Si è conclusa a Roma la mobilitazione per dire no allo spostamento del terminal bus di Tiburtina a Anagnina voluto dalla giunta di Virginia Raggi.
Il presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli, giunto a Roma insieme al presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, ai consiglieri Pierpaolo Pietrucci, Maurizio Di Nicola e Lorenzo Berardinetti, e a Massimiliano Valeriani, assessore della Giunta regionale del Lazio, ha tenuto una conferenza stampa proprio nel piazzale di Largo Mazzoni, nella quale ha ribadito quanto già affermato nei giorni scorsi: “Spostare il terminal bus da Tiburtina ad Anagnina" aveva detto Lolli "è un male per tutti. Lo è per i tanti abruzzesi che vanno a lavorare a Roma, lo è per i romani che hanno scelto di vivere in Abruzzo continuando a lavorare nella Capitale e lo è anche per quei romani che vengono a lavorare in Abruzzo”.
Accanto ai rappresentanti isitutizionali della Regione, presenti alla manifestazione anche i parlamentari eletti in Abruzzo Stefania Pezzopane e Gaetano Quagliarello, Marco Marsilio, tra i possibili candidati governatore di centrodestra, autisti e lavoratori Tua, alcuni rappresentanti dei pendolari e molti sindaci del territorio, tra cui il sindaco di Barisciano Francesco Di Paolo, il primo cittadino di Scoppito Marco Giusti, il collega di Tornimparte Giacomo Carnicelli oltre ai sindaci di Pescara e Avezzano, Marco Alessandrini e Gabriele De Angelis. "E' necessario migliorare, incentivare e intensificare i collegamenti tra Abruzzo e Lazio", le parole di Giovanni Lolli. "Le scelte infrastrutturali e logistiche devono essere concordate per renderle coerenti con i processi di sviluppo in atto coinvolgendo istituzioni aziende, associazioni e tutti i soggetti interessati. Il collegamento tra Roma e l'Abruzzo ha un valore strategico. Chiediamo alla giunta capitolina di rivedere il provvedimento".
Presenti anche alcuni rappresentanti di comitati romani che si sono schierati al fianco dei pendolari e delle regioni che "subiscono questa incongruenza amministrativa", ha dichiarato Elio Graziani della Comunità Territoriale del VII Municipio, un coordinamento di comitati di quartiere e associazioni dell'Anagnina.
"Abbiamo chiesto anche alle passate amministrazioni di ristrutturare l'Anagninina attualmente al collasso", ha sottolineato Graziani. "Pensare di aggravarla ulteriormente di traffico ci sembra fuori da ogni logica. Abbiamo chiesto alla Giunta comunale un incontro urgente per illustrare il progetto di collegamento viario, oggi inesistente".
Per Nella Vecchia, presidente dell'Associazione Rinascita Tiburtina, "il contenzioso con Tibus va risolto. Se si dovesse realizzare il megaparcheggio previsto dal Piano d'Assetto - ha ribadito - questa stazione diventerebbe un luogo abbandonato e degradato. Tibus si è impegnato a coprire la stazione per limitare l'inquinamento e fare investimenti per un totale di 4 milioni per la riqualificazione del territorio. Di certo, la maggior parte dei residenti non è favorevole a questa delibera".
Assente invece, per impegni improprogabili precedentemente assunti, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi. Ad indossare la fascia tricolore è stato il vice sindaco Guido Quintino Liris.
