle istituzioni tutte deve essere rivolto "ad individuare soluzioni per la difesa del punto nascite presso l'ospedale di Sulmona, che penalizzerebbe non solo la città peligna ma l'intero vasto comprensorio peligno e altosangrino, e intervenire anche per la complessiva riqualificazione del presidio per risolvere le diverse criticità segnalate, come quella dei numerosi reparti ormai senza primari (Chirurgia e Medicina) o apicali prossimi alla pensione (Ortpedia) che devono essere rapidamente sostituiti o del reparto di Chirurgia dell'ospedale di Castel di Sangro. L'altra grande questione aperta, inoltre, è quella che deve portare all'attivazione di un percorso condiviso affinché le carenze di personale, che riguardano i nosocomi dell'intera provincia aquilana, vengano al più presto sanate e venga attuato il piano di assunzioni annunciato dalla Regione".
D'accordo i sindacati che proclameranno con piattaforma unitaria lo stato d'agitazione: in occasione del tavolo in Prefettura, si chiederà la convocazione dei sindaci del territorio. Insomma, si va verso la mobilitazione generale.
D'altra parte, la carenza di personale ha raggiunto livelli davvero preoccupanti; è nota l'estrema difficoltà nella programmazione ed organizzazione dei turni di servizio, talvolta massacranti in completo dispregio della Legge n. 161/2014, tant’è vero che ci sono stati diversi accertamenti ispettivi da cui risultano numerose violazioni sanzionate dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro. In tali condizioni - ha ribadito stamane la CGIL - "ai lavoratori viene chiesto di farsi carico di garantire ciò che la programmazione non riesce a fare, ovvero, il mantenimento degli standard assistenziali".
Così come stabilito dagli atti di programmazione Regionali, il costo del personale per la ASL n. 1 è passato da circa 192 milioni di € per l'anno 2017 a circa 196 milioni per il 2018. "Nei suddetti costi del personale, però, Regione Abruzzo ha inteso ricomprendere il costo del rinnovo contrattuale avvenuto nel mese di maggio e stimabile in oltre 3.7 milioni di euro, 1.5 accantonati dalla ASL: ne consegue che oltre 2.2 milioni resterebbero a carico della Azienda Sanitaria e quindi a carico dei lavoratori e dei servizi sanitari", hanno sottolineato i sindacalisti. "Risulta assurdo che tali somme siano poste a carico del costo del personale già programmato, di per se insufficiente alle reali necessità. Infatti la ASL, da una previsione di spesa per l'anno 2018, sosterrebbe un costo complessivo - fra personale a tempo indeterminato e personale precario - pari a circa 200 milioni di euro a cui vanno aggiunte le spese per il personale caricato sulla voce di bilancio riferita ai beni e servizi. Tra l’altro, si riscontra una spesa sostenuta per i contratti di somministrazione pari a 2.765.000 € mentre il solo costo corrisposto ad agenzie di somministrazione ammonterebbe a 156.277 euro; inoltre, la retribuzione per il personale a tempo determinato ammonta a 10.117.410 euro, il tutto relativamente all’anno 2017. Non v'è chi non veda che l'attuale programmazione sul costo del personale, con le ulteriori decurtazioni imposte dalla regione Abruzzo per i rinnovi contrattuali, non solo non è sufficiente a coprire le effettive esigenze di fabbisogno di personale, ma addirittura genera uno sforamento di oltre 6 milioni di euro sui tetti di spesa. Tant'è che, ad oggi, la ASL n. 1 ancora non ha ricevuto le necessarie autorizzazioni per avviare i processi di stabilizzazione del personale precario. Non vorremmo che a pagare le spese di una errata programmazione siano i lavoratori più deboli dell'Azienda".