Tra l'altro, per problemi logistici la seduta straordinaria del consiglio comunale dell’Aquila spostata a Roma come protesta simbolica adottata su formale richiesta della conferenza dei capigruppo, non si è tenuta nel piazzale della stazione Tiburtina; l'assise si è riunita in una sala meeting su via Prenestina prima dell'arrivo di Giunta e consiglieri comunali in Largo Mazzoni. L'assemblea ha rinviato la discussione degli argomenti in prima e seconda convocazione, per poi approvare all'unanimità un ordine del giorno, presentato dal consigliere Roberto Santangelo (capogruppo L'Aquila Futura) e sottoscritto anche da altri consiglieri, avente come oggetto il 'No alla delocalizzazione dell'autostazione Tiburtina per i mezzi adibiti alle linee di trasporto pubblico interregionali, nazionali e internazionali all'interno del nodo Anagnina'. Il documento impegna il sindaco affinché "si faccia portavoce, presso la giunta capitolina, di modificare l'atto deliberativo con il quale è stata approvata la delocalizzazione dell'Autostazione per i mezzi adibiti alle linee di trasporto pubblico interregionali, nazionali ed internazionali all'interno del nodo Anagnina". Chiede altresì "di rilanciare le infrastrutture strategiche, in particolare l'ipotesi di un collegamento ferroviario con la capitale". È stata inoltre approvata, sempre all'unanimità, una mozione, a firma della consigliera Ersilia Lancia (Fratelli d'Italia), anch'essa relativa a 'Delocalizzazione dell'autostazione Tiburtina per i mezzi adibiti alle linee di trasporto pubblico interregionali, nazionali e internazionali all'interno del nodo Anagnina'. Attraverso l'atto il Consiglio comunale "esprime preoccupazione e contrarietà per la scelta di spostamento del Terminal Autobus da Tiburtina e chiede che il sindaco prosegua nelle azioni già intraprese a tutela degli utenti aquilani, ponendo in essere ogni azione necessaria per contrastare la scelta di cui alla delibera numero 189 del 16 ottobre 2018 della giunta capitolina, valutando, ove necessario, un eventuale ricorso al Tribunale amministrativo regionale per l'impugnazione dell'atto". Chiede, inoltre, "di attivarsi presso il competente Ministero affinché, convocato un tavolo con i rappresentanti degli enti locali e i rappresentanti di interessi diffusi, il Governo ponga la questione del collegamento su ferro tra l'Abruzzo e il Lazio tra le priorità delle sue azioni".
All’indomani della diffusione della notizia della volontà dell'amministrazione capitolina di fare della stazione Anangina il nuovo hub per gli arrivi di tutti i pullman delle linee regionali e interregionali, i Cinque Stelle, tramite l’assessore ai Trasporti del Comune di Roma, Linda Meleo, e la consigliera regionale Sara Marcozzi, si erano affrettati a specificare che si tratta solo di una soluzione temporanea, legata all'impossibilità di mantenere il terminal di Tiburtina sotto la gestione del consorzio Tibus, al quale, negli anni scorsi, sarebbe stata prorogata in maniera illegittima, perché senza adeguamento dei canoni, una concessione risalente al 1999. Una vicenda sulla quale è intervenuta anche la Corte dei Conti.
Nella delibera con cui la giunta Raggi ha approvato la delocalizzazione del terminal, però, non si accenna alla provvisorietà del provvedimento ed è per questo che molti rappresentanti istituzionali abruzzesi hanno giudicato insufficienti le rassicurazioni di Marcozzi e Meleo.
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Giovanni Lolli: "Soluzione sciagurata"
"Il problema a livello istituzionale è moltoo sentito. Capisco che il Comune di Roma abbia difficoltà per via del contenzioso con la ditta Tibus, ma la soluzione adottata è sciagurata per l'Abruzzo e per il Lazio perchè su questa tratta viaggiano decine di migliaia di persone la maggior parte delle queli utilizza i mezzi".
Questo il commento del presidente vicario della Regione Abruzzo Giovanni Lolli dalla manifestazione in corso a Roma, al piazzale del terminal bus di Tiburtina.
"Lo spostamento deciso dalla Giunta Raggi avrà l'effetto di congestionare ulteriormente il traffico sul tratto autostradale Roma Est, perché molti pendolari saranno costretti a prendere la macchina. Si gioca, inoltre, una partita strategica: i collegamenti tra i Balcani e la Spagna, la trasversale dell'Europa meridionale, la quale attraverserà l'Italia sull'asse Livorno Ancona, o, in alternativa, sull'asse Napoli-Salerno-Bari. Se l'Abruzzo viene tagliato fuori da questa direttrice, lungo la quale la nostra Regione ha deciso di istituire la Zes, sarà ulteriormente indebolito".
Inoltre, ha sottolineato ancora Lolli, "questa direttrice già oggi è fondamentale per il traffico merci tra Abruzzo e Lazio, basta pensare al rapporto comemrciale tra il Fucino e il Lazio relativo alle produzioni agro-industriali. Non ci vengano a raccontare -ha concluso Lolli- che si tratta di una soluzione temporanea, la delibera non fa nessun riferimento alla provvisorietà del provvedimento. Ho fatto una richiesta scritta di incontro al Comune di Roma, attendo che ci ricevano".
Massimiliano Valeriani: "Il trasferimento del terminal non ha alcuna logica"
"La regione Lazio non può bloccare la delibera adottata dalla giunta Raggi. Oggi sono qui per manifestare solidarietà a tutti gli amministratori abruzzesi, ai cittadini e ai pendolari che pagheranno un prezzo altissimo. Roma muore di traffico, di assenza di intermodalità e di efficacia di tutti i mezzi di trasporto. Dovremmo migliorare il trasporto pubblico, invece questa delibera crea ulteriori disagi. Trasferire il terminal non ha alcuna logica".
Questo il commento di Massimiliano Valeriani, assessore della giunta regionale del Lazio alle Politiche abitative, Urbanistica, Ciclo dei Rifiuti e impianti di trattamento, smaltimento e recupero.
"Il trasporto pubblico deve essere pensato nell'interesse dei cittadini romani e dei pendolari. Ci sono 600.000 persone che ogni giorno entrano ed escono da Roma, questo è un problema di tutti. Costringere un numero così alto di pendolari ad usare mezzi propri, come le macchine, significherebbe creare enormi disagi a Roma".
Giuseppe Di Pangrazio: "Abruzzesi hanno pagato e pagano per arrivare a Tiburtina"
"Tiburtina è un nodo fondamentale per la comunità abruzzese che verrebbero penalizzata: non parlo soltanto di studenti e lavoratori pendolari, ma anche di coloro che arrivano a Tiburtina per spostarsi, poi, a Fiumicino o Ciampino, per muoversi verso nord e sud lungo l'alta velocità ferroviaria", le parole del presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio.
"Aggiungo un altro aspetto: il tronchetto che collega l'autostrada al centro di Roma, fu realizzato per permettere agli abruzzesi di arrivare in città. Col passare del tempo, quel pezzo di strada è stato utilizzato anche dalla comunità di Roma: era stato pensato, però, a servizio degli abruzzesi. Oltre tutto, alcuni anni fa - ed è bene ricordarlo - è stato fatto un lavoro di ampliamento delle complanari, con la spesa di milioni di euro che vennero in parte 'coperti' con l'aumento delle tariffe autostradali per chi proveniva dall'Abruzzo. Insomma, è un diritto degli abruzzesi arrivare nel cuore di Roma, alla Tiburtina. Paghiamo e abbiamo pagato un costo per il servizio".
Maurizio Di Nicola: "Se non vi saranno ripensamenti, rivedere posizione su disponibilità ad accogliere i rifiuti"
"Un bel segnale quello lanciato questa mattina dai numerosi rappresentanti Istituzionali che, con la loro partecipazione, hanno voluto offrire sostegno all’iniziativa di protesta promossa dalla Regione Abruzzo".
Così Maurizio Di Nicola, consigliere regionale delegato ai trasporti.
"Ritengo che la Giunta Raggi debba assolutamente rivedere questa decisione, che mortifica gli abruzzesi. Questa scelta, se attuata, allontanerà ancora di più Roma dall’Abruzzo e questo è inaccettabile. Studenti, lavoratori e pendolari, molto probabilmente, saranno costretti a rivedere anche le proprie scelte di vita lavorative e familiari per effetto dell’allungamento dei tempi di percorrenza. La nostra Regione non si è mai sottratta dal fornire leale collaborazione Istituzionale al Comune di Roma. Se non vi saranno ripensamenti, sarò costretto a rivedere la posizione politica del mio Gruppo rispetto alla disponibilità ad accogliere i rifiuti proveniente da Roma negli impianti di trattamento presenti sul mio territorio. Ci siamo francamente stancati di essere forti e gentili con chi non apprezza questa nostra caratteristica".
Domenico Fontana, Cgil: "Battaglia fondamentale per l'Abruzzo"
Anche i sindacati Cgil e Uil Trasporti Abruzzo sono scesi in piazza. Domenico Fontana della Cgil Abruzzo, parla di una "battaglia fondamentale per la nostra Regione anche in termini di occupazione".
"Arretrare il terminal ad Anagnina significa rendere impossibile il pendolarismo. Sono moltissimi i lavoratori e gli studenti abruzzesi che hanno scelto di viaggiare e che, con lo spostamento, sarebbero costretti a scegliere soluzioni alternative. Questa per noi è la battaglia fondamentale insieme alla battaglia sui servizi minimi, per cui abbiamo appena istituito il tavolo di confronto con la Regione Abruzzo e abbiamo deciso di far partire già sulla zona di Avezzano relazioni atrraverso Sangritana".