Ad aggravare la situazione, si è appreso che la ASL stima per l'anno 2018 un numero di pensionamenti pari a circa 166 unità lavorative per le quali, ad oggi, non risultano autorizzazioni da parte della Regione Abruzzo per le dovute sostituzioni con conseguente perdita di posti di lavoro del predetto personale in quiescenza. "I 166 posti di lavoro che si andranno a perdere nell'anno in corso si aggiungono ai 100 posti di lavoro persi nell'anno 2017". E' stato evidenziato dalla Cgil, inoltre, che dal conto annuale anno 2017 risultano in forza 3383 unità lavorative a fronte di una dotazione organica di 4053 unità, con conseguenti 670 posti vacanti a tempo indeterminato, "solo parzialmente coperti con lavoro precario per oltre 400 unità lavorative".
Se si aggiunge che l'età anagrafica media del personale della Asl n. 1 contrattualizzato a tempo indeterminato è in costante ed inesorabile aumento, diventa facile comprendere come in assenza di azioni correttive volte ad una revisione dell'effettivo fabbisogno di personale e quindi a nuove assunzioni e stabilizzazioni, sia le condizioni di lavoro, sia la garanzia dei LEA e sia la qualità dei servizi verrà ulteriormente compromessa. "Infatti, sempre dal conto annuale 2017 si rileva che oltre il 45% dei lavoratori in forza si trova in età compresa fra i 55 ed i 67 anni di età".
Per questo, la Cgil chiede da tempo l’attivazione delle procedure di stabilizzazione. D'altra parte, si sta determinando un allungamento delle liste d'attesa per i cittadini e l'aumento della mobilità passiva verso altre regioni, col conseguente aumento di spesa a carico dei malati e dei contribuenti. Stando al sito dell'azienda sanitaria, si evince che per l’Area Peligno-Sangrina per una RX Mammografia occorrono 457 giorni, per una visita Endocrinologica 444 giorni, per una Visita Pneumologica 242 giorni, per un Elettrocardiogramma Dinamico (Holter) 147 giorni, per una Ecografia della mammella 262 giorno, per una Ecografia Collo per Linfonodi 262 giorni, per un Ecocolordoppler venoso arti superiori 457 giorni. Per quanto concerne l’Area Marsica: per un Ecocolordoppler Cardiaco occorrono 141 giorni. Per l’Area L’Aquila: Tac Addome Completo con e senza contrasto occorrono 262 giorni, Ecografia Addome Completo 290 giorni, Ecografia tiroide-paratiroidi 289 giorni, RM Encefalo senza contrasto 324 giorni, Ecografia collo per linfonodi 289 giorni, Ecografia fegato e vie biliari 289 giorni, TAC addome superiore 262 giorni, visita pneumologica 175 giorni.
Tutto ciò, come ovvio che sia, sta generando, quantomeno nella percezione, un lento ma inesorabile decadimento della qualità dei servizi.
Non solo.
Ad oggi, non si può fare a meno di evidenziare come la questione del territorio della Provincia dell’Aquila, con una estensione pari alla metà del territorio regionale abruzzese, aumenti le criticità logistico/organizzative ed i costi correlati; per questo, si è riproposta con forza la necessità di dotarsi di una vera strategia per le aree interne, presupposto fondamentale per garantire la qualità dei servizi ed evitare il continuo ed inesorabile processo di spopolamento del territorio oltre che la realizzazione di una efficace integrazione ospedale/territorio". In questo senso, è stata ribadita dal tavolo la necessità che Regione Abruzzo maturi definitivamente la decisione di attivare un DEA di II livello per l’area L’Aquila-Teramo ed il riconoscimento di un Ospedale di I livello a Sulmona, ponendo in essere scelte coraggiose che guardino alla necessità di migliorare la qualità del servizio sanitario regionale, con l’obiettivo del mantenimento dei servizi essenziali quale caposaldo di una politica di sviluppo delle aree interne.
In ultimo, si è posta la questione del punto nascita di Sulmona ed è stata condivisa la richiesta di tenerlo aperto, considerato che il nosocomio peligno è riferimento anche per l'Alto Sangro e la bassa Valle Subequana, in un territorio che la sindaco Annamaria Casini ha definito "area interna delle aree interne".