Stefania Pezzopane: "Obiettivo è bloccare la delibera Raggi"
"L'obiettivo è quello di far ritirare la delibera dalla Giunta Raggi e di aprire un tavolo per ragionare su come potenziare la stazione Tiburtina. La delibera adottata dal Comune di Roma è ingiusta e crea un disagio enormee ai pendolari di tutte le regioni che stazionano qui a Tiburtina ma soprattutto agli abruzzesi che non hanno alternative con la linea ferroviaria".
Così Stefania Pezzopane, deputata del Partito Democratico.
"La delibera non è motivata -ha sottolineato la parlamentare dem- La semplice constatazione che c'è un contenzioso tra Tibus e il Comune non può giustificare lo spostamento dell'autostazione da Tiburtina ad Anangnina, per altro con un impegnativo esborso di denaro pubblico (600mila euro) destinato alla costruzione di una nuova stazione. Come ho chiesto anche nell'intervento in aula, il governo intervenga per aiutare a chiudere questo contenzioso".
"Io sono pendolare e conosco bene i disagi della stazione Tiburtina, con lo spostamento ad Anagnina, però, avremmo un aggravio enorme e molti sarebbero costretti a trasferirsi qui a Roma". Per la Pezzopane, al momento, non ci sono soluzioni alternative. "L'obiettivo -ha sottolineato- è quello di bloccare la delibera. In futuro, potremo ragionare su un tavolo in cui si metta al centro la possibilità per gli abruzzesi e gli altri pendolari di arrivare in prossimità di una stazione vicina al centro o, rispolverare la soluzione antica di arrivare alla stazione di Tivoli, con una metropolitana veloce che arrivi direttamente al centro di Roma".
CGIL, CISL E UIL in piazza per sostenere la protesta
Le Confederazioni Regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno sostenuto la manifestazione di protesta contro la decisione dell'Amministrazione Comunale di Roma di trasferire alla stazione Anagnina il Terminal bus ubicato attualmente nei pressi della più funzionale e fruibile stazione Tiburtina.
Un provvedimento che, se attuato, andrebbe ancora una volta a penalizzare pesantemente i cittadini abruzzesi e, nello specifico, coloro che intendono o debbano necessariamente avvalersi della mobilità collettiva per trasferimenti verso la capitale, imputabili a motivi di studio, di lavoro o per esigenze sanitarie. "Senza voler entrare nel merito delle motivazioni che avrebbero indotto la giunta della capitale ad assumere questa decisione - sottolineano i segretari generali Sandro Del Fattore, Leo Malandra e Michele Lombardo - crediamo non si possa ignorare che un simile provvedimento, dal quale peraltro non si evince con chiarezza se sia definitivo o temporaneo (ed eventualmente per quanto tempo), andrà inevitabilmente a peggiorare le condizioni di migliaia di pendolari che stanno già pagando un prezzo salato in materia di penalizzazioni per l'incuria e la miopia anche della politica abruzzese. Cittadini che devono anche subire i disagi e i rischi connessi all'attraversamento delle arterie autostradali A24 e A25 sulle quali persistono condizioni di sicurezza non proprio rassicuranti pur in presenza di pedaggi esorbitanti e tra i più cari d'Italia".
Si pensi alla carenza delle infrastrutture ferroviarie e alla vetustà dei treni destinati alla nostra Regione tra i più vecchi d'Italia e che "determinano tempi di percorrenza che sono francamente antistorici e addirittura superiori rispetto a quelli che registravano trent'anni fa quando l'alta velocità nemmeno esisteva. Si pensi all'esclusione della nostra Regione (la sola insieme al Molise) dai nove corridoi europei, le cosiddette reti TEN-T istituite a inizio anni Novanta dalla Commissione europea con l'obiettivo di aumentare l'efficienza e la sostenibilità dei sistemi di trasporto, di migliorare i servizi di mobilità e la loro accessibilità ai viaggiatori e alle merci, puntualmente assicurate ai cittadini delle restanti regioni".
In questo desolante contesto nel quale ai pendolari abruzzesi non vengono fornite alternative di mobilità, Cgil, Cisl e Uil reputano davvero intollerabile che si possa decidere addirittura di peggiorare le condizioni della sola modalità che ad oggi consente agli abruzzesi di raggiungere la capitale in tempi accettabili.